Lo scorso anno Bioware , casa celebre soprattutto per i suoi RPG (per chi ancora fosse all’oscuro, stiamo parlando dei creatori di ” Star Wars: Knights of the Old Republic ” e molto più recentemente ” Mass Effect “), ci ha regalato un’altra piccola chicca sempre appartenente al suo genere prediletto. Tale chicca prendeva il nome di ” Dragon Age Origins ” e altro non era che un RPG fantasy nel senso più puro della definizione: ambientazione, razze, temi, tutto era riconducibile al filone che venne iniziato quasi 50 anni orsono da un certo signor Tolkien con il suo “Signore degli Anelli”. Alcuni dissero che forse era un po’ troppo canonico, imputando a Bioware un’eccessiva conformità agli altri esponenti del genere. Ma i ragazzi in questione non sono certo gente da farsi scoraggiare dalle critiche, ed ecco che l’annuncio di Dragon Age 2 , previsto per la prossima primavera, non ha tardato ad arrivare. La missione: bissare il successo del primo e, al tempo stesso, cercare di fronteggiare anche i critici. Vediamo allora se la strada intrapresa da Bioware è promettente…

Me lo ricordavo diverso…

Dragon Age 2 ” si apre con una coppia di eroi, un guerriero e una maga, intenti a falcidiare una nidiata di creature appartenenti alla già conosciuta Prole Oscura . Ovviamente, noi prenderemo il controllo di questi due giovani (fratello e sorella), apparentemente invincibili, sterminando i mostri in questione per poi continuare la nostra avventura, fronteggiando un Ogre con la sconcertante facilità di prima. Ancora increduli per la quasi eccessiva facilità del tutto, e dubbiosi se alla Bioware si siano bevuti il cervello, sveleremo l’arcano: quello vissuto finora è solo un racconto, e come capita nei racconti gli eroi sono stati dipinti in maniera positiva ai limite dell’eccesso. La cruda realtà, però, ci si para ben presto davanti: gli avventurieri erano quattro, e i nemici non erano esattamente così facili da sconfiggere. Durante lo scontro infatti uno ci rimette la pelle, mentre un altro rimane infettato dai Prole . A questo punto arriva la Strega delle Paludi, già vista nell’episodio precedente, la quale propone ai superstiti di stipulare un patto… La trama si preannuncia ricca di spunti e profonda, con alcuni dei temi (spesso cruenti) già visti nell’episodio precedente. Lotte tra il bene e il male, scelte difficili, ribellione ai soprusi… insomma non mancherà proprio nulla.

E’ proprio lui!

Ma torniamo alla principale critica mossa al pur illustre primo episodio. I detrattori erano dell’avviso che molti elementi di ” Dragon Age Origins “, razze e ambientazioni su tutti, fossero talmente “conformisti” da attingere da un qualsiasi altro GDR/Action presente su piazza. Per una software house come Bioware , abituata a standard qualitativi molto alti per i suoi prodotti, è una macchia non da poco, pertanto gli sviluppatori si sono impegnati su più fronti per migliorare quello che già era un ottimo gioco. In primis il look: dite addio al fotorealismo, l’impronta grafica di ” Dragon Age 2 ” è assolutamente peculiare; si tratta di un accenno di cel-shading, seppur piuttosto “sporco”, uno stile unico, che mira, come ammettono gli stessi sviluppatori, a far sì che il gioco assuma un aspetto inconfondibile. Secondo punto su cui Bioware sta lavorando molto sono i dialoghi. Lo schema base è quello semplicemente vincente già ammirato in sua maestà “Mass Effect”: nella parte bassa dello schermo saranno visualizzate le battute disponibili, con a fianco un’icona che indica il “mood” dell’affermazione. Tre sono le tipologie: positivo, neutrale e negativo. In base ovviamente alla battuta scelta, cambierà il nostro atteggiamento nei confronti dell’interlocutore e, di conseguenza, anche la sua reazione. Ovviamente ciò influirà anche sul nostro allineamento, che cambierà in base ai nostri comportamenti, come “da copione” per il genere. Per finire, sono stati modificati i combattimenti. Mentre permane la possibilità di mettere in pausa il gioco per pianificare le azioni, come nell’episodio precedente, a differenza di “Origins” una volta riavviata l’azione sarà possibile controllare i personaggi del party come in un normale action game, in modo da soddisfare sia i giocatori più impazienti che i puristi del genere.

L’era continua

In definitiva, sembra che alla Bioware prendano altamente a cuore le critiche rivolte ai loro prodotti. Ed ecco, allora, che ” Dragon Age 2 ” sembra essere un titolo che trae lezioni dal suo predecessore e mira a soddisfare un pubblico decisamente più ampio, senza però snaturare il concept che aveva decretato il successo di “Origins”. Se il successo sarà lo stesso, se non migliore, lo scopriremo a Marzo. Per cui imbracciate le spade e tenetevi pronti!