Le origini della paura
Quello degli horror è probabilmente uno dei generi più altalenanti di sempre. Nel corso degli anni il cinema ha visto nascere veri e propri cult da immortalare e flop da eclissare nel dimenticatoio. Lontani sono ormai i tempi di Romero e de ‘La notte dei morti viventi’ , film che lo ha consacrato come padre delle storie dei non morti. La sua eredità cinematografica è stata oggetto di non poche produzioni videoludiche, ma la massima espressione la si può riscontrare in “Resident Evil “, survival horror targato Capcom . Conscio dell’eredità lasciata dal celebre “Alone in The Dark “, il gioco fa della paura e della sopravvivenza i suoi biglietti da visita, per un viaggio di non ritorno indimenticabile. Venite con noi a Raccoon City per una gita turistica in compagnia della morte!
Non entrate in quella villa
Raccoon City è sempre stata una ridente cittadina pacifica e produttiva; ma l’invidiabile clima cambia quando i giornali informano la comunità che strani omicidi si stanno verificando nelle vicinanze delle foreste Arklay, fuori città. Le vittime sono state sbranate vive da qualche animale… o forse da qualcosa di più pericoloso. Il dipartimento di polizia manda il team BRAVO della squadra speciale S.T.A.R.S. a investigare ma l’elicottero precipita e, di conseguenza, sarà compito della seconda unità, il team ALPHA, indagare sui misteri che stanno attanagliando l’aperta compagna. Protagonisti della storia sono gli agenti Chris Redfield e Jill Valentine, i quali si accorgono subito che qualcosa non quadra non appena famelici cani dalle pelli scuoiate cercano di azzannarli. L’unica via di fuga è l’ingresso di una fatiscente villa nelle vicinanze: una volta entrati, però, i protagonisti si ritroveranno solo all’inizio dei loro guai. “Resident Evil” miscela sapientemente momenti di pura tensione e azione adrenalinica, grazie a tematiche fantascientifiche come ricerche batteriologiche illegali, creazioni di armi organiche micidiali e cospirazioni segrete di multinazionali. Non mancano colpi di scena alla horror di serie B nella sceneggiatura e il ritmo è sempre in crescendo fino ai titoli di coda.
Dentro l’incubo
Tecnicamente, “Resident Evil” vanta un comparto grafico di ottima qualità, studiato appositamente per innescare un senso di terrore e repulsione nei confronti del giocatore. Innanzitutto, il filmato di apertura è caratterizzato dalla presenza di attori in carne ed ossa. Intrigante la versione unrated (è a colori e mostra scene più splatter) che farà la gioia degli appassionati dei film horror . Una volta entrati nella villa, la prima sensazione che nasce è l’impressione di essere costantemente osservati, grazie alle inquadrature dal taglio fortemente cinematografico e alla grafica pre-rendizzata, curata nei minimi dettagli. Villa Spencer rappresenta l’essenza del clichè della casa stregata: grandi sale trascurate da anni e danneggiate dal tempo che passa, porte che cigolano, pavimenti che scricchiolano e rumori sinistri in giardino. La stessa architettura della fatiscente magione è studiata per essere una terrificante trappola mortale, impreziosita da trabocchetti e passaggi segreti, oltre che da splendide e antiche gallerie d’arte, sale da pranzo, terrazze e acquari, fino ad arrivare a laboratori segreti sotterranei. La varietà è una carta vincente di questa produzione. Ma non è solo la casa che minaccia i protagonisti: aberranti creature, frutto degli esperimenti della multinazionale farmaceutica Umbrella Corporation, infestano la magione. Zombie, piante carnivore, rettili giganti e velenosissimi ragni sono solo un assaggio del terrore che si nasconde nelle stanze dell’abitazione. Il design generale ( sia degli scenari che delle creature che dei protagonisti) è particolarmente ispirato e ben realizzato. Peccato solo per le animazioni dei protagonisti, un po’ approssimative, ma nulla di particolarmente grave; insomma, niente che finisca per compromettere il potere coinvolgente dell’avventura. Superbe le musiche di sottofondo e il campionario suoni, studiati nel minimo dettaglio per far saltare dalla sedia, e ben più di una volta. S fortunatamente il doppiaggio inglese è di pessima fattura e in più mancano i sottotitoli in italiano.
Sopravvivere al male
“Resident Evil” è un survival horror dalle forti connotazioni action: non a caso i protagonisti sono agenti speciali, perciò esperti nell’uso delle armi nelle situazioni più critiche. Nonostante questo, il gioco è incentrato sulla paura e sulla difficoltà (a volte ostica) nel combattere i non morti e i vari esperimenti che se ne vanno a zonzo per la villa, fattore che non renderà questa missione un’impresa facile. Pochi morsi e la scritta “You Are Dead” farà capolino al centro della schermata. Anche le munizioni scarseggeranno lungo tutto il corso dell’avventura. Tra le armi disponibili figurano un coltello da combattimento, pistola d’ordinanza, fucili e bocche di fuoco più elaborate. Grosso spessore ricopre la cura dei personaggi, per mezzo di spray di primo soccorso e la combinazione di erme miste per ripristinare la salute. La migliore strategia da adottare è di scappare quando è possibile ed evitare gli scontri a meno che non si venga messi alle strette. L’esplorazione e la risoluzione di enigmi sono fondamentali per proseguire; purtroppo, la scarsa capienza del vostro inventario (potete portare dai sei agli otto oggetti) vi costringerà a rivisitare più volte le stesse stanze della villa,alla ricerca dei bauli (potete mettere qualsiasi cosa per alleggerire le vostre “tasche”) e chiavi fondamentali per sbloccare porte e oggetti speciali per proseguire. All’inizio dell’avventura il vero nemico del giocatore sarà la telecamera fissa, che non permette una visuale completa dell’ambiente ma circoscritta alle inquadrature. Di conseguenza bisognerà fare attenzione nelle stanze che pullulano di mostri, che non ci metteranno molto a farvi la pelle. Gli stessi controlli, a tratti lenti, sono studiati apposta per aumentare lo svantaggio nei confronti delle creature, decisamente più veloci e più agili nel muoversi in qualsiasi ambiente. La longevità si mantiene su ottimi livelli, soprattutto perché l’avventura può essere giocata sia con Chris che con Jill. Dove sta la differenza? Nell’approccio, naturalmente: Jill è un’esperta nel sbloccare serrature ostiche, avrà subito in dotazione la pistola e il più delle volte verrà aiutata dal collega Barry. Chris ha un inventario meno capiente, è più esposto ai mostri e dovrà recuperare più chiavi per proseguire. Per fortuna verrà aiutato dalla piccola ma brillante Rebecca, giovane medico ufficiale, esperta in cure mediche e veleni. Inoltre il gioco offre diversi finali ( nfluenzati da determinate scelte dei protagonisti nel corso dell’avventura) e oggetti speciali da sbloccare, come costumi extra e lanciamissili!
Conclusioni
“Resident Evil” rappresenta, assieme a “Silent Hill”, la massima espressione del survival horror su Playstation. L’atmosfera terrificante, gli scenari dal taglio cinematografico e l’azione fanno di questa esperienza un vero e proprio culto per gli amanti dei film horror e non solo. Se non vi spaventa l’idea di tentare di sopravvivere all’orrore, celato tra le mura di una magione infestata da morte sicura, questa è la perla videoludica che fa per voi. Non fatevela scappare.