Posso avere un menù?
Con l’arrivo di Spore Hero Arena, l’ultima creazione partorita dalla geniale mente di Will Wright, approda su Nintendo Ds sottoforma di uno spin off che tenta di catturare una fascia di pubblico più variegata e in special modo quella fascia di utenti più giovani possessori del portatile Nintendo. Se Spore ci chiedeva di creare un nostro piccolo mondo assistendo passo dopo passo all’affascinante processo di evoluzione (più o meno guidato) in Spore Hero Arena l’idea alla base del gioco è decisamente meno ambiziosa, piuttosto è costruita attorno a meccaniche di gioco decisamente più classiche e collaudate. A rimanere fedele alla struttura di Spore è l’enorme libertà e varietà riservata ai giocatori in fase di creazione della propria creatura. La creazione rimane l’obiettivo ultimo, l’aspetto chiave che spinge alla prosecuzione dell’avventura cimentandosi nella raccolta di nuove parti del corpo da incorporare alle creature. L’editor è il primo vero e proprio menù in cui dover ambientarsi per dare forma e vita al proprio essere, nonché eroe dell’avventura ambientata nell’universo di Spore tra pianeti di varia dimensione e caratteristiche. La creazione è assistita passo per passo da messaggi testuali e dalla descrizione delle parti del corpo che si vanno ad applicare sul torso (anch’esso a propria scelta).
Questione di meteorite
Data una forma al nostro eroe diventeremo i protagonisti di un curioso incidente spaziale. La nostra navicella dopo aver subito alcune turbolenze precipita in un pianeta sconosciuto e rimane danneggiata. Noi, usciti quasi incolumi dall’incidente, lasciamo la navicella e per prima cosa ci nutriremo scegliendo se cibarci di creature viventi o di frutti. In base alla nostra nutrizione decideremo se la nostra creatura diverrà carnivora, erbivora o onnivora. Una volta nutriti proseguiamo nell’esplorazione del pianeta fino ad arrivare di fronte un enorme meteorite blu che distruggeremo a suon di pugni entrando in contatto con esso e assorbendo i suoi strani poteri. Proseguendo giungeremo nella casa di un alieno di nome Yeedo e abitante del pianeta. Il vecchio alieno ci racconterà la sua storia parlandoci del suo prestigioso passato da fabbro durante il quale forgiò delle medaglie utilizzando un meteorite rosso che si scagliò proprio vicino il luogo in cui viveva. Le medaglie vennero affidate ai migliori combattenti della galassia i quali però assorbirono gli effetti negativi del meteorite rosso, diventarono per tanto ostili e rabbiosi e suscitarono l’invidia di tutti i concorrenti. La rabbia dei lottatori costrinse Yeedo ad abbandonare il suo pianeta natio e a trasferirsi nel pianeta in cui noi siamo incidentalmente atterrati. A questo punto Yeedo dopo averci aggredito si scuserà per gli effetti che il meteorite rosso ha provocato in lui ma allo stesso tempo, meravigliato della nostra immunità verso i poteri del meteorite rosso ci inviterà a proseguire nel nostro viaggio con lo scopo di raccogliere tutte le medaglie in possesso dei combattenti per purificarli. Ricostruita la navicella e accumulato sufficiente energia elettrica per spostarci al pianeta successivo inizierà il viaggio del nostro mostruoso eroe verso la salvezza dell’universo dagli effetti del meteorite rosso.
Un gameplay un po’ ridondante
Saliti sull’astronave ci vengono illustrati ulteriori principali aspetti del gioco. A bordo della navicella potremo consultare l’illustre Sporepedia, una sorta di bestiario con tutte le immagini delle creature del gioco, accedere al computer di bordo per decidere la nostra prossima rotta, avviarsi verso il teletrasportatore per scendere sul pianeta in cui ci troviamo e infine accedere al menù battaglia libera, multigiocatore e alla camera evolutiva. In quest’ultima si può accedere all’editor delle creature per apportare modifiche al nostro mostriciattolo oppure per apprendere fino a tre tipi diversi di abilità speciali. Queste ultime abilità si suddividono per: abilità a singolo, multiplo e prive di obiettivo. Le prime consentono di colpire con un concentrato di danni un solo mostro, le seconde arrecano un danno diffuso su tutti i nemici presenti nell’arena mentre le abilità prive di obiettivo potenziano le caratteristiche del nostro mostro o producono situazioni a noi favorevoli. Il gameplay di Spore Hero Arena si ramifica in due sezioni che si intervallano con ritmo più o meno regolare. Abbiamo così sezioni di esplorazione e battaglie, le prime necessarie a conoscere i pianeti su cui sbarchiamo interagendo con l’ambiente, raccogliendo nuove parti di mostro destinate all’editor e soprattutto parlando con gli npc del luogo. Questi ultimi ci assegneranno delle brevi missioni-sfida da portare a termine o ci proporranno sfide di combattimento con i campioni del luogo. Le sfide combattimento si concretizzano in obiettivi come battere i nemici nel minor tempo possibile o battere i nemici senza essere sconfitti. Vincendo queste sfide otterremo ulteriori parti di mostro per le nostre creazioni e alcuni frammenti di meteorite che ci apriranno le porte alla sfida contro il campione in carica del pianeta di turno. In termini pratici gli sviluppatori di Electronic Arts hanno ben pensato di sfruttare pienamente il touch screen della console attribuendo al tocco di questo il movimento del personaggio. Muovere il nostro essere risulta fluido ed intuitivo, una fluidità che si apprezza pienamente in fase di battaglia. Durante gli scontri possiamo muoverci tramite touch screen e attaccare il nemico con i tasti direzionali o i tasti XY ed AB (se si è mancini). Gli attacchi principali si riconducono ai classici pugni, morsi, sputo acido per attacchi a distanza e barriera o strattone. Tutti questi attacchi possono essere caricati per infliggere un danno maggiore e spingere il nemico al di fuori dell’arena, vincendo così l’incontro. A supporto di questi attacchi base abbiamo tre attacchi speciali (già illustrati in precedenza) da attivare dopo aver sferrato una serie di mosse, premendo i tasti dorsali L o R. Un sistema di combattimento molto semplice e funzionale che tuttavia incontra i suoi limiti dopo qualche ora di gioco proprio a causa della mancanza di profondità. In luce del fatto che gli scontri in arena avranno sempre più rilevanza nel corso del gioco, scontrarsi con il limite di assenza di profondità del gameplay è praticamente inevitabile, tutto questo produce una componente di ripetitività indubbiamente negativa per la longevità del gioco.
Un aspetto buffo e colorito e…il multigiocatore!
Osservando il titolo Electronic Arts girare su Nintendo Ds si giunge alla conclusione che una particolare attenzione è stata riposta specialmente sull’aspetto visivo del gioco. Il titolo è basato su un motore grafico 3D con visuale isometrica (dall’alto se preferite) che gestisce ogni poligono e textures senza il minimo calo di frame rate. Un aspetto grafico non stupefacente per quantità di dettagli e qualità dei modelli poligonali ma, per pulizia tecnica e colori utilizzati. D’altronde il nostro personaggio è ben riprodotto e le animazioni, qualunque forma diamo alla creatura, sono sempre fluide e a tratti perfino buffe (fattore positivo se si tratta delle già buffe d’aspetto creature di Spore). Nulla di pretenzioso sul lato sonoro, le musiche accompagnano bene le ambientazioni o le situazioni di gioco e non vogliono mai stupire per maestosità, allo stesso tempo non ritornano all’orecchio come troppo ripetitive e banali. A supporto di una longevità traballante e incerta (per i motivi già descritti) rimane la possibilità, per i più appassionati del gioco, di poter disputare battaglie onffline ed online contro amici muniti di codice o attraverso Nintendo Wi-Fi Connection. Una caratteristica che perfino la versione Wii del gioco ha da invidiare alla sua controparte portatile. Un’ulteriore lode di merito agli sviluppatori.
Conclusioni
Electronic Arts ha confezionato un titolo portatile completo e basato sul già affermato universo di Spore. Il gioco gode della notoria libertà di editor delle creature grazie al vasto numero di parti del corpo da collezionare ma non solo, perchè Spore Hero Arena si presenta dignitosamente agli occhi del pubblico grazie al suo motore grafico colorato e rifinito. Il gameplay si basa su concetti piuttosto semplici ma poco profondi, pertanto se inizialmente può divertire e coinvolgere, sul lungo periodo potrebbe stancare per ripetitività. Questo problema rimane strettamente collegato all’approccio del giocatore verso l’azione e il ritmo offerto dal gioco. La ripetitività è pur sempre presente e minacciosa nei confronti della longevità nonostante può contare su una modalità multiplayer offline e online. Spore Hero Arena non tocca nuovi traguardi di rilievo ma rimane un titolo sufficientemente completo da provare per i più curiosi e (ovviamente) dai fan delle creature ideate da Will Wright.
Danilo “ilDake” Recchia