Introduzione

Con la mente, ancora contesa tra il mondo dei sogni e quello reale, Alex Mecer si sveglia in un’obitorio; i vestiti sporchi del suo sangue e due figuri in tuta protettiva, pronti ad aprirgli il torace per studiarlo.

In pochi istanti realizza di dover fuggire; di doversene andare il più velocemente possibile da quel macabro luogo.

Al termine della sua fuga, ciò che gli si para di fronte va al di là di ogni sua più fantasiosa immaginazione: la Grande Mela sembra un quadro apocalittico ed i suoi ricordi sono svaniti, lasciandolo completamente alla mercè di un mondo sconvolto.

Una sorta di guerra civile sembra esser scoppiata in città: militari, conosciuti come il reggimento “Blackwatch”, lottano contro gli “Infetti”, persone affette da uno strano virus che ne muta i lineamenti trasformandole in terribile creature assetate di sangue e distruzione.

Alex inoltre, scopre di possedere particolari poteri raccapriccianti e disumani.

Da solo contro un mondo sconvolto ed impazzito, messo a ferro e fuoco dal conflitto tra infetti ed esercito, deve usare ogni risorsa per far luce sul suo passato e sulle verità nascoste che lo hanno trasformato e sono responsabili di quanto stia accadendo alla sua città.

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Gameplay

L’idea di un virus letale in grado di contaminare intere città e di rendere umani folli esseri mutati e violenti, non è nuova per il mondo videoludico.

La serie di “Resident Evil” nè è la prova lampante e dimostra come possa esser sfruttata per generare orrore e paura. Anche “Prototype”, uno dei pochi titoli Vivendi sopravvissuti alla fusione con Activision, basa la sua ambientazione su questo aspetto.

Tuttavia, differentemente dagli altri, si distingue nel riuscire a dipingere un contesto apocalittico, teatro di azione e distruzione, all’insegna del **free-roaming **** ( la libertà di muoversi senza vincolo alcuno ndr.).

Alex Mecer si ritrova in una New York apparentemente tranquilla: la gente percorre le vie della Grande Mela con la classica frenesia della vita di città, incapace di capire quale tremendo fato le sia stata riservato.

La presenza militare è praticamente assente e nulla lascia presagire le carte che “Prototype” può e desidera sfoderare.

Alex è solo; ufficialmente tacciato di terrorismo e spionaggio; in realtà braccato dalle forze militari che si apprestano ad assediare la città.

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Nulla può entrare, nulla deve uscire.

Dall’alto di un grattacielo, l’anti-eroe osserva il quieto vivere dei cittadini e cerca di riordinare i pochi ricordi ancora rimasti. E’ conscio di non esser più un semplice esser umano; durante la fuga il suo corpo reagisce in maniera imprevedibile dimostrando capacità al di fuori del comune. Alex scopre così di esser un mutaforma dalla forza sovraumana, in grado di consumare altri esseri viventi e di acquisirne le sembianze, l’energia vitale ed i ricordi. Ed è in questo modo, quasi per caso, che si imbatte nella prima traccia con cui inizia il suo cammino verso il mistero del suo passato perduto.

Con il proseguire delle indagini, ben presto un virus letale appare in città, mutando le persone in essere orribili ed inglobando tra tentacoli vivi e pulsanti, strutture e veicoli.

In questo preciso istante il giocatore rimane affascinato da “Prototype”. Il titolo mostra una città che, col tempo, rimane sempre più vittima della piaga; dai primi esseri umani mutati che vagano per la cittadina seminando il terrore o venendo abbattuti dalle poche forze militari, ad interi quartieri trasformati in una sanguinolenta creatura vivente, tra urla di disperazione ed esplosioni di combattimenti. Non è inusuale assistere a veri e propri scontri tra militari ed infetti, le due fazioni in lotta per il controllo di New York. Al giocatore, braccato da entrambi, non rimane che sopravvivere e decidere in che modo concentrare i propri sforzi per ribaltare la situazione a proprio favore.

Ciò che lascia piacevolmente colpiti, è che la città stessa muta dinamicamente; i militari si ammassano nel tentativo di fortificare varie zone da cui sferrare gli attacchi ed arginare la malattia, mentre gli Infetti si applicano con costanza per conquistare differenti quartieri e trasformare i residenti in creature tanto terrificanti quanto letali.

Il risultato è un eccellente quadro apocalittico che peggiora gradualmente con il dipanarsi della trama.

La stessa differenza tra bene e male quasi scompare nel caotico contesto in cui regna New York e le fazioni in gioco non sono altro che simboli delle tinte grigie di cui il mondo è solito dipingersi.

Alex è l’emblema dell’anti-eroe; desideroso di vendetta ed incapace di provare compassione per coloro che si frappongono tra lui ed il suo obiettivo. E’ un mutaforma con la capacità di trasformare ogni parte del suo corpo in ciò che più desidera: artigli, magli, scudi e armature sono solo alcune delle possibilità a sua disposizione.

Nel corso dell’avventura, affrontando militari ed infetti, il corpo dell’eroe assimila dna e conoscenze delle sue vittime e permette al giocatore di migliorare le caratteristiche del suo alter ego.

Se nei primi istanti dell’esperienza videoludica le azioni che si possono fare si limitano ad alcune combo e al lancio degli oggetti grazie alla forza sovrumana di Alex, col tempo si sbloccano poteri ed azioni sempre più efficaci e devastanti.

Il free-roaming e il livello d’azione vengono portato all’eccesso. Scanditi da un ritmo sempre più incessante, danno ben poco spazio al ragionamento e concentrano tutta l’attenzione sulla pura forza distruttrice e sull’istinto di sopravvivenza del protagonista.

Durante i combattimenti è possibile rallentare il tempo per pochi istanti, al fine di scegliere quali poteri utilizzare e quale tattica adottare per affrontare la situazione, dopodichè urla ed esplosioni si rivelano gli unici protagonisti.

Alex è libero di sfogare la propria ira sulle basi dei soldati o sui nidi del virus, eliminandoli, con le sue sole forze, dalla faccia della Grande Mela.

Non manca la possibilità di affrontare missioni stealth: piuttosto che affrontare direttamente uno scontro è possibile assorbire un comandante dei Blackwatch e sfruttare la situazione a proprio vantaggio. Nulla vieta di comandare le forze militari ad uno scontro letale contro gli Infetti, per poi provvedere alla completa eliminazione dei sopravvissuti.

Oltre ai poteri, Alex ha accesso a numerose armi (mitra e lanciarazzi sono solo un esempio), così come a diversi veicoli come APC, carri armati o elicotteri.

Tuttavia, per ottenere l’accesso ad alcuni strumenti di morte particolari o migliorare la propria abilità nel loro uso, è necessario assorbirne i piloti per acquisirne i ricordi e le abilità.

I lati negativi del free-roaming (visti e vissuti in un titolo come “Assassin’s Creed” ) sono sapientemente oscurati dalla trama, dalla libertà di modificare l’ambiente circostante seguendo il proprio capriccio e dalle missioni secondarie (anche se non troppo varie) che spezzano il ritmo di gioco divertendo.

Noia o ossessiva ripetitività non inficiano in alcun modo “Prototype”.

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Grafica e Sonoro

Il comparto grafico, sebbene non faccia urlare al miracolo, si difende egregiamente ed è studiato nei minimi particolari. L’atmosfera che diventa sempre più satura di rosso nell’avvicinarsi ad un alveare degli infetti, i corvi che volteggiano sulle masse dei cadaveri degli innocenti, l’azione dipinta a colpi di slow motion ed esplosioni, e molto altro ancora, sono i piccoli particolari che rendono “Prototype” un titolo curato ed affascinante.

Lo stesso evolversi dinamico della New York, da indaffarato centro cittadino a teatro apocalittico di scontri, colpisce più volte chiunque abbia modo di vederlo in azione.

I modelli non brillano per il numero di poligoni o il dettaglio, ma svolgono in modo perfetto il loro lavoro. Gli effetti speciali riescono a strappare lo stupore anche se principalmente costellati da esplosioni e fumi di ogni genere.

Le texture, apparentemente classiche ed anonime nel dipingere la città nei suoi primi istanti di vita comune, mostrano tutto il loro potenziale nel descrivere l’evolversi del virus ed il modo in cui un ammasso di metallo, calce e cemento, si tramuti in un insieme di carne viva e pulsante. Ciò che lascia piacevolmente colpiti è la fluidità con cui, anche i momenti più concitati, vengono gestiti dal motore grafico. Le animazioni del personaggio principale non hanno nulla a cui invidiare a titoli del calibro di Prince of Persia e spesso si dimostrano tanto eleganti quanto azzeccate.

Il comparto sonoro non brilla particolarmente, ma si attesta su livelli più che discreti, con effetti azzeccati e colonne sonore coerenti con il contensto.

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Conclusioni

“Prototype” è un ottimo gioco; azione e distruzione allo stato puro, nella libertà concessa dal free-roaming. Il comparto grafico e sonoro non sono forse di ultima generazione, ma sono curati nei piccoli dettagli riuscendo a dipingere in maniera convincente un’apocalittica New York vittima di un virus. Il carisma dell’anti-eroe Alex, la trama non superlativa ma più che piacevole, l’azione, i poteri, le tonalità grigie di cui è dipinto, si fondono insieme dando vita ad un’esperienza videoludica appagante. Un titolo davvero consigliato; sia gli amanti del genere d’azione, sia a coloro che si siano fatti catturare dall’idea proposta dall’ambientazione e che necessitino di sfogare la propria ira in combattimenti esplosivi.

Riccardo “Rial” Re

CI PIACE
  • Azione adrenalinica
  • Devastazione allo stato puro
  • Ambientazione apocalittica proposta con grande abilità
  • Grande cura per i piccoli dettagli
NON CI PIACE
  • Missioni secondarie non troppo varie
  • Trama piacevole ma senza grandi colpi di scena
8.5Cyberludus.com
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