La maledizione di Game Republic
Tutti vanno matti per gli action/adventure: anche noi di Cyberludus, ed ogni volta che arriva un prodotto pieno di azione, esplorazione e magari arricchito da elementi strategici o di ruolo, siamo presi da un’incredibile frenesia, a prescindere se si tratti di un capolavoro o di una blasfemia da riporre nel cassetto per l’eternità. Quando si tratta di Game Republic , le nostre emozioni sono contrastanti: titoli come Genji, Folklore ed il recente Majin, sprizzavano atmosfera e coinvolgimento da ogni pixel, ma erano anche attanagliati da non pochi problemi tecnici incapaci di passare inosservati e pronti a scardinare i pregi di questi capolavori mancati. Knights Contract , anch’esso prodotto da Namco-Bandai , non fa eccezione e non può sottrarsi alla maledizione, rivelandosi un titolo potenzialmente accattivante ma che su carta di rivela purtroppo un mezzo disastro. Scopriamo insieme attraverso questa recensione (la versione testata è quella Playstation 3) i motivi che non hanno fatto decollare questo titolo verso il traguardo sperato.
Patto di sangue** **
L’universo di Knights Contract è costellato da profezie, maledizioni, creature della notte ma soprattutto dalla presenza delle streghe. Tanti secoli fa, il perfido dottor Faust ingannò la popolazione di un villaggio, facendo credere che la peste fosse stata causata non dai topi ma da sei streghe. Queste bellissime fanciulle hanno per secoli portato pace e prosperità a quella stessa gente che le ha condannate alla fiamme. Una di loro, Gretchen, prima di essere giustiziata, scaglia una maledizione sul proprio boia, Heinrich, condannandolo all’immortalità. Costretto a vagare senza poter morie, l’ex boia si ritrova dopo tanto tempo inseguito dalle creature del Male. Le streghe uccise si sono risvegliate per vendicarsi sugli esseri umani. Solo Gretchen, con l’aiuto del suo assistente, il goffo ma utile Minukelsus, si schiera con le forze del bene, stringendo un patto con Heinrich: se l’aiuterà nella sua missione, gli restituirà la mortalità. Inizia cosi il viaggio dell’improbabile trio verso l’Europa, assediata dal potere delle streghe e del dottor Faust, determinato a braccarli. Ma cosa vorrà dai protagonisti? La trama racconta senza troppi fronzoli o sceneggiature contorte, una storia appassionante e tutto sommato degna di essere vissuta e assaporata fino ai titoli di coda. Tra colpi di scena e personaggi affascinanti tipici del repertorio Game Republic, i giocatori non rimarranno delusi.
Tecnica stregata
E’ onestamente un dolore dover giudicare il comparto tecnico di questa produzione. Knights Contract trasuda atmosfera, colore e bellezza nelle idee e nel design ma è inesorabilmente penalizzato da un motore grafico troppo vecchio, paragonabile alle primissime produzioni next gen e giù di li. Il design dei nemici, dei boss di fine livello e delle ambientazioni è semplicemente spettacolare: non morti, streghe avvolte dalle fiamme, cavalieri corazzati, serpenti giganti e draghi affamati popolano villaggi infestati, foreste innevate e castelli attanagliati da tempesta e stregoneria. Molti paesaggi sono impreziositi da effetti atmosferici e movimenti dinamici degni di nota. Sfortunatamente le texture sono davvero sottotono, le animazioni e i movimenti dei protagonisti a dir poco obsoleti e i frequenti caricamenti innervosirebbero anche il più paziente dei giocatori. Seguono i continui cali di frame rate , ma non sono nulla in confronto alla gestione della telecamera: sia durante l’esplorazione che durante i combattimenti, sia che ruotate manualmente o meno la telecamera, la regia farà della vostra avventura un vero inferno tra stacchi improvvisi e inquadrature da mal di testa.
Buono il doppiaggio in inglese e adeguata la traduzione dei sottotitoli in italiano. Senza infamia e senza lode la colonna sonora: pezzi azzeccati per ogni situazione che il gioco propone ma nulla di spettacolare tutto sommato.
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Falci, magie e tanta pazienza
Il gameplay di Knights Contract si avvicina non poco a produzioni di noto successo come Darksiders e Dante’s Inferno, senza contare l’immortale God of War che tanto ha insegnato tra combo brutali e sequenze quick time event . Heinrich dovrà affrontare ben 20 missioni, in cui agguerriti nemici e boss di fine livello lo attendono per fargli la pelle. Per nostra fortuna l’ex boia non è certo uno sprovveduto e porta sempre con sé una mastodontica quanto letale falce, con la quale può dare il via a devastanti combo con i tasti X e Quadrato mentre centra un nemico con il tasto L1. Con il tasto cerchio è in grado di afferrare i nemici, sui quali può cosi sfoderare le sopraccitate combo con maggiore precisione. Non esiste un comando per saltare ma per nostra fortuna il protagonista è in grado di schivare in qualsiasi direzione, azione molto utile quando si è braccati dai nemici. Questi sfoderano sia semplici attacchi che magie piuttosto pericolose. L’arrivo di Gretchen e il patto tra i due protagonisti cambierà il nostro modo di giocare grazie alle stregonerie. Tenendo premuto il tasto R2 e scegliendo uno dei poteri (se ne possono selezionare solo quattro per volta) assegnati ai tasti X,Quadrato, Triangolo e Cerchio, prenderanno vita degli incantesimi spettacolari da vedere quanto utilissimi in battaglia. Lame affilate che spuntano dal terreno e che trafiggono i nemici, rovi metallici pieni di spine che non lasciano scampo e tagliole giganti sono solo un esempio delle magie disponibili e che schiacciano non poco l’occhio a Bayonetta. Le stregonerie possono essere potenziate fino al terzo livello grazie alle anime che raccoglierete lungo i livelli o abbattendo i nemici. Non mancano amuleti e oggetti extra da recuperare ed associare ai vostri poteri, come un moltiplicatore di punti o la rapidità della auto-rigenerazione di Gretchen. La nostra streghetta, seppur dotata, è sempre mortale e sarà vostro compito proteggerla e di tanto in tanto portarla in braccio per farla rigenerare grazie al patto di sangue che vi unisce. Heirich può solo essere ferito gravemente e dopo qualche secondo tornerà più in forma di prima premendo ripetutamente il tasto X. Ma se muore la strega sarà Game Over anche per il boia, siete avvisati. Entrambi possono entrate in una sorta quanto breve modalità Bersek , che li trasformerà per qualche secondo in esseri invincibili: un plauso va fatto alle conturbanti quanto piccanti trasformazioni di Gretchen. Non mancheranno nemmeno sessioni a tempo in cui dovrete salvare tempestivamente Minukelsus, incapace di stare lontano dai guai. Interessanti alcune varianti dove controllerete la strega, fragile si, ma anche letale negli attacchi e altre ancora in cui collaborerete con il piccolo e sbadato assistente, che non scherza affatto quando si tratta di aiutare i propri padroni.
Se tutto questo in teoria vi può sembrare accattivante e divertente, su carta le cose precipitano sin dai primi istanti. Tra caricamenti e movimenti pesanti e macchinosi, vi imbatterete ben presto in situazioni caotiche rese impossibili dalla telecamera che non perdona. Nonostante gli attacchi e le combo spettacolari e certe sequenze davvero mozzafiato, il panorama allettante viene distrutto dalle famigerate sequenze quick time event negli scontri con i boss. Non solo la risposta ai comandi è lenta ma, sbagliare un tasto vorrà dire Game Over e ritrovarsi non all’inizio della sequenza ma nel bel mezzo del precedente combattimento. Una scelta pessima e davvero snervante, che assieme agli altri tantissimi difetti di questa produzione penalizzano il fattore rigiocabilità, nonostante una longevità molto buona e la possibilità di recuperare in un secondo momento i tantissimi extra sparsi per i livelli, senza dimenticare le classifiche online delle vostre imprese sempre aggiornate in rete.
Conclusioni
La più grande pecca di Kinghts Contract è probabilmente la fretta con cui è stato sviluppato, prodotto e lanciato sul mercato. Qualche mese in più e avremmo trovato nei negozi un action/adventure validissimo da sfoderare assieme ai vari Ninja Gaiden e capolavori simili. Purtroppo il prodotto, nonostante una trama ben raccontata e un design di livelli e personaggi ragguardevole, soffre immensamente a causa di un comparto tecnico indietro di una generazione e di un gamaplay afflitto da magagne che non passano certo inosservate e che non riescono a regalare nemmeno la sufficienza a questo titolo, ricco di tanti buoni propositi ma sfortunatamente “maledetto” da altrettanti difetti imperdonabili.
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