Non è ancora terminato il requiem per Master Chief. E parafrasando lo scrittore conterraneo Giuseppe Tomasi di Lampedusa, 343 Industries ha scelto la medesima strategia per sfruttare al meglio l’eredità di Bungie. Dopotutto l’obiettivo a distanza di circa 15 anni è sempre lo stesso: conquistare il mondo dei fragger, ancora una volta.

Ma che musica, Maestro!

Halo 4 taglia i ponti col passato, un nuovo pianeta (Requiem), nuovo armamentario, nuova armatura e un nuovo ciclo narrativo. O forse no. Non stupisce che il prossimo capitolo delle avventure di Master Chief riprendesse gli eventi dall’ultimo atto della trilogia precedente era già stato annunciato lo scorso E3 2011. Eppure è innegabile che con la nuova Saga dell’Attivatore i ragazzi di 343 Industires intendano regalare al vasto ed eterogeneo pubblico di videogiocatori incalliti tutto ciò che avevano sempre desiderato… o perlomeno andarci paurosamente vicino. Cinque anni dopo la fine della guerra tra umani e Covenant e la distruzione dell’Arca, John-117 è ormai dato per disperso.

Risvegliatosi bruscamente dallo stato d’ibernazione all’interno del relitto dell’Aurora Nascente in compagnia di Cortana sul Pianeta Scudo Requiem dopo aver affrontato una serie di roboanti e veloci scontri a fuoco con un gruppo di Covenant allo sbando, facendo assaporare al videogiocatore il gameplay tipico della serie. Un superuomo senza macchia e senza paura, il “Re Artù del ventiseiesimo secolo” non si merita forse avversari di ben altra caratura? Il passato che ritorna, e infatti Halo 4 attinge dal ciclo di romanzi da Cryptum in poi, delineando l’antica razza tecnologicamente avanzata che aveva costruito gli anelli Halo e combattuto il Flood in procinto di spazzare via ogni forma di vita dalla galassia, oltre che aver prevalso migliaia di anni sulla razza umana. Halo 4 ritorna però al futuro, anzi su Requiem, uno dei molteplici baluardi pesantemente armati, un mondo artificiale munito di un ecosistema proprio, l’ulteriore asso nella manica dei Precursori. Nonostante ciò sembra che le sorprese non si fermino qui: assicurata la presenza di Covenant e Precursori (già ipotizzata in seguito all’introduzione della mappa multiplayer Warparound durante l’Xbox Spring Showcase) il Franchise Development Director di 343 Industries Frank O’Connor lascia presagire ai Precursori in qualità di antagonisti principali di Halo 4, sebbene non si sia sbottonato più di tanto. Il rapporto di Master Chief con Cortana resta però una certezza, con il quale il buon John-117 dovrà confrontarsi.

Infatti lo sviluppo incontrollato delle facoltà dell’Intelligenza Artificiale rischiano di portare quest’ultima sull’orlo della follia, oscuro presagio di un possibile inasprimento dei rapporti con il soldato. Se già basterebbe questo per capacitarsi delle possibilità ludiche del futuro sparatutto di successo, ad avvalorare il gameplay di un certo spessore contribuirà un arsenale inedito che, come la carabina Covenant, il fucile da battaglia già utilizzato in Halo: Reach e ben quattro tipologie di granate. Si tratta di strumenti che avevano permesso ai precedenti titoli della serie Halo di forgiare battaglie adrenaliniche di rara intensità, ingigantendo altresì a dismisura la scala d’azione con situazioni eterogenee, basti pensare alla reintroduzione dei veicoli, Warthog in primis nel rispetto della dicotomia vecchio-nuovo.

Quest’oggi, non moriranno Spartan IV!

La campagna in singolo di Halo 4 non rappresenta l’unica portata principale del banchetto in allestimento da 343 Industries ma, sin dalle origini della serie il contenitore dell’esperienza ludica multigiocatore, come per ogni gioco che ne possieda una di tale rispetto, deve essere ancor più concitato e gratificante della prima. Dopotutto aggirarsi per mappe che oscillano tra arene all’aperto e claustrofobiche battaglie all’interno di labirintici corridoi metallici in preda al delirio di onnipotenza,  provocato dal fruscio elettromagnetico della propria lama energetica mentre affonda nelle carni nemiche non ha eguali. Eppure in Halo 4 lo scontro tra squadre di Spartan Blu e Rossi ha un senso, in virtù dell’astronave Infinity , fulcro dell’intera modalità. Si tratta di una speciale nave UNSC della quale quale la nuova generazione di Spartan IV impiega per per allenarsi in svariate missioni simulate di combattimento. Facile intuire dove si vuole andare a parare. Spartan OPS, la modalità cooperativa che s’intreccia profondamente con l’arco narrativo del gioco, permettendo di volta in volta di rivivere luoghi e situazioni in compagnia di altri tre giocatori. Analogamente ad Halo: Reach, e sulla scia del successo delle serie più blasonate quali Call of Duty e Battlefield , sarà possibile guadagnare Punti Spartan , da sborsare per la modifica e potenziamento dell’armatura, di abilità e missioni aggiuntive. Perché tutte, ma proprio tutte, le sessioni multiplayer di Halo 4 non dovranno perdersi nel limbo smisurato dei ricordi. Che si tratti di ricorrere nuovamente al jetpack, all’invisibilità oppure alla possibilità di unirsi ad una partita già iniziata.

L’anello mancante?

Forse è ancora presto per dirlo, nell’attesa del fatidico 6 novembre e dopo l’eccellente remake di Halo: Combat Evolved Anniversary , ma la sensazione è che Halo 4 sia un gioco tosto, grosso e potente, in grado di segnare in maniera definitiva la generazione della console Microsoft e ritagliarsi di prepotenza un posto nell’Olimpo degli FPS di questa generazione.