Uscito su PC e poi su console nel lontano 2002, il primo Mafia era riuscito a cogliere, seppur non completamente, le tanto vivaci quanto drammatiche atmosfere tipiche delle produzioni cinematografiche di stampo “gangster” italo-americano. La fedele ricostruzione della New York Anni ’30, accompagnata da una struttura di gioco aperta e da una solida componente action, fecero del lavoro Illusion Softworks un titolo amato e “rispettato”. Ora, gli intenti di 2K Czech sono quelli di espandere le potenzialità del capostipite e dar vita ad un seguito all’insegna del folklore italo-americano e di quello stesso, nostalgico pathos che, registi come Scorsese e Coppola, erano riusciti a conferire ai propri capolavori. Mafia II , dunque, è un’opera videoludica che specialmente i cultori del corrispondente filone cinematografico possono cogliere in tutte le sue sfumature, esaltandone “drasticamente” sia pregi che difetti. E se pensate sia giunto il momento di diventare un “Bravo Ragazzo” e arruolarvi nella “Famiglia”, beh Signore e Signori, benvenuti a Empire Bay!

Quei Bravi Ragazzi

Tutto ha inizio negli Anni ’30, epoca in cui l’America affrontava la seconda grande ondata di immigrati italiani, sfuggiti alla miseria e in cerca di fortuna, o meglio, di quello che molti chiamavano “The American dream”, il sogno americano. Noi vestiremo i panni di Vito Scaletta, figlio di immigrati siciliani, padre lavoratore e madre dedita alla casa e ai figli. Una famiglia povera e onesta come tutte le altre, insomma, con saldi principi morali e religiosi. Ma all’epoca, Vito aveva solo 8 anni e i consigli di un padre, che tanto rimanda alla figura paterna di Robert De Niro in “Bronx”, erano visti come divieti. Crescendo, le amicizie lo hanno portato ad assumere un atteggiamento ribelle, dettato, come soleva in quei casi, non tanto dall’età quanto da una precaria condizione sociale. Trascorsi gli anni, un Vito adolescente ed il suo migliore amico Joe Barbaro avevano ormai deciso di intraprendere la vita criminale, scassinando, qua e là, le gioiellerie della città. Finché, una sera del ’43, Vito non viene colto in flagrante dalla polizia e trascinato in prigione.

C’era la guerra e Vito aveva 18 anni, ma “Tutto era meglio della prigione”, persino il fronte. L’operazione “Husky”, svoltasi in Sicilia proprio nel 1943, aveva visto partecipi, tra le fila americane, numerosi immigrati siciliani, chiamati alle armi proprio perché “Siciliani”, nonché perfetti conoscitori di luoghi, usi e costumi dell’isola. Un’offerta da non rifiutare anche per Vito, spedito prontamente nella divisione paracadutisti: in effetti, sempre meglio della galera. In Sicilia, dunque, si consuma quello che, a conti fatti, funge da vero e proprio prologo alla storia, capace di miscelare le atmosfere di Brothers in Arms , per stile e approccio, a quelle distintive di Mafia : il gioco trasuda da subito toni “caserecci”, accentuati dal continuo scambio di battute in dialetto siciliano tra gli stessi paesani appartenenti alla Resistenza e i soldati. Un’ambientazione curata nei minimi particolari, poi, con tanto di strade di pietra arroccate, edifici segnati dalla guerra e piazzuole cosparse di bancarelle della frutta, restituisce un’immersione quasi totale nell’azione di gioco. Eppure, questo è solo l’inizio.

Pensare a Mafia II , in realtà, equivale a pensare a tre blocchi distinti tra loro: la guerra, il dopoguerra e il successivo boom economico (Età dell’Oro) degli Anni Cinquanta. Nel febbraio del 1945, a causa di una ferita, Vito viene momentaneamente congedato, ritrovandosi in un’Empire Bay gelida e sommersa dalla neve, in quello che ha rappresentato l’inverno più freddo della storia americana. Ad accoglierlo, quel bravo ragazzo di Joe, il quale, nel frattempo, non aveva di certo perso tempo, stringendo legami d’affari con vari pezzi grossi della città, tra cui Don Salieri; chi ha giocato il primo Mafia sicuramente lo ricorderà, e anche bene. Da questo momento in poi, verremo catapultati nel vero universo di Mafia II , cosparso di citazioni, più o meno evidenti, che spaziano da colossi come “Il Padrino” e “Quei Bravi Ragazzi” a “Casinò”. Forse solo Alan Wake , da questo punto di vista, raggiunge vette qualitative e quantitative di pari peso e misura, sebbene più orientate verso il mondo letterario.

“Sei buffo Joe!”

Oltre che gratificante è inevitabile: giocare Mafia II significa compiere un tuffo nel passato; è un continuo scrutare, studiare e, soprattutto, ascoltare. E, nel farlo, ci vengono in aiuto Scorsese, Coppola, De Palma e lo stesso De Niro “regista” (citando Bronx per esempio): Mafia II vive e si muove grazie a loro, si evolve e si reincarna in essi. D’altronde, cos’è un film, e in questo caso parliamo di Cult, se non un semplice ma efficace mediatore tra finzione e realtà? Vito è un tipo spavaldo, un ragazzo di strada con forti ambizioni, ma comunque astuto, cauto e fedele alla madre e alla sorella. Oltretutto, ha vissuto la guerra e sa davvero cos’è lo spirito di sopravvivenza. Joe, al contrario, è rimasto ancorato alla mentalità del suo quartiere, quella dall’arraffare, della bella vita, fatta di donne e denaro. Questo netto contrasto tra le due figure genera spesso situazioni e contrasti ideologici che ricordano, più da vicino, il “complice” ma in realtà forzato dualismo presente in “Quei Bravi Ragazzi” tra Henry Hill (Ray Liotta) e Tommy DeVito (Joe Pesci). Qui però, Vito e Joe sono entrambi siciliani: movenze e toni, infatti, sono molto simili nei modi, seppur con fini “leggermente” diversi. La curata introspezione dei personaggi, purtroppo, non rispecchia equamente l’attenzione riposta dagli sviluppatori nel trasmettere al giocatore la passione, l’affetto e la “morbosità” morale che i “bravi ragazzi” sono soliti riservare alla famiglia, in particolare verso la figura materna. In un certo senso, in Mafia II i rapporti “genitore-figlio” risultano in parte trascurati, se non addirittura inesistenti; mancanza che lascia inevitabilmente un vuoto nel corso della narrazione. Quest’ultima riesce comunque ad intrattenere il giocatore alternando ritmi di gioco elevati ad altri più metodici, magari di contorno alla storia e in grado di arricchire ulteriormente il gameplay.

“Buffo? Buffo come?”

Ovvero, come si pone Mafia II al giocatore? Al primo impatto, il gameplay offre meccaniche tipiche di un action, caratterizzate da coperture dinamiche, ormai divenute uno standard per il genere, e da ritmi di gioco serrati, nel caso di intense sparatorie o fughe, o più lenti e ragionati nel caso di missioni stealth. Ma, analizzando a fondo il titolo 2K, ci rendiamo conto che Mafia II fonde più generi complementari tra loro: se la componente action/free-roaming fa da colonna portante all’intera struttura di gioco, ad essa si affiancano elementi sia di natura racing che picchiaduro. A bordo di un veicolo, la sensazione è davvero quella di guidare un mezzo dell’epoca: ogni vettura è caratterizzata da una cilindrata, un peso ed una tipologia specifica. Il relativo andamento non viene influenzato esclusivamente da tali fattori, ma anche dalle stesse condizioni metereologiche o da quelle fisiche del mezzo: una strada bagnata o innevata ostacola più o meno pesantemente il controllo delle vetture, così come una ruota forata o un motore leggermente danneggiato possono compromettere un’eventuale fuga dalla polizia. Il sistema di combattimento “corpo a corpo”, invece, risulta ben implementato ed immediato, sebbene l’approccio alle schivate si sia rivelato un po’ troppo semplicistico ed automatizzato. Da buon free-roaming qual è, o dovrebbe essere, Mafia II concede anche una certa libertà decisionale, ma solo in circostanze predefinite: può capitare, per esempio, di assistere ad un acceso litigio per strada tra marito e moglie e decidere se porre rimedio alla discussione, eseguendo una determinata azione dettata dal caso, o far finta di nulla e lasciare che sia l’IA a concludere la sequenza scriptata. Tutti elementi, questi, che contribuiscono a rendere viva la città: le voci dei passanti, il rumore assordante del traffico, le urla dei giornalai ambulanti o le sussurrate parole delle persone sedute in un caffè, coinvolgono il giocatore fin nei minimi particolari, grazie anche ad un fedelissima ricostruzione della New York anni ’40 e ’50 ed una colonna sonora assolutamente in linea con gli stili musicali dell’epoca. Gli stessi toni e colori di gioco, inoltre, mutano col progredire della tecnologia, dei gusti e dell’effetto globalizzazione.

Voglio vivere così

Come detto, nel gioco vivremo uno stacco diretto tra dopoguerra e inizi anni Cinquanta, notando pian piano come il cambio generazionale abbia influenzato, in primo luogo, la moda e il mondo della musica. E se prima, collezionando i vari poster di Playboy sparsi per tutto il gioco, il nudo rappresentava ancora un tabù, col tempo diventerà una consuetudine scovare foto dai contenuti più espliciti. Tuttavia, le possibilità di “libero” approccio sono ridotte all’osso: i limiti della componente free-roaming, strettamente legata alla linearità della narrazione, svela, col trascorrere delle ore, la natura prettamente action di Mafia II . Se non altro, il team si è concentrato parecchio sulla fisica di gioco, basata nientemeno che sull’efficiente motore nVidia Physix. Durante le sparatorie, infatti, ogni singolo elemento dello scenario, dal più piccolo e leggero al più grande e pesante, si scalfisce/danneggia sotto il fuoco delle armi da fuoco; un tavolo di legno si spezza fino a sbriciolarsi, una parete di vetro si sgretola lentamente fino a cadere in mille pezzi, così come un pilastro di cemento si “scarnifica” a partire dagli spigoli. Sparando contro una vettura, invece, possiamo farla esplodere puntando direttamente il serbatoio della benzina, causandone il progressivo deterioramento, con relativa esplosione delle ruote e annerimento della carrozzeria non appena avvolta dalle fiamme.

Col sole in fronte e felice canto!

Per quanto sia piacevole scrutare ogni angolo della città, l’esplorazione si ferma alla mera contemplazione estetica. Dal punto di vista tecnico, il lavoro svolto da 2K Czech raggiunge vette qualitative impeccabili. Empire Bay è stata ricostruita con una perizia a dir poco maniacale, in grado di infondere nel giocatore la sensazione di vivere realmente negli anni in cui è ambientato il gioco. Ottima anche la realizzazione del sistema di illuminazione dinamico, complice di uno spessore visivo e di effetti di rifrazione della luce tra i più riusciti di questa generazione, in particolare su console. La caratterizzazione dei personaggi, delle espressioni facciali e delle relative animazioni convincono dall’inizio alla fine, rispettando a dovere la gestualità tipica dei “bravi ragazzi” italo-americani. Si va dalla figura del vecchio “saggio”, ancora in grado di impartire ordini e consigli ai suoi affiliati, a quella del ragazzaccio di turno alle prese con debiti, risse e quant’altro. In fin dei conti, però, cosa rende unico Mafia II ? Giocandolo, si capisce subito: il doppiaggio. I toni spiccatamente siciliani che dominano i dialoghi non solo divertono, ma funzionano in ogni frangente; la giusta cadenza delle parole, l’uso corretto dell’accento e la continua variazione dei toni, denotano un lavoro certosino atto a valicare lo spesso netto divario qualitativo, in termini di localizzazione italiana, tra cinema e videogioco.

 

Conclusioni

Tirando le somme, Mafia II è titolo unico nel suo genere, che riesce a fondere con una certa semplicità più elementi contemporaneamente. Se non fosse stato per alcune imprecisioni narrative, comunque trascurabili, ed una purtroppo scarsa longevità, il titolo 2K Czech avrebbe avuto un’occasione in più per aggiudicarsi la nomina di “Game of the Year”. Detto questo, siete avvisati: Mafia II rappresenta ad oggi un’occasione imperdibile, un assoluto omaggio ai grandi maestri del cinema italo-americano. Azione esaltante, citazioni sopraffine, gameplay immediato ed impianto tecnico pressoché perfetto, bastano per cominciare ad apprezzare il gioco. Il resto, naturalmente, sarete voi a scoprirlo.

CI PIACE
  • Gameplay semplice ed immediato
  • Componente action ben implementata
  • Continue citazioni al cinema italo-americano
  • Impianto grafico eccelso
  • Doppiaggio perfetto
  • Colonna sonora fantastica
NON CI PIACE
  • Componente free-roaming in parte trascurata
  • Alcune mancanze narrative
  • Finisce presto
Conclusioni

Mafia II è titolo unico nel suo genere, che riesce a fondere con una certa semplicità più elementi contemporaneamente.

8.7Cyberludus.com

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Ho iniziato con una Amiga 500. Da allora non ho più smesso.