Atteso in Europa per il 12 Ottobre 2010, Medal of Honor si è rivelato uno dei principali protagonisti della Gamescom 2010 . Situato presso la base EA , lo stand dei Tier 1 Operators spiccava fra quelli altrettanto imponenti di Crysis 2 e Dead Space 2 . Stavolta, gli sviluppatori hanno deciso di togliere il velo sul single player del gioco e noi di Cyberludus , naturalmente, non siamo mancati all’appello. Eccovi dunque un breve resoconto sulla campagna di Medal of Honor che, vi anticipiamo, si preannuncia davvero entusiasmante.

Death from above

Il livello che abbiamo giocato era ambientato all’interno di un’arida distesa rocciosa tipica delle zone desertiche afgane. A bordo di un apache, l’obiettivo della missione consisteva nello scovare ed eliminare una serie di basi terroristiche. Muniti di pad e circondati da un potentissimo dolby surround, abbiamo sorvolato un suggestivo campo di battaglia nei panni del co-pilota, affiancati da un secondo velivolo di supporto. Una volta acquisita confidenza con i comandi base, il feeling col gioco si è rivelato da subito positivo, grazie appunto ad un approccio immediato, simulativo al punto giusto ed in linea con le meccaniche classiche degli sparatutto moderni. Ma quello che ci ha davvero colpiti è stato, in particolare, l’impianto audio, complice di un’immedesimazione totale con le atmosfere di gioco. Questo, grazie anche al prezioso supporto che ex esponenti delle forze speciali americane hanno fornito al team di sviluppo, garantendo il massimo della fedeltà a situazioni di guerra realmente vissute. Le stesse comunicazioni radio, costantemente attive dall’inizio alla fine della missione, regalavano una sensazione di realismo davvero unica, con un’incredibile alternanza di battute in grado di esaltare i palati, anzi, i padiglioni, di tutti gli appassionati degli sparatutto militari.

Target acquired

La missione proposta dalla demo era strutturata ad obiettivi, raggiunti i quali aumentava progressivamente la difficoltà degli stessi, oltre che la spettacolarità delle azioni. Dopo una sequenza di briefing iniziale siamo stati catapultati nel vivo dell’azione: tra le mansioni da svolgere, le più semplici ci richiedevano di radere al suolo diverse postazioni rpg nemiche, sparse lungo crostoni di roccia ed insenature naturali. L’ambientazione, realizzata con una certa cura per i dettagli, invocava uno stile a metà tra film e documentario, avvalorata da imponenti coreografie quali esplosioni, effetti di luce dinamici e frequenti variazioni di visuale. L’azione è proseguita senza particolari problemi, giustificati anche dal fatto di essere a bordo di un gioiello della tecnologia militare, armati di cannoni, mitra pesanti e missili aria-terra guidati. Facendoci largo tra le insidiose fenditure afgane, abbiamo poi raggiunto un piccolo agglomerato di edifici posto sulla cima di una montagna e cosparso di terroristi. Ad esso era collegato un ponticello, caduto prontamente sotto il nostro fuoco incessante, distrutto volutamente per testare l’interazione con l’ambiente. Così come è capitato di vedere frammenti di roccia cadere da un’altura per poi schiacciare i nemici sottostanti. Un sapiente mix tra sequenze scriptate ed altre calcolate in tempo reale si sono quindi alternate con una certa fluidità, generando una sequela incessante di azioni e situazioni di gioco diverse tra loro.

Missile in arrivo

Al termine della demo, conclusasi con la distruzione di un’intera base nemica seguita da una cut-scene cinematografica, siamo usciti dal covo EA pienamente soddisfatti e convinti che questo nuovo Medal of Honor possa definire ulteriori standard nel complesso panorama degli FPS tattico-militari. La spiccata vena realistica che sembra contraddistinguere questo capitolo, accompagnata da uno stile altamente cinematografico, ne rappresenta sicuramente uno dei maggiori punti di forza. Se supportato da un plot narrativo degno sia del gameplay che del comparto tecnico, Medal of Honor avrà tutte le carte in regole per candidarsi come il vero cavallo di battaglia di un fine 2010 targato EA .

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