La serie videoludica di Steamworld ha visto la luca una decina di anni fa – circa – sul Nintendo DS, con un ibrido RTS/Tower Defense che ha avuto un discreto successo. Il vero punto di svolta, però, arrivò nel 2013 grazie a Steamworld Dig, platform degno di nota, dal gameplay dinamico e divertente.

Anche se cambia il genere (infatti questo titolo è un ibrido RPG/Card game), i protagonisti si contraddistinguono dal fatto che sono tutti robot dallo stile “steampunk” e la storia di ciascun gioco è permeata da un livello di umorismo sempre sopra le righe.

SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech

Vieni quì, Papà robot!

Avviando il gioco un filmato introduttivo presenta un padre (robot) che racconta al proprio figlio (anch’esso robot) una storia nella quale, tanto tempo fa gli dei, annoiati, crearono un cuore intriso di pura malvagità e lo inserirono nel petto di un gigantesco Behemoth. Fortunatamente, un grande eroe di nome Gilgamech, riuscì a strappare il cuore alla creatura e a seppellirlo dove non potesse recare danno a nessuno. Con il tempo, le sue gesta vennero dimenticate, ma un manipolo di aspiranti eroi hanno dovuto affrontare temibili avversari e pericolose avventure per sventare una nuova minaccia.

Praticamente quasi tutti i cliché dei vari giochi di ruolo e racconti fantasy (quindi draghi, cavalieri in armatura scintillante, tesori, avventure ecc…) vengono ripresi a piene mani, anche se ripresi in maniera ironica. Anche se la storia non presenta nulla di veramente nuovo, viene comunque da sorridere leggendo i dialoghi tra i vari personaggi, ognuno con diverse personalità.

SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech

All’esplorazione

Il gameplay di SteamWorld Quest si divide in due categorie: c’è la parte relativa all’esplorazione, che permette al giocatore di visitare liberamente delle piccolissime zone separate le une dalle altre e la seconda parte, relativa al combattimento, che si svolge a turni utilizzando un deck di carte interamente personalizzabile.

Durante l’esplorazione è possibile utilizzare il tasto azione per colpire con la spada vari oggetti presenti nelle zone (come barili o casse) per guadagnare monete, utili per acquistare upgrade ed oggetti consumabili, o per attaccare il nemico prima di iniziare il combattimento vero e proprio. Quest’ultima azione, se eseguita correttamente, simula un attacco “preventivo”, il quale garantisce una diminuzione di salute repentina degli avversari e la possibilità di iniziare per primi il turno di attacco. E’ comunque presente una mini-mappa in basso a destra per orientarvi ed aiutarvi ad esplorare tutte le zone di ciascun capitolo, condite da tesori nascosti ed equipaggiamenti più potenti.

Il combattimento si svolge scegliendo tre carte a turno (su sei disponibili in totale) per effettuare attacchi diretti o buff/debuff agli avversari, che verranno eseguiti in sequenza. Se un personaggio (dei tre controllabili) effettua tre attacchi consecutivi, si attiverà automaticamente una “sequenza eroica”, cioè una quarta carta che aggiungerà  un ulteriore effetto, il quale cambierà a seconda dall’arma equipaggiata.

Inizialmente partirete con due personaggi e mano a mano che proseguirete con la storia se ne aggiungeranno altri, ognuno con le proprie caratteristiche. Purtroppo, non è possibile personalizzare i personaggi a parte l’equipaggiamento (arma e due accessori),  quindi chi cerca un RPG con profonde personalizzazioni alle statistiche, abilità e dialoghi con scelte multiple, ha sbagliato direzione. Il leveling aumenta automaticamente le caratteristiche principali di ciascun personaggio, come succede nei JRPG (es: Final Fantasy). D’altro canto, la personalizzazione del deck è completa e concede al giocatore scelte strategiche piuttosto interessanti. Se contiamo che, comunque, con determinate armi equipaggiate cambiano anche le sequenze eroiche, chi è in cerca di una certa profondità a livello tattico ha trovato pane per i suoi denti.

Con il proseguimento dell’avventura si sbloccheranno carte aggiuntive, le quali potranno essere potenziate dal mercante, spendendo valuta in-game e materiali – ottenuti sconfiggendo nemici. Ogni personaggio può attivare un massimo di otto carte selezionabili durante il combattimento, perciò occorre preparare una configurazione ottimale a seconda degli avversari che si ha di fronte: ovviamente equipaggiare carte che generano attacchi basati sul fuoco contro creature con resistenza a quell’elemento, non è la strategia migliore…

In una o più parti dell’intera mappa di ciascun capitolo sono presenti determinate statue che rappresentano Gilgamech, il famigerato eroe citato ad inizio articolo, le quali permettono di salvare i proprio progressi (a conti fatti, si tratta di checkpoint posizionati strategicamente in ciascun capitolo), ma così facendo riappariranno tutti i nemici nei dintorni (stile Dark Souls), quindi si consiglia di esplorare per quanto possibile le zone antecedenti i punti di salvataggio.

Comparto tecnico

Se da un lato i disegni dei personaggi giocabili e dei nemici sono curati e animati piuttosto bene, dall’altro gli sfondi del paesaggio e tutte le costruzioni o decorazioni che caratterizzano ciascun capitolo (che siano case, rocce o fiori) appaiono quantomeno “sfocati” e meno curati in generale. Dal canto nostro avremmo preferito una maggior attenzione su questo aspetto, tuttavia presente in Steamworld Heist, il precedente capitolo che ha visto la luce nel 2016. Non si segnalano bug o problemi di natura tecnica, cosa piuttosto rara in un videogioco, soprattutto da diversi anni a questa parte.

SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech

Concludendo…

La longevità si assesta intorno alle 15-20 ore totali, ma dipende se vorrete esplorare al 100% tutti i capitoli e dal vostro ritmo di gioco. Tuttavia, una volta terminato, difficilmente riprenderete in mano il titolo, dato che il fattore rigiocabilità è pressochè nullo.
SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech è un gioco senza meccaniche estremamente complesse, quindi lo rendono perfetto sia per partite “spot” che per sessioni decisamente più lunghe, ma senza risentirne mentalmente.

CI PIACE
  • Gameplay immediato e semplice.
  • Buona dose di umorismo.
  • Deck personalizzabili a piacimento.
  • Strategia legata al deck/armi interessantissima.
NON CI PIACE
  • Un pelo di cura in più agli ambienti non avrebbe guastato.
  • Storia fin troppo classica/stereotipata.
  • Finito il gioco, probabilmente non lo riprenderete più.
Conclusioni

SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech è un gioco molto divertente, condito da scelte strategiche legate sia dalle carte che dall’equipaggiamento. Adatto a chi vuole giocare ad un ibrido RPG/Card game veloce e simpatico, inadatto a tutti coloro che cercano profondità a livello narrativo e ad una dettagliata personalizzazione dei personaggi (come Pillars of Eternity, per esempio).

8Cyberludus.com

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Iniziò tutto con l’MSX negli anni ’80 e con i videogiochi è stato amore a prima vista. Da allora, non ho mai smesso. La passione principale rimane la simulazione aerea/militare, ma non disdegno RPG, avventure, puzzle game, FPS…. Odio i giochi sportivi e di corse automobilistiche.

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