Dopo una prestazione tutt’altro che encomiabile di “Colonia Penale”, il primo dei quattro tronconi di cui è composto Revelations 2, è con un po’ di circospezione che ci avviciniamo a “Meditazione”. Ad una sola settimana di distanza dalla puntata precedente, le domande – e le aspettative – sono ancora tante; forse troppe. Non solo la trama, ma il gioco stesso ha ancora tanto da dimostrare, eppure – come precisato anche in sede di recensione – Colonia Penale non era interamente da buttare; era poco fantasioso, certo, e magari i personaggi risultavano un tantino stereotipati – per non dire odiosi – ma qualcosa ci ha spinto ad arrivare fino al suo epilogo e, soprattutto, ad aspettare con trepidante attesa questo episodio successivo.

Siamo lieti di annunciare, senza troppi giri di parole, che le migliorie ci sono, e si vedono. Per quanto alcuni difetti intrinsechi all’idea di base siano ancora presenti, a questo giro sarà più facile farsi catturare dalle atmosfere più lugubri, nemici e mini-boss più ispirati e – perchè no – persino una sceneggiatura più accattivante.

Dove eravamo rimasti?

Dopo aver scoperto di essere state segretate su un’isola inaccessibile, Claire e Moira sono costrette a farsi strada attraverso zone impervie e “simpatiche” località marittime alla ricerca di una risposta. La loro unica traccia? Il braccialetto colorato legato ai loro polsi, una sorta di collegamento bilaterale con la guardiana folle che le ha rinchiuse lì per chissà quale mefistofelico scopo. Totalmente a sorpresa (ma chi vogliamo prendere in giro? Ce lo facevano vedere anche nelle anticipazioni) scopriremo che le due ragazze non sono le uniche sopravvissute di Terra Save ancora alla ricerca di una via di fuga.

Ed ecco che quindi il cast si allargherà di un bel po’, andando così a migliorare quella sceneggiatura che fino a poco prima aveva faticato ad ingranare e finendo per regalare momenti senza dubbio più memorabili. Anche a livello d’atmosfera possiamo notare numerosi passi avanti, grazie all’introduzione di zone artisticamente più affascinanti e maggiormente in linea con le tetre colorazioni della saga originale. Il gameplay, tra l’altro, si fregia anche di un level-design ulteriormente migliorato; attenzione, non parliamo solo ed esclusivamente delle decine di segreti da scovare in zona, ma proprio della struttura delle stesse, molto più articolata che nel precedente episodio.

Qualcosa inizia ad ingranare…

La parola d’ordine, ora più che mai, sarà esplorazione. Grazie alle vaste aree rurali, sarà un vero piacere perdersi in tutte quelle foreste e baite abbandonate, anche già solo per il gusto di racimolare qualche munizione in più o utili gemme da scambiare con nuove abilità. Resta il problema di una cooperazione che ci sembra fin troppo forzata, con personaggi secondari che spesso e volentieri si rivelano molto più utili di quelli primari, ma grazie ad un copione più intelligente il peso della scelta ne risulterà comunque alleggerito. Persino il ritmo dell’avventura è stato rivisto in favore di qualche “momento spettacolare” in più; nonostante il tutto non finisca mai nell’esagerazione più becera (Resident Evil 5 e Resident Evil 6, stiamo guardando voi), alcune scene d’azione davvero al cardiopalma rendono questo capitolo molto più godibile anche sul fronte della dinamicità. Da sottolineare, in merito, l’introduzione di veri e propri boss.

Persino il backtracking, uno dei più grandi difetti del predecessore, ne è uscito maggiormente valorizzato. Ora che sappiamo che le vicende di Claire e Barry sono divise da ben sei mesi di distanza, ritrovarsi a visitare gli stessi luoghi e chiedersi cosa nel frattempo possa averli cambiati così tanto – dobbiamo ammetterlo – è già molto più interessante. Non solo a livello di trama, ma riesplorare le zone daccapo risulta meno pesante anche a livello di gameplay, grazie a strade secondarie prima inesistenti, gruppi di protagonisti sensibilmente differenti tra loro e nuove tipologie di nemici in campo, in primis quelli invisibili. La piccola Natalia, grazie alla sua percezione sovrannaturale, riesce infatti persino a tracciare il profilo di coloro impossibili da vedere ad occhio nudo; contemporaneamente, Barry dovrà cercare di memorizzare la loro ultima posizione e sparare “alla cieca”, sperando di centrare il bersaglio. Questo, ad esempio, è un ottimo esempio di cooperazione, oltre che alcuni tra i momenti più riusciti dell’episodio intero.

C’è qualcosa che non va?

Questa volta, abbiamo notato con piacere come la differenza qualitativa tra le due campagne sia stata quantomeno appianata, nonostante già da ora questi continui salti temporali tra Claire e Barry inizino a diventare un po’ scontati. Anzi, non solo risultano tutte e due più che godibili, ma entrambe riescono ad asserlo per motivi diametralmente opposti. L’avventura di Claire esce finalmente dall’anonimato ed offre scene forti, qualche personaggio in più e degli ambienti bui e oggettivamente d’impatto; quella di Barry, invece, spinge l’acceleratore sui “sentimenti”, sull’immortale volontà del padre di seguire le tracce – ormai fredde – della figlia, in un inferno di creature senza pietà ed inspiegabilmente mostruose.

La cooperazione con Natalia ha anche un suo perchè, dato che grazie alla sua piccola statura potrà infiliarsi nei più piccoli pertugi ed aprirci strade normalmente inaccessibili. Ovviamente non parliamo di un capolavoro, o di nulla che sia vagamente innovativo – soprattutto in un genere che ha sempre fatto dell’esplorazione e dei puzzle ambientali il suo cavallo di battaglia – ma i passi in avanti dall’appena sufficiente primo episodio sono palesi, e siamo quindi ben felici di confermare come questa nuova serie episodica sia riuscita in fretta a risollevarsi, dopo il mezzo passo falso di pochi giorni fa.

In conclusione…

Di cose da migliorare ce ne sono ancora, ma Meditazione ci ha dimostrato come il grande piano di mamma Capcom sia più paragonabile ad una maratona che ad uno sprint. Dopo un primo episodio tutto sommato dimenticabile, Revelations 2 si fa perdonare mettendo in campo degli ambienti più ispirati, un’atmosfera più azzeccata ed una trama che finalmente inizia ad intavolare qualche interessante mistero. Nonostante la fase giocata si attesti sui medesimi livelli, è proprio il contesto ad uscirne sensibilmente migliorato. Attenzione, non parliamo del nuovo metro di paragone per gli horror – e ci mancherebbe altro, considerata la piccola durata – ma di un prodotto che in qualche modo ha dimostrato di avere l’armamentario giusto per sorprenderci. Possiamo quindi tirare un sospiro di sollievo ed attendere con moderate aspettative quest’ennesima settimana che ci divide dal terzo episodio.

VOTO EPISODIO: 78/100

CI PIACE
- Alcuni livelli indubbiamente azzeccati\n- Rigiocabilità e longevità elevate
NON CI PIACE
- Non tutte le campagne sono all'altezza\n- Trama banale\n- Cooperativa molto forzata
Conclusioni
Un gioco con un gameplay collaudato ma che fallisce che nel ricreare un contesto all'altezza
6.9Cyberludus.com
Articolo precedenteCD Projekt RED: non sentiremo parlare di Cyberpunk 2077 ancora per molto
Prossimo articoloEcco un nuovo video gameplay di Dragon’s Dogma Online
CyberLudus è un'Associazione Culturale che opera nel settore videoludico dal lontano 2007, a stretto contatto con produttori e distributori di tutto il panorama internazionale. La nostra redazione segue con passione ed entusiasmo l'evolversi di questo mondo, organizzando tornei e contest, partecipando a manifestazioni ed eventi e, attraverso il nostro portale, fornendo all'utenza un piano editoriale che prevede recensioni, anteprime, guide strategiche, soluzioni, rubriche ed approfondimenti.