Nel 2000 Eidos Interactive pubblicò un prodotto che ha lasciato un segno profondo nel panorama video ludico: “Deus Ex” . Il titolo era uno straordinario ibrido tra FPS e RPG , un vero e proprio precursore, che ci metteva nei panni di J.C. Denton, un agente dell’UNATCO, una forza speciale antiterrorismo in un futuro non molto lontano (dicono gli sviluppatori “intorno al 2030”). Il nostro eroe operava in uno scenario cyberpunk , prevalentemente di notte, in un mondo cupo e apparentemente freddo, utilizzando le proprie capacità di umano potenziato artificialmente tramite degli impianti tecnologici. La trama intricata, il fascino di ambientazione e personaggi e soprattutto la grande libertà decisionale e di azione decretarono il grandissimo successo di “Deus Ex”, che però non fu bissato nel 2003 dal seguito “Deus Ex: Invisible War”.

Oggi, Eidos ha deciso di riprovarci ed è così arrivato l’annuncio all’ultima Game Developer Conference della pubblicazione nel 2010 del nuovo capitolo “Deus Ex: Human Revolution” . La curiosità intorno al progetto è alta, vista anche l’assenza nel team di sviluppo di quel Warren Spector che è stato il leggendario creatore della serie. Vediamo ciò che si sa finora.

Da Motown con furore.

Il primo cambiamento rispetto agli episodi precedenti riguarda il setting : corre l’anno 2027, siamo a poco tempo prima della grande catastrofe che ha portato il mondo a diventare quel posto buio e tetro “à la Blade Runner” che abbiamo imparato a conoscere nei primi due titoli. E non siamo più nemmeno a New York, ma partiamo da Detroit , città in cui una compagnia specializzata in tecnologie cibernetiche ha risollevato la città da una crisi profonda. Ovviamente implicata nello studio degli impianti cibernetici sugli umani, questa compagnia apparentemente sembra iniziare ad agire un po’ sopra le righe, ed è qui che facciamo la conoscenza del nostro protagonista, tale Adam Jensen , che lavora per la suddetta compagnia. La particolarità del buon Adam è rappresentata dalle sue braccia cibernetiche (nel trailer sembra Jax di un Mortal Kombat qualsiasi), che però lui non ha mai voluto. Ed è proprio su questo tema del “transumanismo” e delle sue implicazioni che ruota tutto il gioco, su questo desiderio di potenziamento e di miglioramento delle abilità umane contrapposto ad una perdità della stessa umanità. E questo tema è anche sottolineato dal particolare look delle ambientazioni: siamo di fronte ad una Detroit in cui le fabbriche e gli edifici rivisitano in chiave tecnologica il Rinascimento , l’epoca d’oro delle scoperte e della consapevolezza umana. In definitiva, molti dei temi cari alla serie vengono riproposti e sviluppati ancora in “Deus Ex: Human Revolution”. Ma in che modo?

Ah, il libero arbitrio.

Una delle cose di cui si vantava maggiormente Warren Spector per il primo “Deus Ex” (insieme a tutti coloro che sono riusciti nell’impresa) è che il gioco potesse essere completato senza uccidere un singolo nemico per tutta l’avventura. Tale era la libertà di azione che qualsiasi ostacolo aveva un ampissimo ventaglio di soluzioni, che variavano dal diversivo, all’approccio stealth fino all’uso della violenza. Questo aspetto, che di fatto rappresenta una delle chiavi del successo del primo titolo, è stato ovviamente ripreso e rimaneggiato nel nuovo capitolo. I responsabili di “Deus Ex: Human Revolution” hanno dichiarato che sarà possibile anche qui ripetere l’impresa, aggiungendo inoltre che il giocatore può anche decidere di non aumentare ciberneticamente in alcuna maniera il proprio corpo. Saremo liberi di effettuare diverse scelte in ogni frangente , e queste si ripercuoteranno sul seguito dell’avventura e, come in passato, anche sul finale. Questo ovviamente agisce anche sulla longevità del gioco, in quanto amplia notevolmente la possibilità di replay , fornendo teoricamente una esperienza diversa ogni volta che si rigioca il titolo.

Semi di rivoluzione.

Altre modifiche che sono state annunciate riguardano in primo luogo l’inventario: qui si tratta di un sostanziale ritorno alle origini, in quanto saranno abbandonate le munizioni unificate introdotte con poco successo nel secondo capitolo e il sistema dell’inventario sarà più vicino a quello del gioco capostipite . Inoltre l’esito dei colpi sparati sembra non sarà più determinato dai punteggi di statistica, ma solo ed esclusivamente dalla mira presa sul momento, come in un FPS puro, scelta che riduce leggermente la componente ruolistica, ma da non stigmatizzare a priori perché va detto che un colpo mirato al millimetro che però non va comunque a segno era uno degli aspetti negativi del “Deus Ex” originale.

Sing for revolution.

Ciò che abbiamo in mano riguardo a “Deus Ex: Human Revolution” è tanto per quanto riguarda trama, ambientazione e filosofia di gioco, ma molto poco ancora per quanto concerne il gameplay e il comparto tecnico. Ancora una data di uscita non è stata rilasciata, si parla solo di un generico 2010. Non ci resta che aspettare il prossimo E3 per avere altre informazioni su quello che si preannuncia un titolo davvero interessante, anche solo per il blasone che porta. Che la rivoluzione abbia inizio!

Articolo precedenteAlice in Wonderland
Prossimo articoloResident Evil: Uprising
CyberLudus è un'Associazione Culturale che opera nel settore videoludico dal lontano 2007, a stretto contatto con produttori e distributori di tutto il panorama internazionale. La nostra redazione segue con passione ed entusiasmo l'evolversi di questo mondo, organizzando tornei e contest, partecipando a manifestazioni ed eventi e, attraverso il nostro portale, fornendo all'utenza un piano editoriale che prevede recensioni, anteprime, guide strategiche, soluzioni, rubriche ed approfondimenti.