La prima fatica di Ice Water Games
Scorrendo su Steam la – sigh! – corta lista di titoli disponibili per Mac salta subito all’occhio un nome che non ha avuto risonanza sui social, ma che mi ha attirato per la sua grafica semplice. Eidolon è un Indie narrativo e di esplorazione, sviluppato da Ice Water Games, che si confronta con il mercato per la prima volta con questo titolo. Disponibile per ogni sistema operativo, Eidolon è acquistabile sia su Steam sia tramite il loro sito; in caso di spesa tramite quest’ultimo parte del ricavato sarà donato alla carità e l’utente potrà scaricare DRM-free download come bonus. Come dichiarano gli sviluppatori stessi, “Eidolon è un gioco basato sull’esplorazione di un misterioso paesaggio e sullo scoprire le storie delle persone che vivevano qui prima di noi. E’ un gioco che riguarda la storia, la curiosità, le connessioni, e la lenta ed inevitabile bellezza della vita.” Un incipit più che allettante che spinge ad esplorare questa Washington selvaggia e abbandonata.
Eidolon, ovvero simulacro
Il menù principale si presenta come una vallata piena di alberi, che potremo esplorare non appena cliccheremo play. Al momento dell’acquisto abbiamo letto di come il gioco è ambientato in una Washington futuristica, ed il nostro scopo sarà quello di cercare dati risalenti al passato, a quando l’umanità era ancora la specie dominante. Eppure non è la terra post-apocalittica a cui ci hanno abituato Fallout e Metro 2033: è una terra pura, incolta, come poteva essere ai primordi, prima dell’arrivo dell’uomo. I paesaggi più comuni sono foreste a perdita d’occhio, laghi e colline, senza il minimo intervento umano. Un traliccio dell’alta tensione, un rudere di pietra, è tutto ciò che rimane della nostra specie?? Non proprio: la storia delle persone rimane scolpita in volantini, schizzi, pagine di diario. Sotto quel traliccio, potremmo trovare la lettera di una ragazza fuggita ad Est, e vicino al rudere di pietra il diario di un soldato che ci racconta del grande terremoto che trecento anni prima ha devastato Washington.
Alla ricerca dei diari perduti
Eidolon non ci offre nessun tutorial, nessuna spiegazione. Avremo una borsa che conterrà qualsiasi oggetto che potremo raccogliere – essenzialmente cibo ed esche per accendere il fuoco – e diversi diari vuoti che presumibilmente dovremo riempire con qualcosa. Con semplici comandi di movimento possiamo spostarci liberamente per le colline e le foreste, fino a che qualcosa non attiri la nostra attenzione, facendoci trovare vestigia di una civiltà che si scoprirà la nostra. Infatti la nostra avventura inizia in un anno imprecisato del 2400 D.C., e sarà la nostra ancestrale voglia di esplorare che ci farà avanzare nel gioco. Delle sfere luminose, visibili a grande distanza, ci garantiranno strumenti come arco, canna da pesca, binocolo e bussola se saranno di colore bianco; mentre se il loro colore sarà verde ci forniranno mappe, pagine di diario e schizzi che andranno a riempire i nostri taccuini vuoti. Ogni pagina racconterà qualcosa, dalla vita quotidiana fino ai dati raccolti da antichi scienziati. Delle parole chiave saranno selezionabili al fondo di ogni pagina ritrovata, e se cliccate genereranno una sfera verde che si librerà in cielo, allontanandosi in una direzione fino a scomparire dalla nostra vista. Questa è, essenzialmente, la traccia che dovremo seguire lungo tutto Eidolon, recuperando sempre più informazioni sul passato di una Washington ormai abitata da orsi, cervi, lupi e volpi. A differenza di Fallout, l’intervento umano nel paesaggio è ancora meno presente. La terra ha inferto duri colpi all’uomo, spazzando via gran parte delle infrastrutture con il terremoto avvenuto centinaia di anni prima. Trovare un solo elemento non naturale è una vittoria, come sporadici accampamenti o piccole case primitive. Con l’avanzare dell’esplorazione ci imbatteremo in macchie rosse all’orizzonte che si riveleranno incredibili reticolati metallici, forse resti di antichi edifici, ormai sprofondati nel terreno? Cosa nasconderà ancora la vasta mappa di Eidolon? La notte ed il giorno si alternano in ambienti che passano dal paludoso, alle montagne innevate, ai laghi e alle foreste. Il nostro esploratore può soffrire il freddo, la fame, le malattie e le infezioni, a seconda di quanto siamo negligenti nel gestire i suoi bisogni. Attraversare fiumi e laghi ad esempio è possibile, ma bisognerà poi stare fuori dall’acqua per un po’ per riscaldarci. Incroceremo sporadici mob dalle fattezze di innocue volpi fino ai letali puma: in caso di attacco, respawneremo poco lontani, con una bella ferita nella barra dello status.
L’arco e la canna da pesca si potranno usare per procacciarci carne: i cervi sono veloci, mentre i pesci sono molto più facili da prendere. Grazie al fuoco potremo anche goderci dei pasti cotti! Per chi preferisce una dieta più vegan, invece, basterà la raccolta degli abbondanti funghi e bacche. Ma attenzione! Il cibo raccolto col passare del tempo va a male, e se ingerito potrebbe portare malattie. Anche il sonno potrebbe affaticarci: quando vorremo, potremo chiudere gli occhi? E dormire, senza timore di attacchi.
Superare le montagne – di problemi –
Ice Water Games ci propone il suo primo lavoro con un genere non ancora diffusissimo ma di difficile fruizione: la componente survival è quasi inesistente, dopo aver scoperto quei due trucchetti che ci permetteranno evitare malattie e scontri. L’attenzione è quindi tutta incentrata sulla componente esplorativa, che però diventa sempre meno godibile dopo le prime ore di gioco. Nonostante la bellezza dei paesaggi, che commuovono e affascinano, i giocatori che non si nutrono di pura curiosità narrativa potrebbero stancarsene presto. I diari sono ben scritti, anche se ogni tanto difficili da leggere, ed invogliano a cercare i successivi. Dopo averne raccolti una ventina però si potrebbe iniziare a vagare senza meta, cercando qualcosa di più interessante da fare. Che non c’è. Il comparto audio è di grande effetto, ed accompagna alla perfezione la parte visiva. Non è un gioco da aprire in mezzo al caos e senza audio, in quanto perde incredibilmente. L’assenza di un qualsivoglia manuale non è d’aiuto, in quanto – specialmente all’inizio – non si ha la minima familiarità con i menù. Ulteriormente, la compatibilità con i vari sistemi operativi non è ancora perfetta: su Mac il gioco gira con gran difficoltà, anche se gli sviluppatori stanno cercando attivamente di sistemare i problemi.
Concludendo…
Oggi la grafica ha un peso importante nell’ambiente videoludico: come mai la scelta, per un gioco così legato al senso della vista, di una grafica così lineare? E come riesce ugualmente ad incantare? Per chi non si accontenta di una spiegazione basata sul senso poetico di forme così semplici e colorate, si potrebbe dire che è merito del nostro cervello pigro: una grafica così stilizzata è molto più semplice da analizzare per il nostro encefalo, risultando così facilmente assimilabile e meno affaticante di un gioco dalla grafica dai molti dettagli.
Eidolon è un titolo dal comparto artistico ben curato e piacevole, ma che non si prospetta longevo: per quanto affascinante, presenta difetti nel game design alquanto spiacevoli che lo rendono difficile da apprezzare per più di qualche ora di gioco. Eidolon è quindi perfetto per quel momento della giornata in cui si vuol tirare un sospiro e lasciar vagare libera la mente; riposando gli occhi con un’avventura dal ritmo lento che trasmette quiete e serenità.