Su cosa costituisca l’essere un “buon videogame”, è argomento di dibattimento ultra-decennale. Sin dai primi vagiti dell’industria, si è discusso molto sul senso stesso della “bontà” di una produzione videoludica: lunghezza? Emozione? Quantità? Stupore tecnologico? La risposta non c’è (o, probabilmente, è un misto imprecisato tra le varie “possibilità”), ma sta di fatto che negli ultimi anni, anche grazie al proliferare di tantissimi titoli indipendenti, sono improvvisamente spuntati generi e sotto-generi, spesso atipici, che hanno affollato (fortunatamente o no?) le nostre librerie virtuali. Fra questi, gli arci-noti walking simulator, una definizione a nostro avviso impropria e molto superficiale per descrivere delle esperienze, tendenzialmente, meta-ludiche e che oscillano, spesso con somma maestria, tra concetto e azione in senso stretto. In questo ambito, si muove il titolo di cui parleremo oggi, The Fabled Woods, sviluppato ed edito da Cyberpunch Studios e Headup, di cui saggeremo la versione PC (Steam).

Un sogno verde, un incubo rosso

The Fabled Woods è un’avventura grafica, incentrata sull’esplorazione e sulla narrazione. Circondati da uno scenario boschivo, tra sogno e realtà, i nostri passi riecheggeranno in un setting vibrante e rigoglioso e che, sin dai primi istanti, catturerà la nostra piena attenzione per la ricchezza dei dettagli e la capacità, quasi totale, di immersione. È bene sottolinearlo sin dalle prime battute: il titolo offrirà una cortissima esperienza di gioco, circa due ore, strutturata in modo piuttosto lineare e che, quindi, concederà quasi nulla alla rigiocabilità complessiva del titolo.

Un titolo che, come detto fondato sulla narrazione, avrà in essa il suo motore sostanziale: la linea narrativa è difatti divisa in tanti mini-capitoli, raccontati da un non meglio precisato narratore chiamato Larry. Ogni capitolo ci consentirà di esplorare piccole porzioni della foresta e, al contempo, ci metterà nella posizione di unire diversi tasselli di un complessivo mosaico che, solo alla fine, comporrà una linea di narrazione intrigante e interessante, in cui cozzano luce ed ombra. Peccato che, data l’estrema limitatezza del titolo in ordine cronologico, la sensazione è di occasione narrativa sprecata: tutti i capitoli sono sicuramente intriganti ma, a pelle, “accelerati” e frettolosamente “archiviati”. Riassumendo: le possibilità saggiamente e potenzialmente apertesi con le premesse iniziali, vengono però rapidamente e linearmente, concluse lasciando, probabilmente, un po’ di amaro in bocca.

Tra luci e ombre

A ciò si aggiunga anche che, come specificato inizialmente, l’avventura in sé non offre praticamente nessuna sfida meccanica o logica. Seppur concettualmente appartenente al famoso e “famigerato” genere delle avventure grafiche (e, fra i più attempati di noi, ricorderanno ore e ore intere dedicate al “button mashing” palmo per palmo degli scenari, alla ricerca dell’oggetto “impossibile” da vedere), The Fable Wood tende più a sottolineare l’importanza dell’esperienza e del meta-gioco, piuttosto che impegnarci in un rigido e difficile binario. Nella fattispecie, esplorando gli ambienti di gioco, i vari oggetti ed aree di interesse saranno “evidenziati” in rosso, grazie ad una pseudo capacità sovrannaturale legata ai “ricordi” del protagonista e che trasformerà l’intero ambiente circostante in una sorta di “cupo” incubo. E, a limitare ancor di più le complessive meccaniche di gioco, vi sarà anche una generale bassa interattività con il mondo esplorabile che offrirà ben pochi punto di interesse da “toccare”.

Ultimo ma non tale, il comparto tecnico, probabilmente l’aspetto migliore del gioco. Un bosco verdeggiante, splendidamente realizzato e che, a tratti, ci catturerà completamente, grazie all’ottimo livello di dettaglio e all’utilizzo magistrale delle luci e della palette cromatica, morbida e “pesante” al punto giusto. Per quanto concerne le performance e la complessiva pulizia “matematica”, The Fable Woods, vista anche la sua “essenziale” semplicità meccanica, poggerà le sue movenze ludiche su di un’esperienza complessivamente fluida e senza errori o intoppi particolari. Ultimo ma non tale, il comparto sonoro: effettistica di tutto rispetto, recitazione vocale altalenante tra segmenti davvero ben riusciti e inserimenti “forzati” di battute che, in più punti, appaiono un po’ fuori posto.

Concludendo…

The Fabled Woods è un’esperienza particolare: un’esperienza, breve, che nelle primissime battute intriga e lascia “quasi” senza fiato. Ma, dopo pochi minuti, diversi nodi vengono al pettine, tra segmenti di narrazione “frettolosi” e linearmente deviati, meccaniche di gioco ridotte all’osso e una longevità scarsa. Probabilmente, il titolo potrebbe essere un ipotetico “punto di partenza” di una serie narrativa di tutto rispetto, seppur l’ipotetico “capitolo” iniziale sarebbe non propriamente privo di difetti.

CI PIACE
  • Una buona partenza per i neofiti del genere
  • Visivamente meraviglioso
  • Narrazione intrigante..
NON CI PIACE
  • … seppur “accelerata” e breve
  • Rigiocabilità scarsa
  • Meccaniche ridotte all’osso
Conclusioni

The Fabled Woods è un’esperienza breve, che nelle primissime battute intriga e lascia “quasi” senza fiato. Ma, dopo pochi minuti, iniziano a fare capolino diverse “criticità”, tra segmenti di narrazione “frettolosi” e linearmente deviati, meccaniche di gioco ridotte all’osso e una longevità scarsa. Probabilmente, il titolo potrebbe essere un ipotetico “punto di partenza” di una serie narrativa di tutto rispetto, seppur l’ipotetico “capitolo” iniziale sarebbe non propriamente privo di difetti.

5.7Cyberludus.com

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