Alquanto bizzarra la storia di Quantum Theory.

Inizialmente previsto come esclusiva Playstation 3, annunciato come “l’anti Gears” , è arrivato infine sul mercato lo scorso 24 Settembre anche per Xbox 360. Sicuramente un azione commerciale, i possessori di Playstation 3 ringraziano per aver trovato un valido shooter in terza persona che si pone come concorrente di Lost Planet, mentre coloro che hanno già goduto di un capolavoro come Gears of War su Xbox 360 sicuramente storceranno il naso di fronte alla sua copia.

D’altronde la storia videoludica è caratterizzata da questa linea di pensiero: ciò che fa tendenza va emulato, di “videogiochi clone” ne escono da 30 anni a questa parte e, salvo qualche rara eccezione, sono tutti dei buchi nell’acqua.

Una guerra post-apocalittica un po’ diversa…

Di nuovo una Terra distrutta, devastata e dilaniata da sé stessa. Le città sono in rovina, la guerriglia è l’anima della quotidianità e l’umanità lotta per la sopravvivenza contro un nemico alieno tanto forte quanto misterioso. Le Arche , imponenti torri dalle quali escono e s’espandono i Nosferatu, si narra che siano comparse in ogni punto del globo contaminando tutto ciò che gli capitava intorno: infatti, la proliferazione aliena è cresciuta ogni giorno di più grazie proprio agli umani “infetti” – coloro che vengono a diretto contatto con questi alieni perdono il senno e si trasformano automaticamente in uno di loro.

La popolazione è organizzata in colonie, a seconda della città e la relativa Arca che si trova ad affrontare, ed è in una di queste che Syd – il protagonista del gioco, inizia la propria avventura; una vita passata ad abbattere Arche e far saltare cervella aliene, dotato di grande forza e molta esperienza come guerrigliero, è un nomade solitario con un innato senso di distruzione, cacciatore di alieni e distruzione di Arche sono al contempo il suo lavoro ed il suo divertimento…

Un po’ di Gears…Un po’ di Uncharted…Ecco Quantum Theory!

Sin dall’inizio, Quantum Theory è stato definito il “Gears of War della Playstation 3”.

L’esperienza di gioco che questo shooter in terza persona è veramente molto simile all’acclamato Gears della rivale Xbox 360: il gameplay è focalizzato sulla distruzione di tutto ciò che ci si para di fronte, gli elementi presenti nell’ambiente circostante sono fondamentali coperture da utilizzare per avvicinarsi al nemico o sparare senza esporsi, ma la frenesia della corsa sul campo di battaglia – effettuabile anche con scatti a testa bassa e capriole per schivare ogni cosa che cerca di colpirci, è spezzata quando viene premuto il tasto dorsale di puntamento che ci allarga la visuale e rende il movimento dell’arma più preciso; l’arsenale che Tecmo Koei ci ha riservato è appositamente studiato per permetterci di elaborare strategie di penetrazione fra le linee nemiche, dalla classica mitraglia, al lancia-granate, passando dal classico gancio destro per gli “scontri ravvicinati” ed il fucile da cecchino per i più precisi.

Qui troviamo la nota più dolente: seppur sulla carta sembra (e lo è, il successo di Gears of War lo prova) un sistema vincente, lo sviluppo superficiale del titolo l’ha portato a rendere macchinose e difficoltose anche le azioni più semplici: il puntamento è mal studiato, un mix fra manuale ed automatico che non fa altro che incasinare l’azione, l’IA primordiale porta i nemici stessi a trovare difficoltà nello sfruttare le coperture – tanto che a volte è facile ucciderli proprio perché impegnati nella disperata ricerca di un rifugio, stesso discorso per i compagni di squadra.

La vita di Syd è misurabile in base all’offuscamento rossastro che si dirama sullo schermo man mano che subisce colpi, si ricarica semplicemente stando al sicuro senza venire colpito: sistema d’intelligente fattura che, abbinato alla difficoltà medio-alta del titolo, garantisce suspance ed agitazione soprattutto quando ci si trova in situazioni caotiche e la visuale viene a mancare.

La battaglia è condita da sfumature humor, dettate principalmente dal carisma dei personaggi ed alle condizioni in cui si trovano, ma non mancano parti fondamentali nelle quali la narrazione della trama s’evolve nel corso di qualche epico scontro: proprio questo alternarsi di battaglia e “pausa narrativa” (a volte con scene in computer grafica) permette di far riposare il giocatore e dona varietà al gioco. I livelli sono strutturati in maniera semplice: vari checkpoint sono piazzati in determinati punti, nei quali si attiva automaticamente anche la comoda funzione di autosalvataggio, la difficoltà sale gradatamente man mano che ci si dirige verso la fine, ma sono tutti caratterizzati da varie ripetizioni (soprattutto elementi dell’ambientazione) che li rendono visivamente poco variegati.

Il comparto tecnico è complessivamente buono, pur senza eccellere particolarmente, mentre il sonoro si compone di temi lirici grandiosi ed adatti alle situazioni.

Dèjà-Vu

Un prodotto molto altalenante questo Quantum Theory.

Sulla carta aveva tutti i presupposti per fare bene, un plot convincente ed un gameplay ispirato, tutto pronto per portare su Playstation 3 “l’anti Gears”; un vero peccato, ciò che ne è uscito non è niente meno che un Gears of War “povero” per Playstation 3. Tutti i maggiori elementi che caratterizzano il gameplay sono tratti dall’esclusiva Xbox, persino il carisma ed il portamento dei personaggi rievocano quello dei protagonisti dello sparatutto di Epic Games.

Ovviamente, l’intento ed i buoni presupposti c’erano, è mancato quel tocco di personalità, ricercato fra le scorribande di Nathan Drake ma, anche qui, irrimediabilmente votato ad una sconfitta.

E’ vero che nel Mondo videoludico d’oggi, in un mercato così punitivo, lanciarsi in nuovi esperimenti è rischioso, al punto che ormai ogni gioco è fonte di spunto per un altro, ma stavolta Tecmo Koei ha abusato di questo presupposto per creare sì un titolo discreto, ma che non ha margini di sviluppo. Sicuramente un prodotto utile nella line-up Playstation 3 dove il titolo di miglior sparatutto in terza persona è ancora vacillante, ma non è questa la via da intraprendere per creare una serie di successo.

CI PIACE
Personaggi Carismatici.
\nSoundtracks adeguate.
NON CI PIACE
Un clone mal riuscito.
\nSviluppo superficiale.
\nEccessivamente macchinoso.
4.5Cyberludus.com
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