I lunghi passi verso la follia
Circa undici anni fa, American McGee , assieme al team di sviluppo Rogue Entertainment, creò l’originale American McGee’s Alice, action/adventure in terza persona prodotto da EA e ispirato allo splendido libro “Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll. Dimenticate però le atmosfere puerili e innocenti del film di Walt Disney: il mondo di Alice è tetro, oscuro e dove il sangue e la pazzia governano ogni anfratto della sua mente. Il titolo fu un piccolo capolavoro che riscosse non poco successo. Dopo prodotti non sempre riusciti e/o apprezzati da pubblico e critica, McGee ha deciso di tornare alle origini: e quale miglior modo se non riesumare dal passato la sua musa ispiratrice e catapultarla in una nuova avventura?! Signore e signori vi presentiamo Alice: Madness Returns , seguito ufficiale dell’opera prima di McGee, sviluppata assieme al team Spicy Horse e ancora una volto prodotto da EA per Pc, Ps3 e Xbox360. Ce la farà ancora una volta la nostra protagonista a salvare se stessa e il suo mondo immaginario dalle minacce della mente e dal degrado della società che la circonda? Scopritelo attraverso la nostra recensione.
Fantasie corrotte
Facciamo un breve salto nel passato per una degna presentazione della nostra protagonista. La piccola Alice Liddell, poco tempo dopo la sua primissima visita al paese delle meraviglie, subisce un forte trauma a causa di un incendio che distrugge la sua casa e uccide la sorella e i genitori. Traumatizzata, la ragazza viene ricoverata in manicomio sotto stretta sorveglianza dopo il suo tentato suicidio. Proprio nella sua stanza, la protagonista riceve la visita dello Stregatto, che chiede l’aiuto della giovane per salvare il suo mondo dalla tirannia della perfida Regina di Cuori.
Ma a missione compiuta e una volta uscita dal manicomio, la mente di Alice è ancora più angosciata e sarà necessario l’aiuto di un noto psichiatra per tentare di guarirla. Ma la frustrazione quotidiana della protagonista nella vita reale non è nulla in confronto alla catastrofe che sta distruggendo il Paese delle Meraviglie, nel quale la nostra eroina dovrà fare ritorno ancora una volta per riportare il suo regno allo splendore di un tempo e per salvarlo dalla sua stessa mente inquinata.
Ma che cosa sta distruggendo i suoi ricordi, le sue speranze e la sua stessa labile lucidità mentale?Chi si nasconde questa volta dietro a tutte le sciagure che si moltiplicano una dietro l’altra?
Ancora una volta American McGee confeziona una storia intrigante e avvincente, che getta luce su nuovi aspetti della mente di Alice ormai cresciuta. La solitudine e il rimorso che albergano nel suo cuore e nel mondo reale, si scontrano con la sete di vendetta, di rabbia e di risposte nelle lande semi-distrutte del paese delle meraviglie. La protagonista è più matura, più determinata e il ritorno del cast originale assieme a qualche gradita e azzeccata new entry, rendono interessanti e coinvolgenti gli intrecci e i colpi di scena fino ai titoli di coda. La storia è raccontata non solo grazie ai filmati di realizzati con la stessa grafica di gioco ma anche attraverso suggestivi e gradevoli filmati in stile fumetto, che valorizzano ulteriormente la già evocativa e magistrale narrazione.
![][__userfiles__alice-madness-returns-ps3_3zcn1_T640.jpg]
Le meraviglie inquinate** **
I punti di forza del primo Alice, furono senza dubbio l’inconfondibile atmosfera ed il ricercato design, che consacrò American McGee come artista geniale e visionario. Questo capitolo non fa eccezione e il supporto della terza generazione ha dato vita ad un mondo irresistibilmente bello da contemplare. Gli scenari del titolo Spicy Horse immergono il giocatore nelle fredde notti della Londra vittoriana, tra quartieri decadenti, sudici, malfamati e popolati da gente poco raccomandabile. Ma è l’ingresso al paese della meraviglie a provocare stupore: radure piene di vegetazione e fiori dai colori sgargianti vicino a torrenti d’acqua dolce ai piedi di enormi statue che piangono; città sospese nel vuoto aldilà di montagne fatte di teiere e tazze giganti e castelli di carte da gioco sopra le nuvole, sono solo alcuni dei livelli che dovremo esplorare in lungo in largo durante le ore di gioco. Ogni scenario trasuda di dettagli ed effetti speciali: ottimi quelli del fuoco, dell’acqua e del fumo, senza contare i giochi di colori che disegnano ogni anfratto, regalando scorci indimenticabili ma anche visioni traumatiche. La meraviglia delle ambientazioni lascia il posto all’ansia davanti ai raccapriccianti nemici che ci daranno la caccia: omini veri armati di piattini e forchettine, ammassi di melma nera che sputano palle di fuoco, carte da gioco assassine, bambole deturpate giganti e tutto il repertorio degno di una mente malata. L’atmosfera che si respira è deliziosamente disturbante: mano a mano che si procede verso l’epilogo anche i colori e gli scenari saranno sempre più imbrattati di sangue, sporchi e infuocati.
Sfortunatamente l’eleganza e lo stile originale sono in netto contrasto con un comparto tecnico sotto la media: diversi caricamenti interrompono l’immersione ed il coinvolgimento, la gestione delle ombre (quella di Alice in particolare) e le texture poco piacevoli rendono i poligoni dei modelli e degli ambienti leggermente antiquati. Sia chiaro: il titolo si difende sostanzialmente piuttosto bene, ma in pieno 2011 ci saremmo aspettati un motore grafico più solido per rendere giustizia ad un design generale semplicemente eccelso. Un mezzo passo falso, ma non cosi disastroso da rovinare l’atmosfera impareggiabile.
Ottima la colonna sonora, satura di musiche e pezzi originali cosi dannatamente azzeccati ai vari contesti di gioco da perdersi facilmente tra le melodie che accompagnano ogni livello. Sinistri e inquietanti gli effetti sonori, soprattutto i versi delle creature nemiche.
Degno di lode il doppiaggio in italiano della protagonista e dello Stregatto; forse un po’ troppo pomposo e a tratti poco convincente quello degli altri personaggi.
Isteria contagiosa** **
Proprio come il prequel, anche Madness Returns a livello di gameplay rappresenta un puro e copioso concentrato di azione misto a massicce sezioni platform. Sin dai primi istanti che metterete piede nel paese delle meraviglie, vi renderete conto che niente è come sembra: bevendo la pozione rimpicciolente ad esempio, non solo diventerete minuscoli per passere da piccole porte, ma vedrete cose che in condizioni normali non notereste, come passaggi segreti, piattaforme fumose e suggerimenti disegnati per terra o sulle pareti. Tra le macerie del vostro universo corrotto, potrete muovervi attraverso le doti esemplari di Alice, capace di compiere ben tre salti in sequenza, seguiti da una planata, il tutto impreziosito da un vortice di foglie e farfalle. Questa tecnica è necessaria per superare voragini profonde e fasi platform al limite dell’impossibile (tra pedane, ponti mobili e getti di vapore), molte delle quali, seppur mai troppo frustranti, richiederanno un certo impegno, soprattutto parecchio tempismo quando dovrete attivate più piattaforme di solito lontane l’una dall’altra. Ma le vostre ardue ma piacevoli escursioni saranno spesso e volentieri interrotte dai combattimenti: Alice inizierà la sua avventura armata di un semplice ma appuntito coltello, ma che molto presto verrà rimpiazzato da un macinapepe che spara semi a raffica come una mitragliatrice, un cavalluccio possente utilizzabile come arma bianca pesante ed una teiera in grado di sparare palle esplosive di tè bollente. Le quattro armi potranno essere potenziate raccogliendo i preziosi denti d’oro e da latte sparsi per livelli o rilasciati dai nemici, assieme ai petali di rosa che ripristineranno la vostra energia. Il coltello e il cavalluccio sono caratterizzati da combo devastanti che si ottengono premendo di continuo lo stesso tasto, mentre la teiera e il macinapepe possono essere usati anche in modalità puntamento manuale, utile per centrare il punto debole dei nemici o per rompere elementi dello scenario come porte cedevoli (che nascondono segreti) o i nasi dei maiali (che sbloccheranno sorprese per voi). In modalità di combattimento (premendo un semplice tasto), i nemici verranno contrassegnati da un simbolo per averli ancora più facilmente sottotiro: peccato che a volte, premendo con un po’ di pressione in più l’analogico destro per inquadrare meglio l’obiettivo, il look on crea qualche piccolo problema bloccandoci per qualche secondo, rimanendo cosi facile preda dei nemici. Per nostra fortuna Alice può schivare gli attacchi con un semplice tasto, che una volta premuto la trasformerà in uno stormo di farfalle in grado di spostarsi per qualche secondo, sia a terra che in aria. Non manca qualche mossa elusiva, grazie all’utilizzo delle bombe a orologiera, utilissime per distrarre e danneggiare i nemici e per risolvere enigmi ambientali e l’ombrello, con il quale diversi colpi possono essere parati e rispediti al mittente se aperto al momento giusto. Il tempismo a volte può salvarvi la vita: se alcuni nemici verranno abbattuti con una manciata di colpi, altri dovranno prima essere storditi e solo una volta indeboliti con un determinato tipo di arma potranno essere terminati. Ma in Madness Returns non manca davvero nulla: a un passo dalla morte, potrete attivare con una semplice pressione di un tasto la modalità Isteria, in cui lo scenario diventerà bianco e nero e la nostra protagonista una squilibrata e antiproiettile eroina che recupererà energia mietendo vittime.
Di tanto in tanto sarete chiamati a risolvere semplici puzzle, partite di scacchi e fasi di gioco in 2D a bordo di un vascello, al posto di una pallina da flipper o in versione “gigante”. Altre volte ancora dovrete suonare melodie nell’esatto ordine visualizzato su schermo e rispondere correttamente alle domande dello stragatto. Molte prove potranno essere saltate se non riuscirete a risolverle.
Nonostante la diversità dei nemici e delle tante situazioni in cui andrete ad incappare, dopo una manciata di ore potreste avvertire un senso di ripetitività e monotonia, a causa delle stesse tecniche da usare di continuo contro i nemici e di quel senso di “già visto” tra una sequenza platforn e l’altra. Un neo non troppo grande ma nemmeno invisibile, che potrebbe entusiasmare i giocatori più tenaci ma anche annoiare i meno affezionati a questa tipologia di titoli fino alla fine del gioco, la cui longevità, tra i sei lunghissimi livelli, le pozioni, i ricordi e le sale segrete da scovare in lungo e in largo, si attesta su ottimi livelli. Dulcis in fundo , troverete nella confezione del gioco il codice gratuito per scaricare American McGee’s Alice, rimasterizzato in HD per l’occasione. Curiosamente il gioco è solo in lingua inglese, sia il parlato che i sottotitoli.
Conclusioni
Alice: Madness Returns catapulta il giocatore in un mondo ricamato dalla fantasia e dalle visioni di un artista di nome e di fatto e straziato dalla follia e dalla violenza cosi dannatamente dark che abbiamo amato nel primo capitolo di questa serie. La storia, i personaggi e le ambientazioni sono irresistibili; un po’ meno il comparto tecnico, caratterizzato da un design sublime e inarrivabile ma in parte rovinato da un comparto tecnico non all’altezza. Il gameplay farà lo gioia dei giocatori vecchio stampo, nutriti a pane, combattimenti e piattaforme a go go , ma potrebbe stancare dopo una manciata di ore l’utenza un po’ più rivoluzionaria e in cerca di novità. Un titolo che a prescindere va consigliato caldamente agli amanti del primo capitolo e soprattutto ai nostalgici delle avventure originali e che trasudano stile e atmosfera da ogni pixel e dove la fantasia e l’immaginazione di un bambino si mescolano perfettamente con la violenza e la pazzia interiore.