La Terra Di Mezzo è stata patria di avventure incredibili… Prima sui libri, poi sulla pellicola cinematografica, fino ad arrivare al mondo del videogioco: strategici, giochi d’azione, avventure. Ogni campo è stato esplorato e le idee sembravano ormai concluse. Warner, però, si è resa conto che, tra tutti questi giochi, nessuno era davvero mirato a un pubblico più giovane o comunque meno abituato a prendere in mano un controller e a vivere una vera e propria avventura: “The Lord Of The Rings: Aragorn’s Quest” nasce proprio per offrire divertimento sia ai giocatori più smaliziati sia a coloro che vogliono divertirsi senza fare troppa fatica.

Un telecomando per domarli

Le versioni PS3 e Wii di “Aragorn’s Quest” sono completamente compatibili con i sensori di movimento di entrambe le console: Move e WiiMote. Le differenze, comunque, restano decisive ed evidenti: Wii sfrutta i sensori presenti in entrambi i telecomandi per la gestione di spada e scudo mentre Playstation 3 deve contare solo sul movimento della spada, lasciando a dei tasti la gestione dello scudo; per maggiore spazio sul disco, comunque, questa versione vanta la presenza di molti più dialoghi parlati e di una grafica leggermente migliorata. Il giocatore controlla Aragorn e l’avventura prende piede grazie a un curioso espediente: il gioco mostra, all’inizio, una scena che si pone in una fascia temporale successiva a quella dell’avventura de “Il Signore Degli Anelli”. Sam è a casa con i suoi figli e decide di raccontare loro una favola: la storia di un guerriero coraggioso e del suo gruppo di amici, decisi come non mai a liberare la Terra Di Mezzo. La mano destra del giocatore impugna il telecomando spada: per entrambi i sistemi sarà possibile colpire da destra, da sinistra, con un affondo, un colpo dal basso verso l’altro e un colpo mirato a un nemico particolare. Attaccando i nemici, piano piano, cresce una barra speciale, la “Light Bar”, utilizzando la quale è possibile scatenare alcune combo più devastanti per eliminare in fretta gruppi i nemici o infliggere un buon ammontare di danni ai boss. Ogni livello contiene, circa, 6-7 missioni differenti, divise equamente in missioni principali e secondarie: il level design prevede due alternative possibili, proponendo sia livelli esplorativi sia livelli a movimento lineare, dove basta seguire un percorso stabilito per raggiungere la conclusione. Aragorn, grazie a un particolare potere, può sempre evidenziare sul terreno la strada precisa verso il prossimo obiettivo principale, annullando completamente ogni frustrazione che può nascere dal perdersi in giro per il mondo di gioco. Durante l’esplorazione, inoltre, il guerriero può raccogliere alcune armi (tutte tratte, ovviamente, dalla saga di provenienza), collezionare artefatti capaci di incrementare le sue capacità e recuperare alcuni oggetti speciali, in grado di sbloccare nuovi elementi di gioco, tra le quali figurano i capitoli di diverse storie alternative, nate per rendere chi gioca un vero appassionato de “Il Signore Degli Anelli” e per intrattenere chi appassionato lo è già. Un secondo giocatore può entrare nel campo di battaglia impersonando Gandalf: pur prendendo parte alla lotta, però, la sua funzione sarà principalmente quello di supporto all’eroe Aragorn, in quanto Sam, raccontando la sua storia, propone la sua particolare visione di Gandalf, un saggio protettore pronto ad aiutare chiunque in ogni momento. Visto che si tratta, appunto, di una favola gli sviluppatori hanno scelto di allontanarsi da una realizzazione grafica realistica privilegiando un aspetto da Graphic Novel: questa scelta, però, sembra riflettersi negativamente sul comparto grafico nel suo complesso, il quale, in certi punti, pecca di un certo, malcelato anacronismo. Fortunatamente, le varie missioni secondarie garantiscono al gioco una longevità, a detta degli sviluppatori, vicina alla ventina di ore.

Conclusione

“Aragorn’s Quest” deve rappresentare la scelta di chi desidera approcciarsi alla saga de “Il Signore Degli Anelli” attraverso una via che è insieme impegnativa e spensierata: l’approccio fin troppo arcade, in realtà, rischia di trasformarsi in una triste piattezza, specie se il gioco viene messo a confronto con altri titoli dello stesso genere, ben più adrenalinici. Va detto, comunque, che questo prodotto sembra voler riempire quello che è effettivamente un buco del mercato: un “action game” che può essere fruito in maniera completa anche dai giocatori meno preparati, senza escludere quindi coloro che di videogiochi se ne intendono meno degli altri.

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