La magnificenza di Steam, vero ed originale promotore del concetto di “studio videoludico indipendente”, giace anche nel fatto che la sua libreria continua, imperterrita, a riempirsi di titoli sui generis ed interessanti. Spesso e volentieri, tra le altre cose, completamente slegati da quelli che potrebbero esser definiti come i “trend ludici” del momento. È il caso di Kvark, sparatutto sviluppato da Latest Past e pubblicato da Perun Creative, uscito recentemente dall’Early Access con l’aggiunta di tanti contenuti in più, tra cui il terzo ed ultimo capitolo della campagna. Un tuffo nostalgico nel passato (non così remoto) degli sparatutto in prima persona.
Ma basterà la nostalgia a renderlo valido? Bando alle ciance, ecco a voi la recensione di Kvark!
Half… Kvark
Kvark è uno sparatutto in prima persona ambientato in una struttura di ricerca fittizia nella Repubblica Ceca degli anni ’90. In Kvark impersoneremo un “prezioso dipendente” di una struttura sotterranea in cui gli incidenti sul lavoro (di tipo mortale) sono un evento quasi quotidiano. Se vi sembra un po’ strano che il vostro nuovo lavoro inizi in una spartana cella, ben presto questo diverrà l’ultima delle vostre preoccupazioni. Qualcosa è andato storto, infatti, e sta a voi scoprire cosa è realmente successo. Se vi ricordate di aver giocato agli sparatutto dei primi anni 2000 (ed in modo particolare Half-Life), potreste trovare qui alcune meccaniche familiari oltre che un improvviso, assillante senso di profonda ed irrecuperabile nostalgia.
Da un punto di vista prettamente ludico, infatti, Kvark è un omaggio a 360° agli shooter di un tempo, diretti (ma non troppo) e dediti unicamente al “blastaggio” sregolato di tonnellate e tonnellate di nemici. Il titolo di Latest Past combina sparatorie, risoluzione di enigmi (tendenzialmente lineari) e gestione dell’inventario incastonate in una ossatura ludica per lo più diretta, ma che offre anche un discreto numero di sezioni da esplorare. Si capisce subito qual è l’obiettivo del gioco e, grazie ad un level design piuttosto basico, è abbastanza facile capire dove si deve andare e cosa si dovrà fare. L’esplorazione è comunque presente ed importante anche perché il titolo è disseminato di oggetti utili o collezionabili “di trama” (alcuni davvero “singolari”) in aree che potrebbero sfuggire durante la “main route”.
Blastin’ my way out
Vi sono diverse caratteristiche specifiche del gioco, memori del passato, che però potrebbero non piacere alle nuove generazioni: a cominciare dal sistema di salvataggio, che impiega checkpoint “one shot” per segnare i progressi in un livello. I punti di salvataggio sono pochi e tendenzialmente distanti tra loro: se a questo aggiungiamo una mira “chirurgica” di gran parte dei nemici che spareranno a distanza, avremo contezza di cosa Kvark offre, ovvero una sfida, in generale, impegnativa. A questo, si aggiunga che, probabilmente, la moderna audience, abituata a narrative “elaborate” e meccaniche gameplay profonde ed espanse, potrebbe trovare limitante l’estrema semplicità dei meccanismi che muovono il gioco (ovvero, spara a tutto ciò che si muove, senza “pensieri”).
La selezione di armi in Kvark è abbastanza limitata e non vi saranno varianti “avanzate”, ma quelle che riusciremo ad ottenere nel gioco restituiranno un feeling interessante e con diversi gradi di “pesantezza”. Visivamente, Kvark ricorda gli sparatutto dei primi anni 2000, anche per la sua mera sanguinosa brutalità. Per la maggior parte del tempo “passeggeremo” all’interno dei corridoi e degli uffici della struttura, tendenzialmente ben caratterizzati e con alcune “chicche” tipiche degli shooter del passsato, ma ci sono anche alcune sezioni all’aperto durante le quali ci si troverà nel verde e in aree relativamente più ampie.
In generale, l’estetica retrò funziona alla grande ed è piuttosto ben curata e dettagliata, con una certa varietà di ambienti e nemici tali da rendere l’esperienza di Kvark, in generale, visivamente variegata. Per quanto concerne le prestazioni, nulla da eccepire: il titolo scorre fluido in ogni contesto anche su computer non esattamente al top. I controlli, in generali, sono estremamente responsivi e non si avvertirà nessun tipo di latenza o di “pesantezza” immotivata. Unico neo, probabilmente, l’estrema linearità dell’intelligenza artificiale dei nemici che, in generale, ci si butteranno addosso senza grandi perplessità “tattiche” (ma la cosa, per i fan di Serious Sam, potrebbe essere un assoluto pregio). Da un punto di vista della pulizia tecnica, il gioco è tendenzialmente esente da gravi bug, seppur durante le fasi di test sono incappato in un fastidioso baco che mi ha “intrappolato” nel menù principale e costretto a riavviare il gioco, perdendo tra l’altro i progressi fatti.
Concludendo…
Kvark ha i suoi nei, ma nel complesso è un titolo assolutamente valido. Il prodotto di Latest Past presenta un ambiente interessante da esplorare e allo stesso tempo utilizza tutte quelle caratteristiche “tipiche” degli sparatutto vecchia scuola, lineari, brutali, veloci e senza pensieri. Una combinazione che, probabilmente, potrebbe non far venire il languorino alle nuove generazioni, abituate ad una generale complessità a tutto tondo dell’esperienza ludica.