Difficile ricordare una annata così prolifica come quella che stiamo vivendo, in termini di uscite videoludiche. Nel solo periodo estivo, abbiamo avuto modo di “assaporare” due tra le più grandi produzioni ruolistiche degli ultimi anni, come Baldur’s Gate 3 e Starfield – senza escludere titoli che abbiamo già avuto modo di vivere i mesi passati, come The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom e Diablo IV, solo per citarne alcuni.

Nonostante le uscite “big”, molti altri titoli, considerabili minori, non sono comunque passati inosservati agli occhi dei videogiocatori. Ne è un esempio il titolo oggetto della nostra odierna disamina, Immortals of Aveum, titolo prodotto sotto l’egida di Electronic Arts, sviluppato dal team indipendente californiano AAA conosciuto come Ascendant Studios.

Immortals of Aveum è un peculiare shooter in prima persona dove, al posto delle bocche da fuoco, dovremo lanciare magie, in un setting fantasy dall’elevato spessore tecnico.

Quello che sembra essere un prodotto dai valori produttivi sopra la media, è in realtà un titolo imperfetto che non mancheremo di analizzare, quest’oggi, nella nostra recensione, relativa alla versione Xbox Series X del titolo.

Buona lettura…

Un setting fantasy dagli elevati valori produttivi

Narrativamente parlando, Immortals of Aveum prova, fin dalle prime battute, a proporre una trama coinvolgente, cercando di mettere sul piatto tematiche dall’alto impatto emotivo, in un setting fantasy non originalissima ma comunque caratterizzato da un’apprezzabile direzione artistico, dove al centro di tutto troveremo la magia, come fulcro centrale.

Iniziata una nuova partita, faremo la conoscenza di Jak, il protagonista del gioco, accompagnato dalla sua amica d’infanzia Luna – entrambi trovatelli nei bassifondi della cittadina di Lucium, riescono a sopravvivere tra un furto ed un altro, ma ovviamente qualcosa irromperà, irremidiabilmente, nelle loro vite, sconvolgendo il futuro dei due amici: l’attacco del nemico Regno di Rasharn.

Raggiunto dai soldati nemici, Jak verrà salvato dall’amica che, nel tentativo, perderà la vita: in questo momento Jak otterrà il potere dei triarca, una magia rara nel mondo di Aveum, che gli consentirà di proseguire il sogno della compianta amica, ovvero diventare un Magus al selvizio del popolo.

Immortals of Aveum propone una trama molto classica, che però mette in mostra una pletora interessante di personaggi ben delinaeti, specialmente dal punto di vista tecnico. Coadiuvate da un buon doppiaggio in lingua italiana, seguire la narrativa attraverso le diverse cutscene proposte è un piacere, dall’inizio alla fine. Serviranno circa una quindicina di ore per arrivare ai titoli di coda e, dal canto nostro, abbiamo trovato la longevità molto equilibrata per un titolo di questo calibro.

Call of Magic?

Immortals of Aveum porta la firma di Bret Robbins, creative director di diversi capitoli di Call of Duty oltre che aver lavorato a Dead Space.

In Immortals of Aveum i giocatori avranno la possibilità di sperimentare le dinamiche di shooting che hanno reso famosi titoli, appunto, come Call of Duty, in un setting però fantasy/medievale dove, alla soverchiante presenza di armi e proiettili, troveremo invece una estesa pletora di incantesimi, mai vista in un gioco di questo genere – Immortals of Aveum rimpiazzale armi con svariate arti magiche, combinabili tra di loro.

I ragazzi di Ascendant Games sono riusciti nelL’intento, consegnandoci un prodotto un po’ fuori dalle righe, sotto certi aspetti, ma, allo stesso tempo, innovativo e dannatamente divertente da giocare, pad alla mano. Il sistema di combattimento ci darà la consapevolezza della potenza del protagonista, Jak, e della sua propensione all’utilizzo delle arti magiche.

Grazie ad un esteso tutorial iniziale, inizieremo a padroneggiare le nostre abilità da triarca e, una volta familiarizzato a dovere con le meccaniche di gameplay, inizieremo a piegare a nostro volere il gioco, rendendo i combattimenti sempre più frenetici e soddisfacenti.

Una next gen un po’ claudicante

Nonostante la presenza massiccia di cutscene dall’elevata qualità, grazie comunque a valori produttivi sopra la media, Immortals of Aveum è un titolo che, almeno su console, presenta diverse problematiche.

L’uso massiccio di tecnologie di upscaling – FSR – a volte non permette al giocatore di godere appieno dell’appeal estetico delle location di Aveum, visto che la risoluzioni dinamica sembra abbattersi violentemente in alcune situazioni. Detto questo, c’è comunque da apprezzare l’ottimizzazione lato frame rate operata dagli sviluppatori: come dicevamo, abbiamo completato il gioco in versione Xbox Series X e non c’è stato un momento in cui il frame rate – ancorato a 60 fps – non abbia mostrato affaticamenti di sorta.

Le ambientazioni, il design dei personaggi ma, soprattutto, gli effetti particellari trasudano “next gen” da tutti i pori, mettendo in luce una fiera di luci e colori a volte davvero bella da vedere.

Da apprezzare la localizzazione in lingua italiana, che si appoggia ad un buon doppiaggio in grado di dare la giusta verve alle cutscene presenti.

Concludendo…

Anche se imperfetto, sotto certi aspetti, Immortals of Aveum è un titolo che si allontana dai canoni standard degli shooter in prima persona. Trovare un fps a base di magie e stregonerie è un po’ atipico, ma non per questo non funzionale e su questo, il titolo di Ascendant Games riesce a colpire il bersaglio!

CI PIACE
  • Sistema di combattimento efficace e divertente
  • Tecnicamente ancorato ai 60 fps su console
  • Longevo il giusto
NON CI PIACE
  • Setting non particolarmente originale
  • Manca un setting grafico dedicato alla qualità
Conclusioni

Anche se imperfetto, sotto certi aspetti, Immortals of Aveum è un titolo che si allontana dai canoni standard degli shooter in prima persona. Trovare un fps a base di magie e stregonerie è un po’ atipico, ma non per questo non funzionale e su questo, il titolo di Ascendant Games riesce a colpire il bersaglio!

7.5Cyberludus.com

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Nerd purosangue classe 1992, si avvicina al mondo dei videogiochi grazie al SEGA Master System di sua madre. Destreggiandosi tra Alex Kidd e Sonic the Hedgehog, comincia a farsi una importante cultura videoludica a base di platform e beat ‘em up. Fedele seguace della “master race”, consuma giochi di ruolo dalla mattina alla sera, anche se la sua saga preferita rimane Grand Theft Auto degli inarrivabili Rockstar Games, che fin dal primo capitolo lo ha aiutato a diventare la brutta persona che imparerete a conoscere.

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