Il ritorno del principe

Prince of Persia è un marchio che ha fatto storia in ambito videoluidico; le vecchie schermate in 2d negli anni’ 80 e le partite in sala giochi sono ormai un lontanissimo quanto piacevole ricordo per i nostalgici. Le avventure dell’acrobatico erede al trono di Persia, che deve salvare la principessa rapita e intrappolata dentro un insidioso castello – prigione, dimora del perfido Visir, sono state più volte reinterpretate. La seconda generazione di console ha visto il brand evolversi attraverso la trilogia de Le Sabbie del Tempo , che vedeva la trasformazione della serie in un vero e proprio actionadventure in terza persona ricco di enigmi, esplorazione, fasi acrobatiche impegnative e l’utilizzo delle sabbie speciali per sfruttare il tempo durante il corso del gioco. PSP ospita nella sua collezione Revelations e Rival Swords, che sintetizzano il meglio di quanto visto nelle console casalinghe. In occasione dell’uscita del film nelle sale di tutto il mondo, Ubisoft Montreal (autori non solo della serie in questione, ma anche di Assassin’s Creed) hanno distribuito questo mese Le Sabbie Dimenticate , nuova avventura del principe più famoso dei videogiochi, questa volta alle prese con una missione pericolosa e disperata. Seguiteci nel nostro viaggio da mille e una notte per scoprire cosa ci hanno riservato i programmatori in occasione della versione portatile di questo seguito.

Un passo indietro

Anzitutto Le Sabbie Dimenticate non rappresenta un seguito vero e proprio; il nuovo episodio della saga targata Ubisoft è effettivamente un capitolo di mezzo tra Le Sabbie del Tempo e Spirito Guerriero, usciti tra il 2003 e il 2004. Il principe è cambiato; l’ambizioso ragazzino in cerca di avventure si è trasformato in un prode guerriero, forgiato dall’esperienza passata, desideroso di guidare eserciti e regnare come un sovrano giusto come suo padre. E chi meglio di suo fratello Malik può insegnare al nostro protagonista i segreti per essere un buon re?Peccato solo che una volta arrivato a palazzo, il principe scopre che il fratello e il suo esercito sono alle prese con una faccenda piuttosto spiacevole quanto pericolosa. Eserciti nemici stanno cercando di risvegliare un oscuro potere che giace nelle fondamenta del castello. Nel bel mezzo delle difficoltà della battaglia, i protagonisti risvegliano l’esercito di re Salomone che, anziché aiutarli, trasforma tutto ciò che vede in sabbia. L’esercito del Male vuole adesso varcare i confini del maniero, prossimo alla distruzione per via di una minacciosa tempesta di sabbia all’orizzonte, e scatenare l’apocalisse sulla Terra. Il principe deve perciò rimettere tutte le cose apposto, e soprattutto salvare il fratello dalla corruzione degli Ifrit, razza antica e potente. In questa avventura il protagonista potrà contare sull’aiuto di Razia, regina Jinn e antica alleata di Salomone in persona. La storia è appassionante e coinvolge immediatamente il giocatore, attraverso pregevoli filmati di intermezzo ben realizzati e ai monologhi ironici e a tratti divertenti del principe durante l’esplorazione del palazzo. Degni di nota per una volta i personaggi secondari; Malik e Razia non sono certo ai livelli della bella Farah o di Elika (personaggi chiave e mai dimenticati della serie) ma regalano comunque un buon intreccio narrativo. L’unica nota dolente è rappresentata dal finale, troppo sbrigativo e tratti insipido. Un vero peccato, perché sarebbe bastato qualche filmato in più per mettere la parola “fine” a questa vicenda che, nonostante tutto, rimane piacevole da vivere e da giocare.

Una tecnica diversa

Per tutti quelli che stanno pensando che la versione PSP di questo capitolo non è altro che una semplice conversione rimaneggiata per fare più soldi, Montreal ha riservato un’insolita sorpresa. La versione portatile è stata praticamente ricostruita da zero; rinunciando al classico stampo di action in terza persona, i programmatori hanno optato per lo scorrimento orizzontale, creando quindi un gioco in 2D ma con ambienti tridimensionali. Il risultato è senza dubbio positivo, perché ricrea in maniera pregevole e fantasiosa ambienti inediti e ricchi di dettagli. Si passa dalle rovine esterne del castello, alle cripte, ai giardini pensili fino alle sale reali. Ogni ambiente è impreziosito da palette di colori varie e distinte tra loro, grazie all’alternanza di colori caldi e freddi a seconda dello scenario. I dettagli rendono ogni schermata ricca di elementi decorativi. I movimenti del protagonista e dei nemici sono ben realizzati e lo stesso vale per gli effetti particellari. Graficamente solo qualche texture non proprio piacevole e sporadici cali di frame-rate rovinano un comparto tutto sommato buono che, non superando i limiti tecnici raggiunti da GOW: Chains of Olympous e SH: Origins, regalano ugualmente soddisfazioni. Non sorprendenti ma funzionali gli effetti sonori e i rumori. Buona la colonna sonora che accompagna l’azione con musiche ispirate e pregevoli. Buono anche il doppiaggio, croce e delizia della maggior parte delle produzioni, che in questa sede risulta realistico e ispirato.

Trappole mortali..e frustranti

Come da tradizione, i cardini del gameplay di questo capitolo sono rappresentati dalle sezioni acrobatiche praticamente infinite e progressivamente impegnative, i combattimenti contro nemici e i boss e naturalmente l’uso dei poteri del tempo, in grado di rallentare nemici, azioni e pericoli mortali. Grazie al primo livello che funge da tutorial, il giocatore può far pratica con i comandi; lo stick analogico è adibito ai movimenti, il tasto X al salto e quello quadrato all’uso della spada, con la quale potete dare il via a varie combo. L’uso dei tasti R e L sono adibiti ai poteri e al movimento su muri e pareti. Per quanto siano semplici e immediati, questi controlli diventano a tratti impossibili nelle fasi più avanzate, a causa dell’esigenza di digitare contemporaneamente più tasti. In alcune sezioni tra lame rotanti e strapiombi da superare, la difficoltà prende il sopravvento a livelli inesorabilmente frustranti, che se da un lato temprano il giocatore più incallito attraverso la sfida, dall’altro scoraggiano non poco i causal gamers o i giocatori che ci vanno leggeri. Una giusta calibrazione del livello di difficoltà, o magari più modalità da scegliere, sarebbero state scelte gradite quanto fondamentali. Un vero peccato. Difficoltà a parte, il gameplay regala comunque piacevoli momenti, tra combattimenti all’arma bianca e l’utilizzo dei poteri, come il rallentamento o il congelamento, che conferiscono quel tocco in più all’esplorazione e alle fasi platform, ben studiate e impegnative dall’inizio alla fine dell’avventura. Un comodo menù di potenziamento consentirà di scambiare i punti esperienza(assimilabili attraverso il combattimento o distruggendo vari oggetti dello scenario) con poteri e abilità maggiori. I pochi boss da affrontare e i nemici non proprio furbissimi, intratterranno il giocatore tra una scalata e un salto mortale lungo gli scenari. La longevità si attesta su bassi livelli. Ci vorranno più o meno sette ore per portare a termine l’avventura e gli extra come bozze, filmati e materiale simile, non spingono certo a rigiocare di nuovo questo titolo, che non rimarrà nelle vostre PSP per parecchio tempo una volta finito.

Conclusioni

Prince of Persia torna a far visita a Playstation Portable, attraverso un capitolo che non funge da mera conversione riciclata dalle versioni più potenti, ma rappresenta un gioco a sé e quasi un’esclusiva in un certo senso. Se Le Sabbie Dimenticate eccelle nella storia, nell’atmosfera ineguagliabile della serie, e si fa notare per il buon comparto tecnico, lo stesso non si può dire per il gameplay, che regala si qualche soddisfazione, ma rende spesso il coinvolgimento generale frustrante a causa dell’eccessiva difficoltà di alcune sezioni e la non proprio ideale calibrazione dei comandi. Il titolo è consigliato ai soli appassionati e ai giocatori incalliti. Per tutti gli altri sono disponibili le versioni next gen.

CI PIACE
Ottime atmosfere
Gameplay equilibrato con sessioni platform ed action ben alternate tra loro
Impianto tecnico di ottima fattura
NON CI PIACE
Livello di difficoltà mal bilanciato
Longevità e rigiocabilità davvero scarse
8Cyberludus.com
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