Anche i più scettici hanno avuto da ricredersi: con Deus Ex: Human Revolution , Eidos Montréal ha fatto le cose per bene, riportando la storica saga cyberpunk ai fasti del primo capitolo. Fan, appassionati e persino lo stesso Warren Spector non hanno potuto far altro che ammettere l’indiscutibile qualità del prodotto, non a caso campione di vendite e osannatissimo dalla critica. Eidos, dal canto suo, non poteva assolutamente sottrarsi alla recente prassi di mercato che vuole, a torto o a ragione, che certi contenuti aggiuntivi vengano rilasciati e venduti dopo l’uscita del gioco. Ecco arrivare quindi The Missing Link , DLC insolitamente contraddistinto da una gran dose di hype che, in veste di “mid-quel”, si propone di svelare alcuni scottanti retroscena sull’intricata trama di Human Revolution. Avrà sortito l’effetto sperato?
L’anello mancante
Anzitutto, The Missing Link è palesemente dedicato a coloro che hanno completato Human Revolution. Cronologicamente, la vicenda in esso raccontata è collocata poco prima della resa dei conti finale, precisamente in un punto del gioco in cui Adam Jensen sparisce dai radar della Sarif Industries per ben tre giorni. In quest’arco di tempo, il conclamato protagonista del terzo Deus Ex viene catturato da alcuni agenti della Belltower Associates capeggiati dal colonnello Burke, un uomo spietato e senza scrupoli. Liberato da un misterioso hacker benefattore dalla propria cella di detenzione, ma privato di tutti i potenziamenti precedentemente ottenuti, Adam deve riuscire a recuperare il proprio equipaggiamento e fuggire ad ogni costo dalla nave in cui è tenuto prigioniero, ed eventualmente far luce su sospette operazioni che la Belltower sta conducendo per conto d’altri…
The Missing Link è un contenuto del tutto indipendente dal titolo originale. Addirittura, su Steam conta come prodotto a sé stante, quasi come uno stand alone. Ovviamente, però, il feeling con l’organico ed eterogeneo gameplay a cui Human Revolution ci ha abituati è rimasto immutato: pregi e difetti, si potrebbe dire, sono gli stessi. Punta di diamante dell’esperienza resta, come sempre, l’approccio stealth; ma se di questo non si può fare a meno nei primi 10 minuti di gioco, perché disarmati e privi di potenziamenti, ben presto si rientra in possesso di una manciata di Kit Praxis e qualche arma (nonché una inedita, un revolver d’oro). Dopo poco, dunque, le possibilità offerte vanno ramificandosi notevolmente, lasciando decidere al giocatore se ammazzare tutti o se sgusciare tra le ombre inosservato. A dispetto di una iniziale linearità dei livelli, composti da corridoi e piccole stanzette, la seconda parte del DLC mette in gioco un’ampia rosa di possibilità, attuate da innumerevoli aree segrete, passaggi nascosti, console di sicurezza (utili per hackerare robot e torrette di sorveglianza) e una decisiva non-linearità delle mappe visitate. Proprio come in HR, quindi, è possibile fare irruzione in un’area dall’entrata principale, ma anche da un ballatoio prossimo al soffitto o da un condotto d’aerazione.
La necessità di recuperare Kit Praxis e armi, inoltre, stimola notevolmente l’esplorazione e la ricerca: più della maggior parte dei livelli di Human Revolution, The Missing Link è denso di aree segrete o raggiungibili soltanto attraverso l’uso dei potenziamenti. Ciò sopperisce almeno in parte alla mancanza di hub urbani (come Hengsha o Detroit), che lasciano invece posto a un “classico”, lungo livello da completare. Non sono del tutto assenti però le quest secondarie: seppur semplicissime, le due missioni extra danno il loro apporto all’evoluzione della trama del DLC, e se completate offrono gustosi bonus in termini di oggetti e esperienza. Piuttosto, si avverte l’assenza di una significativa componente sociale: al di là di qualche dialogo in cui è possibile dare una risposta piuttosto che un’altra, ad Adam non è mai data occasione di far sfoggio delle proprie doti oratorie, né tanto meno del proprio potenziamento ACISA, reso praticamente inutile dalla penuria di sezioni interlocutorie.
Un mondo di cristallo
Le due aree visitabili in The Missing Link , ovvero la nave e in seguito una base portuale Belltower, evidenziano un apprezzabile lavoro svolto specialmente sotto il profilo grafico: effetti d’illuminazione più credibili, texture ad alta risoluzione ed effetti atmosferici vivaci e intensi sono soltanto alcune delle diverse migliorie apportate da Eidos Montréal al Crystal Engine, che, purtroppo, proprio raggiungendo tali vette estetiche disvela in maniera più o meno evidente tutti i propri limiti, legati principalmente alla propria età. Se quindi, da un lato, il DLC è totalmente deficitario di cut-scenes realizzate in CG, dall’altro sono stati fatti buoni passi in avanti nell’estetica degli NPC primari, benché le animazioni facciali si rivelino ancora una volta meno che mediocri.
Chi però, come noi, si è innamorato di Deus Ex: Human Revolution, sa bene quanto poco sia importante la pochezza grafica del titolo, quando sopperita da una buona direzione artistica e un level design all’altezza. In questo senso, ancorché The Missing Link non presenti novità eccezionali, e non costituisca forse l’esempio più esemplare della completezza e della grandiosità di Deus Ex 3, si tratta di un buon DLC. Alcune sezioni sono un po’ stiracchiate, “annacquate”, diremmo noi, ma offrono molto di più di quanto ci si aspetterebbe da altri titoli dello stesso genere. Le 4-5 ore necessarie per arrivare all’epilogo dopo aver visto più o meno tutto quel che c’è da vedere divertono genuinamente, ma non entusiasmano. L’amaro in bocca, purtroppo, è inevitabile; alcuni obiettivi costringono a ricorrere al backtracking troppo palesemente, e lo fanno più di una volta. In più, non viene dato poi così peso agli eventi della piccola storia narrata, che per quanto interessanti risultano privi di pathos. A salvare la baracca, fortuitamente, c’è l’impeccabile doppiaggio inglese, emotivo ed energico al punto giusto. Chi comunque preferirà gustarsi il DLC in italiano, potrà farlo tranquillamente.
Commento finale
The Missing Link non è forse del tutto all’altezza del titolo a cui si appoggia, ma resta indiscutibilmente un buon DLC. In sé conserva tutte le caratteristiche che hanno siglato il successo di Human Revolution: libertà d’azione e d’approccio, trama intrigante e una componente stealth impeccabile. Ciò che non è ai livelli massimi, come già detto, è lo stiracchiato level design, combinato alla totale assenza delle sfide sociali. Resta comunque un acquisto obbligato, nella fattispecie per chi ha amato il titolo originale di Eidos Montréal, e per chi non vede l’ora di mettere le mani su un ipotetico Deus Ex 4 . E, considerato il finale di The Missing Link , diremmo che, da qui a un sequel, il passo è fin troppo breve…