Due settimane prima del contagio totale!

Che lo si voglia ammettere o meno, horror o non horror, Resident Evil 6 è probabilmente il titolo più atteso di questo autunno. La massiccia campagna pubblicitaria Capcom, filmati, immagini e indiscrezioni sempre nuovi rilasciati praticamente ogni giorno e la ormai confermata longevità “titanica” (se consideriamo il genere ovviamente), hanno scatenato hype senza limite. Il colpo di grazia è arrivato questa mattina con il rilascio, su Playstation Store e XboxLive, della demo giocabile del sesto capitolo della serie. La versione è completamente diversa da quella che abbiamo provato all’E3 e a Colonia per voi -l’anteprima la potete gustare accedendo a questa pagina– e quindi anche da quella presente nelle copie di Dragon’s Dogma. Cyberludus non poteva ovviamente astenersi dal curare una esauriente anteprima su quello che ci aspetta nel nuovo episodio della serie Biohazrd. Mettetevi comodi, non è ancora il momento di urlare.

Il passato non è perso..

Installata la demo e arrivati alla schermata dei menù, abbiamo storto il naso non sentendo la graffiante voce: “Rrrresideent Eeevil Siiix” premendo il tasto Start, e speriamo con tutto il cuore di ritrovarla nella versione completa del titolo. E’ vero che questo è il capitolo dei cambiamenti (e radicali anche!), ma siamo troppo abituati ad alcune chicche che non possono certo mancare. Potrete scegliere sin da subito se giocare la campagna o inserirvi direttamente e in qualsiasi momento nella partita di un altro utente. Potrete inoltre scegliere se giocare in cooperativa e addirittura selezionare uno dei due personaggi che compongono la coppia di ogni scenario. Selezioniamo Leon S. Kennedy senza nemmeno pensarci, dato che proprio la sua campagna rappresenta un vero e proprio omaggio alla “vecchia scuola”, tanto rimpianta e desiderata. E in effetti Capcom ha fatto le cose in grande per questo assaggio di survival horror. La demo è ambientata nel campus di Tall Oaks, infestato dai non morti a causa del misterioso contagio che sta scatenando il panico e la morte ormai in tutto il mondo. Senza spoilerare troppo, diremo solo che Leon e il suo nuovo compagno, Helena Harper, dovranno scappare e raggiungere la cattedrale, dove Helena potrà finalmente svelare a Leon la verità sull’attacco alla Casa Bianca e sulla conseguente morte del Presidente degli Stati Uniti. Le ambientazioni sono volutamente scure, trascurate e avvolte nel silenzio, interrotto giusto da alcuni pezzi sonori inquietanti e dalle grida dei non morti. Ottimo il sistema di controllo: Leon può finalmente correre o scattare, sparare e avanzare contemporaneamente e, se lo desidera, allontanare i nemici con un calcio o gettarsi all’indietro e mirare dal basso verso l’alto, con tanto di capriola. Insomma, un vero agente speciale. Il menù cambia a seconda del protagonista e lo abbiamo trovato decisamente immediato e comodo da usare. Gli zombie saranno una gioia per i vecchi fan: pur brandendo armi da taglio alle volte, sono comunque lenti e non armati fino ai denti come negli ultimi capitoli. Badate bene però: sono comunque capaci di saltavi addosso e di attaccare in gruppo. Alle volte saranno cosi tanti e le munizioni cosi scarse, che sarete costretti a scappare senza voltarvi. E questo aspetto ci ha entusiasmato davvero. L’I.A. del nostro partner funziona alla perfezione e il nostro palmare ci fornirà sempre la direzione da seguire in qualsiasi momento (un pò come in Dead Space). Dopo qualche classico ma banale enigma (trova la chiave, apri il cancello), ci siamo ritrovati a bordo di una volante della polizia inseguiti dai non morti, premendo i tasti visualizzati su schermo in puro stile quick time event.
Esplorazione, atmosfere sinistre, pochi spari e tante corse disperate: questo scenario passa a pieni voti e lo ameranno tutti, fedelissimi e non.

..ma nemmeno l’azione!

Eh già, lo scenario di Chris Redfield scatenerà la rabbia dei fan di vecchia data. Dimenticate i primi capitoli, come quelli nuovi: ci siamo ritrovati in una sorta di Call of Duty con i mostri. Truppe militari, carri armati pesanti e non morti capaci di impugnare un lanciafiamme! In tutto questo i nuovi nemici, detti J’Avo, si rigenerano se colpiti e sono capaci di creare uno scudo pesante oppure un braccio retrattile. In questo scenario ambientato nella nevosa Edonia, sarà fondamentale sfruttare il sistema di coperture e mandare prima sul campo il nostro partener Pears Nivans, sempre disposto ad aiutarci. Dopo aver fatto piazza pulita di nemici, spunta fuori un colosso mostruoso, molto simile a El Gigante, conosciuto in RE4 e RE5. Una manciata di fuoco e lo costringiamo a scappare. La demo si conclude con una missione di copertura mentre un nostro compagno attiva una bomba. L’I.A. funziona anche fin troppo bene, dato che abbiamo lasciato sbrigare quasi tutto il lavoro sporco alla nostra squadra, nonostante le munizioni non scarseggiassero.

Mi chiamo Drake..ehm..Jake

Quella di Jake Wesker e di Sherry Birkin è probabilmente la campagna più curiosa del gioco. Diciamo sin da subito che nemmeno qui si respira aria di survival horror, ma nemmeno l’azione da sparatutto in terza persona saggiata nel paragrafo precedente. Jake non è patriottico come i suoi colleghi-protagonisti più famosi: il suo unico scopo è fare soldi grazie al suo sangue, che potrebbe essere la cura per annientare il C-Virus. Sbruffone e impertinente come se fosse un cugino lontano di Nathan Drake, Jake ha sempre la battuta pronta, ma per fortuna anche i muscoli dato che sfoggia attacchi corpo a corpo molto utili ed efficaci, soprattutto quando le munizioni scarseggiano. Tra arrampicate, salti sui tetti e orde di J’Avo tra le strade malfamate cinesi, ci siamo resi conto che Jake e Sherry sono i protagonisti più agili e sospettiamo che questa sarà la campagna più cinematografica, tra fasi scriptate e una bella manciata di platform. La demo termina fin troppo presto, quando un nuovo e inquietante boss ci sbarra la strada.

Considerazioni a caldo

La nuova demo giocabile rilasciata fa chiarezza su tantissimi aspetti legati a Resident Evil 6. Anzitutto è quasi palpabile l’intenzione di Capcom di accontentare tutti, ma proprio tutti i seguaci della serie. La campagna di Leon ed Helena farà impazzire gli amanti dei survival horror e della vecchia scuola: atmosfera cupa, scenari che ricordano le nostre amate magioni dimenticate e le città attanagliate dagli zombie, sono motivi più che sufficienti per ricordare che Resident Evil è, almeno in parte, saldamente attaccato alla sue origini. Buone notizie anche per la nuova schiera di fan, quella legata alle armi e all’azione senza respiro o ragionamento. Lo scenario di Chris e Pears è l’evoluzione diretta di Resident Evil 5: non ci sarà tempo per urlare davanti all’ennesimo J’Avo, perchè qui è fondamentale sparare e ripararsi prima di essere ridotti in cenere da nemici armati meglio di Rambo. Si passa quindi dal survival/horror allo sparatutto in terza persona. Inclassificabile è al momento la campagna di Jake e Sherry: scenari e nemici sembrano presi dalla campagna di Chris, ma per fortuna il figlio di Wesker e la figlia del perfido dottor Birkin, hanno qualcosa in più della armi da fuoco. Tra salti, fughe, azioni combinate e combattimento corpo a corpo, la loro campagna assomiglia più a un’avventura action, in un certo senso lontana dalle altre due. Una cosa però accomuna le tre campagne: il fattore ansia. Resident Evil 6 non sarà più un survival horror, questo è certo, ma ha la capacità di innescare panico a dismisura, a causa delle poche munizioni, delle orde di nemici (a volte davvero tosti o semplicemente “enormi”) e di momenti in cui la fuga è un obbligo e non un’opzione. E questo almeno ci rassicura. Un altro aspetto è il taglio cinematografico di questo prodotto: la telecamera sfoggerà di tanto in tanto inquadrature da grande schermo, immergendoci nel vivo dell’azione. Abbiamo però notato qualche neo di troppo, come la realizzazione tecnica inferiore rispetto a Resident Evil 5, tra texture poco piacevoli e animazioni a volte legnose. Ottimo lavoro invece per ciò che concerne effetti speciali e la modellazione dei protagonisti e dei nemici (alcuni davvero raccapriccianti). Se da un lato siamo felici che la serie adesso supporti il doppiaggio in italiano (presente anche in Revelations ed Operation Raccoon City), dall’altro siamo rimasti perplessi dall’interpretazione di alcuni personaggi, a volte troppo forzata o poco credibile, se non addirittura fuori luogo. Una cosa però la confermiamo sin da ora: Resident Evil 6 diverte, e anche parecchio, e considerando che ci attendono ben 4 campagne (si vocifera un preludio segreto addirittura), giocabili sia in singolo, che in cooperativa che con due personaggi differenti, la modalità Mercenari, pochi ma intensi momenti in cui sarà possibile giocare in 4 e i futuri DLC, difficilmente ci stancheremo di questo titolo molto presto. Ci auguriamo vivamente che Capcom possa confezionare al meglio la sua ultima fatica (in particolare nell’aspetto grafico) entro la data di uscita del gioco, soprattutto dopo questa estenuante e insistente campagna pubblicitaria, che proclama questo sesto capitolo come il survival horror definitivo. Sarà vero? Appuntamento a ottobre con la nostra recensione per scoprirlo!

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