Non si può davvero realizzare un gioco così terribile. Ho iniziato con questa frase durissima solo per mettere le cose in chiaro: Worlds of Magic risulta un gioco fallimentare sotto tutti i punti di vista, nonostante le premesse che lasciavano ben sperare gli amanti della strategia e dei giochi di ruolo. Wastelands Interactive, infatti, non solo non è riuscita ad ibridare correttamente i due generi ma l’ha anche fatto nel peggiore dei modi, presentando al pubblico un titolo semplicemente noioso, senza mordente.

Monotonia portami via

Il gioco è fondamentalmente un clone in salsa Wastelands Interactive della serie di Heroes of Might and Magic. L’ambientazione è legata ad un fantasy piuttosto classico, cosa percepibile già quando sarete di fronte alla scelta della fazione: umani, elfi, orchi, nani, non morti e insettoidi sono solo una parte delle fazioni che potrete scegliere e, potenzialmente, una così ampia scelta avrebbe dovuto tradursi anche in una grande varietà di approcci di gioco… Purtroppo non è così e, fatta eccezione per i non morti, gli unici ad avere peculiarità nelle dinamiche di gioco, scegliendo l’una o l’altra fazione l’esperienza rimane esattamente la stessa, intaccando pesantemente il fattore rigiocabilità. Proprio come in Heroes of Might and Magic, il secondo passo è quello della scelta del proprio stregone e, anche in questo caso, l’impatto sul gameplay è davvero esiguo. Ma eccoci arrivati al momento più critico: inizia la partita e iniziano i problemi, quelli seri! In Worlds of Magic bisogna, come da tradizione del genere a cui afferisce, migliorare la cittadella, reclutare truppe e conquistare le caselle nemiche ma è pesantemente influenzato dalla microgestione delle risorse, purtroppo altro aspetto curato insufficientemente. Non è per nulla piacevole continuare a compiere sempre le stesse azioni al fine di gestire la parte economica della propria fazione, poiché è da segnalare la totale assenza di qualsivoglia automatismo. L’unico modo per vincere è iniziare una partita spendendo la prima mezz’ora ad accumulare risorse e, solo arrivati ad averne una quantità accettabile, è possibile reclutare unità e costruire edifici nella propria cittadella, questo per evitare che i costi di mantenimento delle truppe paralizzino la produzione e, con essa, il gioco.

Brutto dentro…

Una volta pronti sarà possibile attaccare le unità nemiche passando ad una fase tattica, su scacchiera con caselle quadrate. Gli scontri, oltre ad essere macchinosi, sono anche inspiegabilmente difficili, non di certo per merito dell’intelligenza artificiale che pare segua sempre lo stesso pattern di azioni, ma perché il grinding dei personaggi controllati dal giocatore è talmente trascurabile da trovarsi quasi sempre con unità nemiche assai più forti di quelle in nostro possesso. Per “ovviare” a ciò ci sarebbe la possibilità di risolvere il combattimento in automatico, un po’ come accade nella serie Total War, peccato però che l’assoluta casualità degli esiti della battaglia renda questa feature completamente inutile se non dannosa per chi si trova in condizione di superiorità. Ultimo ma non ultimo per importanza è lo sbilanciamento degli incantesimi in favore di quelli d’attacco in mano agli stregoni controllati dall’intelligenza artificiale: una sola fireball basta per decimare anche due o tre unità di alto rango.

…e anche fuori

A peggiorare ancora il quadro già imbarazzante appena delineato c’è la valutazione dell’aspetto tecnico. Ho sempre pensato che i videogiochi dalle ambientazioni fantasy avessero la fortuna di poter essere caratterizzati più facilmente rispetto ad altre ma mi son dovuto ricredere: l’impatto visivo di Worlds of Magic è quasi disturbante per quanto appare anonimo. Scorci privi di personalità sono accompagnati da una pochezza di dettagli quasi disarmante e da una gestione della telecamera che definire ridicola è davvero un eufemismo (non è possibile infatti, durante le fasi delle battaglie tattiche, cambiarne l’angolazione). Animazioni legnose e modelli approssimativi chiudono la panoramica imbarazzante della grafica. A fare da pendant ad un comparto video assai misero ci pensa quello audio, anch’esso anonimo e lontanissimo dal potersi definire memorabile. Da notare è la presenza di qualche bug che ci ha costretti al riavvio nel bel mezzo di una partita; produzioni assai più modeste sono riuscite ad offrire molto di più.

Concludendo

Ho davvero cercato a lungo un aspetto che potesse farmi ricredere sull’effettiva utilità di questo gioco sul mercato, lanciato tra le altre cose a quasi 40€, dunque appartenente ad una fascia di mercato dalla quale ci si aspetta giochi realizzati almeno decentemente. Ma la cosa che mi ha sconcertato di più è stata la noia profusa dal gioco sin dalle prime battute e la frustrazione che essa comporta. Se non fossero bastate le dure parole della recensione, vi ribadisco l’ovvio: se proprio siete in astinenza da giochi del genere, tornate a rigiocarvi il caro e vecchio Heroes of Might and Magic, con sommo gaudio delle vostre ore libere e del vostro portafoglio.

CI PIACE
Solo se vi siete ripromessi di giocare a tutti i titoli usciti da Steam nel 2015
NON CI PIACE
Perché al di là della realizzazione approssimativa, Worlds of Magic è un gioco principalmente noioso
Conclusioni
Non ci sono scuse, Wastelands Interactive poteva e doveva fare di più. Un gioco brutto da vedere, fastidioso da giocare, impossibile da terminare
4Cyberludus.com
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