Quanto sarà ancora lontano il signore del male?

In questi anni Blizzard ha davvero avuto moltissimo da fare: il successo incommensurabile di “World Of Warcraft” ha tenuto la compagnia impegnata per lungo, lungo tempo e molti progetti sono stati, per questo, bistrattati o messi un attimo da parte. Dopo l’uscita di “Starcraft II: Wings Of Liberty”, tra tutti i franchise Blizzard, solo uno deve ancora ritornare sugli schermi ed è in pausa da fin troppo tempo: “Diablo”. Milioni di giocatori si sono trovati a combattere il signore del male e i suoi due fratelli, Mephisto e Baal, in giro per il mondo, da soli o in compagnia di amici e sconosciuti grazie al servizio Battle.net… “Diablo III” si è sempre mostrato molto poco e solo con brevi filmati, preparati solo per destare ancora più curiosità e impazienza… Finalmente abbiamo avuto la possibilità di provare una lunga demo giocabile di circa 20 minuti e, francamente, siamo contenti di constatare che, dopo tutto questo periodo di riposo, le forze del male che sono nate dalla rovina di Tristram non hanno perso nemmeno un po’ del loro smalto!

Tra novità e piccoli bilanciamenti

La demo, con estremo stupore, permetteva al giocatore di creare da zero il proprio personaggio scegliendo tra ben quattro delle classi che saranno poi disponibili nel gioco completo: Witchdoctor, Barbarian, Wizard e Monk (tutti disponibili, per la prima volta in versione maschio e femmina). Noi abbiamo scelto di provare il Witchdoctor essendo, tra i quattro, l’unico davvero inedito (Barbaro e Maga erano presenti in “Diablo II” mentre il Monaco è presente nell’espansione del primo episodio, “Hellfire”). Una volta creato il personaggio ci siamo trovati in una sorta di deserto, pronti ad esplorarlo e a scoprire tutti i suoi segreti. Il gioco mantiene il gameplay granitico della serie: al tasto sinistro del mouse è affidato il colpo con l’arma principale, con il tasto destro è possibile utilizzare una delle due magie preselezionate, intercambiabili in ogni momento con la semplice pressione del tasto Tab. Premendo i tasti I, S, C e Q si può accedere, come di consueto, a Inventario, Albero degli incantesimi (divisi anche questa volta in tre diverse ramificazioni), Dati del Personaggio (divisi in Strenght, Dexterity, Vitality e Willpower – quest’ultimo, dal nome inconsueto, è legato al potere magico) e Quest Log, dove si può tenere sotto controllo la missione principale attiva e tutte le eventuali SubQuest. La zona della cintura è divisa in soli cinque tasti veloci, quattro dei quali assegnati a vari incantesimi e il quinto relegato alla funzione di gestione delle pozioni: queste ultime non possono più essere bevute ripetutamente ma è necessario attendere almeno un paio di minuti tra l’assunzione di una pozione e quella seguente. Per fortuna, eliminando alcuni nemici è possibile raccogliere delle sfere rosse che vengono assimilate istantaneamente dal personaggio e ricaricano parzialmente sia l’ampolla rossa della vita che quella blu del mana. Gli oggetti lasciati per terra dai nemici, tra i quali figurano ancora le pergamene dell’identificazione, sono visibili sul terreno con estrema facilità in quanto i loro nomi non scompaiono, anche senza la pressione del tasto Alt. Le armi si dividono ancora in armi classiche, dal colore bianco, e in armi dal nome colorato, ognuna con la sua abilità peculiare; inoltre si possono trovare ancora armi rovinate o dalla qualità inferiore, molto meno dannose e utili per le nostre scorribande. Non è più possibile attivare la mappa con il tasto Tab, in quanto addetto al cambio delle magie rapide, ma è sempre presente, nella parte in alto a destra dello schermo, una minimappa estremamente dettagliata, con tutte le segnalazioni per oggetti, nemici, boss e una definizione precisa di montagne, sentieri e strade: ora perdersi è davvero quasi impossibile, anche negli ambienti più vasti. Altra novità consiste in alcune icone poste sopra la zona della cintura, le quali segnalano tutte le modifiche temporanee dello status ogni qualvolta si assume un elisir particolare o si tocca un altare o uno dei tanti luoghi sacri sparsi in giro: si tratta di un grosso miglioramento rispetto al semplice simbolo sopra la testa tipico dell’episodio precedente, in quanto ora possiamo sapere perfettamente l’effetto del potenziamento e per quanto tempo resterà effettivamente attivo. Osservando queste icone ci si rende conto, inoltre, che è completamente scoparsa la barra del vigore e ci si potrà muovere sempre abbastanza in fretta senza riposarsi. Da ultimo, il nostro personaggio, ora, ha finalmente una voce e lo sentiremo rispondere ai vari PNG mentre vaghiamo in giro per città e luoghi di incontro: ogni dialogo, inoltre, non è più contenuto in un box a parte e non si fermerà nel caso decidessimo, mentre parliamo, di continuare a muoverci; in poche parole, non siamo più costretti a stare fermi ad ascoltare qualcuno che parla ma è possibile ottimizzare al meglio i tempi e velocizzare i ritmi di gioco.

L’indomabile Witchdoctor

Il Witchdoctor è un curioso stregone, il quale indossa una maschera tribale e si occupa principalmente di evocazioni, magie offensive legate agli spiriti e potenziamenti passivi. L’armamento principale prevede l’utilizzo di alcune lame leggere (tra le quali figura un Grande Coltello, arma inedita) e di un piccolo scudo. Gestisce in maniera molto efficace i suoi poteri magici grazie alla sua capacità di evocare mastini oscuri e piccoli ragni ma è anche capace di combattere in corpo a corpo contro molti nemici senza dover utilizzare mai troppe pozioni per scampare effettivamente alla morte.

Conclusione

A quanto pare, Blizzard sente ancora il desiderio di fare le cose in grande. “Diablo III” recupera la formula degli episodi precedenti, la migliora, elimina tutti i ‘grumi’ di gameplay e si appresta a fornire la combinazione perfetta di azione e strategia. Gli appassionati possono dormire sonni tranquilli: poche cose sono cambiate, la serie nonostante l’età riesce ancora a digrignare i denti e molte delle note negative sembrano essere sparite. Combattere il signore del male per la terza volta sarà appagante come sempre, e forse anche di più!

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