Il terrore viene dall’Est

Quella di Silent Hill è probabilmente la saga horror più controversa degli ultimi anni: dopo i clamorosi successi del primo e del secondo capitolo della serie, il brand ha iniziato progressivamente a vacillare, partorendo seguiti non all’altezza del terrore psicologico, delle atmosfere cupe e “malate” e di quel senso di allontanamento dalla realtà che ne hanno consacrato il successo tanti anni fa, quando rappresentava l’alternativa sopraffina e per palati genuini a Resident Evil. Mentre la serie Capcom si è evoluta cambiando strada, la serie della collina silenziosa, dopo sette capitoli (più spin-off vari per il panorama mobile e un documentario per Psp), un film (e un seguito è stato da poco confermato) e una serie di fumetti, è arrivata a un punto di non ritorno, dove le cose devono cambiare in meglio per evitare ennesime e cocenti delusioni, come accaduto con Homecoming e Shattered Memories. Konami sembrerebbe essersi accorta che correre ai ripari rappresenta l’unica soluzione per continuare una serie ormai sull’orlo del precipizio ed ha cosi deciso di voltare completamente pagina, ricominciando completamente da zero e avendo come obiettivo la rinascita della serie, consapevole degli errori commessi in passato.

Per questa ardua impresa, la casa nipponica ha scelto il team di sviluppo cecoslovacco Vatra Games : per nostra fortuna, lo staff ama la serie nata nel 1999, in particolare il secondo capitolo; dimentichiamoci quindi le ultime novità azzardate negli ultimi episodi poiché si ritorna indietro, quando la paura e l’ansia costante dominavano il giocatore e dove la città era nel contempo protagonista e spettatrice degli orrori che si celavano dietro l’angolo.

Signore e signori vi presentiamo Silent Hill: Downpour , in arrivo a fine anno su Ps3 e Xbox360. Le notizie e soprattutto le certezze riguardo la natura di questo prodotto sono state dosate col contagocce dagli sviluppatori, che evidentemente vogliono mantenere discrezione assoluta prima di esporre ufficialmente la loro creatura. Cyberludus ha raccolto per voi tutto ciò che circola in rete su questo ottavo capitolo. Rispolverate mappa e torcia dunque: si torna a Silent Hill.

Dalla prigione..all’inferno!

Il team di sviluppo è solo la prima delle tante novità che ruotano attorno a questo progetto: la trama ad esempio, non avrà nulla a che vedere con Alessa, Harry Mason e compagnia bella. Non è escluso qualche piacevole cameo, in maniera simile a quanto è accaduto in Homecoming( Travis Grady [protagonista di Origins] appare all’inizio del gioco) ma la trama vera e propria avrà una storia e protagonisti assolutamente inediti. Lo sfortunato visitatore di turno è Murphy Pendleton, il cui biglietto da visita non promette nulla di buono: si da il caso infatti che Murphy sia un carcerato che si trova all’interno di un furgone assieme ad altri galeotti, severamente vigilati dalla poliziotta Anne Cunningham, che stanno per essere trasferiti. Durante il tragitto, il furgone sbanda e l’incidente da il tempo necessario al protagonista per darsela a gambe e correre all’impazzata, seguito però dalla temeraria Anne, decisa a riacciuffarlo. In una dura corsa contro il tempo, Murphy si imbatte davanti al cartello d’ingresso di una cittadina (indovinate quale?) ed essendo le altre strade bloccate non resta altro da fare che addentrarvisi e finire cosi dalla padella alla brace. Queste sono le premesse della nuova storia che farà da colonna portante al titolo Konami: gli intrecci narrativi, la psicologia dei personaggi e le nostre scelte nei loro confronti saranno una costante del gioco, proprio come in Silent Hill 2 ( il cui staff originale è stato consultato per questo nuovo capitolo). Oltre alla bella Anne , faremo la conoscenza di personaggi enigmatici, come Howard, un postino della zona, J.P., una guida turistica che nasconde qualcosa, una suora senza ancora un nome e un inquietante bambino (che Silent Hill sarebbe altrimenti?). Non mancheranno certo altri personaggi nel cast, anche se l’indiscussa star sarà la città, “viva” e inquietante come da tradizione. Già da ora sorgono parecchi dubbi riguardo Murphy: è una vittima innocente o un colpevole senza vergogna? E di quale crimine si è mai macchiato? Una cosa è certa: non lo si può definire un uomo tranquillo, dato che in più di una foto mostrata ha quasi sempre le mani al capo a causa di forti dolori alla testa, senza dimenticare le allucinazioni. Sembra inoltre che la città sia stata da poco vittima di un nubifragio che ha portato alla rottura delle strade. Un inizio niente male per un viaggio senza ritorno.

La città che non avete mai visto

L’E3 2011 è stata l’occasione ideale per vedere finalmente Downpour in movimento dopo un anno in cui spuntavano fuori giusto ogni tanto una manciata di foto. Il video della dimostrazione si apre nel bel mezzo di un bosco sinistro e silenzioso. Molti hanno trovato “a pelle” questo ottavo capitolo molto simile ad Alan Wake, per le ambientazioni di montagna, assolutamente inedite in questa serie. Si da il caso infatti che il team abbia deciso di tagliare i ponti col passato a tal punto da eliminare locations storiche della serie, come la scuola e l’ospedale, simboli indelebili, impressi nella mente di qualunque appassionato. In effetti le ambientazioni del gioco troveranno nido nella zona sud-est di Silent Hill, menzionata spesso in alcuni capitoli( e presente nelle mappe di gioco) ma mai visitata e che potremo goderci nel suo ciclo giorno/notte, proprio come nei classici giochi open world . Aspettatevi perciò cottage di montagna, villette di campagna, funivie e foreste immense, che chissà quali misteri nascondono. Nonostante si trattasse di una versione pre-alfa, il comparto tecnico della demo sfoggiava una grafica molto dettagliata: l’onnipresente nebbia aleggiava tra le strade interrotte ricoperte di foglie secche e rifiuti, mentre alberi e fogliame si muovevano in maniera molto naturale. Dettagliato anche il modello poligonale di Murphy, anche se abbiamo notato qualche animazione legnosa e incertezze nella gestione delle ombre. Proseguendo abbiamo ammirato anche interni decisamente dettagliati e ben costruiti nonché effetti particellari gradevoli, seppur non ancora eccelsi. Il passaggio all’otherword ha dato il via ad esplosioni di luci e colori che andavano dal rosso scuro al ghiaccio e non potevano certo mancare sessioni di gioco “rugginose” e decorate con litri di sangue e carne putrefatta come da tradizione. Una breve apparizione l’hanno fatta anche i nemici, alcuni dei quali ci hanno fatto accapponare la pelle. Un energumeno provvisto di un martello gigante, umanoidi che camminano a gattoni su tetti e pareti e infine un gruppo di donne dal volto deturpato provviste di artigli e voci che avrebbero potuto frantumare vetri anti-proiettile. Ritornano le inquadrature fisse, che si alterneranno a quelle più “manovrabili”; questa scelta offrirà inquadrature cinematografiche ricche di tensione. Altra novità sarà la vastità degli ambienti, cosi tale che sarà disponibile una linea metro per passare velocemente da una locazione all’altra della mappa, che sarà sempre aggiornata e ricca di obiettivi primari e secondari. Grossi cambiamenti anche nel comparto sonoro: Akira Yamaoka ed Mary Elizabeth McGlynn non cureranno più la colonna sonora (il biglietto da visita sempre vincente della serie). Per fortuna Konami ha trovato un degno quanto celebre sostituto: stiamo parlando di Daniel Licht, compositore del telefilm Dexter e di alcuni storici film del passato, come Hellraiser. I primi motivi ascoltati durante il trailer hanno convinto parecchio, attraverso nostalgiche melodie e improvvisi suoni metallici e infernali che fanno ben sperare. Anche la dimostrazione e il secondo trailer mostrati all’E3 hanno confermato le nostre impressioni positive. Il doppiaggio inglese del protagonista e dei personaggi secondari appare decisamente curato: sembra che a prestar la voce a Murphy sarà Davide Hayter, il celebre doppiatore ufficiale di Snake in Metal Gear Solid. Le ultime news confermano che saranno addirittura i Korn a curare il main theme del gioco; una scelta apparentemente insolita considerato il target musicale per una serie “delicata” come quella di Silent Hill. Ci auguriamo che la scelta fatta da Konami risulti vincente.

Sotto la pioggia senza riparo

E passiamo al gameplay, altro aspetto completamente rivisto dal nuovo team di sviluppo. Silent Hill è nata come una serie survival horror e cosi deve tornare secondo i programmatori: per questo motivo i nemici saranno molto più forti del protagonista e quasi imbattibili e basteranno solo pochi colpi per uccidere Murphy. A tal proposito non ci saranno barre della salute; basterà osservare le ferite del nostro prigioniero ed il sangue sui vestiti per capire quanto gli rimane da vivere. A complicare la situazione, l’inventario non prevede un raccoglitore delle armi; il protagonista potrà maneggiare un’arma alla volta, o meglio, uno strumento di fortuna, come un’accetta o un bastone, arnesi che saranno destinati a distruggersi nel tempo. Si potranno effettuare alcune combo con esse ma la fuga rimarrà la scelta più saggia, data che parecchi scontri si potranno evitare con un minimo di astuzia, tranne quelli contro i boss: per questi ultimi il team ha deciso di creare delle vere e proprie sequenze mozzafiato grazie ai Quick Time Event. Ritornano gli enigmi in grande stile e con essi la possibilità di sceglierne il livello di difficoltà (come in Silent Hill 2 per l’appunto). I rompicapo faranno parte sia delle missioni principali che di quelle secondarie, non necessarie certo, ma importanti per non perdersi ogni singolo aspetto della trama o per tenerci buono un amico. Sembra infatti che il nostro atteggiamento, nei confronti degli abitanti con cui interagiremo, cambierà le loro reazioni e quindi l’epilogo della storia, che sfocerà in finali multipli. Torna l’otherworld, ossia il passaggio, in tempo reale, alla dimensione infernale di Silent Hill, ma questa volta non riproporrà gli stessi ambienti della dimensione “reale” ma veri e propri livelli aggiuntivi. La novità più oscura è rappresentata dall’acqua: il sottotitolo Downpour ( “Acquazzone”) non è stato scelto a caso. L’acqua ricoprirà un ruolo centrale nel gameplay e soprattutto negli enigmi ma in che modo ancora è ignoto. Non mancheranno fasi di fuga e la possibilità di spiare gli ambienti, ad esempio guardando dalla serratura delle porte. Infine, la longevità si aggirerebbe attorno alle dieci ore di gioco, comprese le side quest; una durata più che sufficiente se consideriamo il genere e che probabilmente potrebbe aumentare sbloccando tutti i possibili finali della storia.

8 minuti di puro terrore

La demo giocabile presentata durante l’evento di Los Angeles, iniziava con Murphy nel cuore di un bosco avvolto nella nebbia e nel silenzio, interrotto solamente dal gracchiare dei corvi e dai cigolii delle porte dei vecchi edifici. Il protagonista si muove in maniera ancora goffa ma decisamente naturale: d’altronde è un galeotto e non un soldato delle forze speciali e dopo qualche metro inizierà a stancarsi e a rallentare. Nei pressi di una stazione di servizio, l’unica via è aprire un cancello ben chiuso con tanto di lucchetto. Basterà raccogliere una pietra o maneggiare qualche attrezzo nelle vicinanze per rompere il lucchetto e proseguire. Murphy apre le porte come Harry in Shattered Memories e cioè può scegliere di aprirle lentamente e sbirciare prima entrare. La telecamere sono semi-fisse e schiacciano non poco l’occhio a diversi survival horror del passato. Non abbiamo potuto fare a meno di notare alcuni tocchi di classe che rimandano ai vecchi episodi: una sedia a rotelle sul tetto della stazione, il suono delle porte quando si aprono identico a quello di Sh 2 e il main theme del primo Sh che si sente quando Murphy accende un juke box. Ed ecco la prima creatura: quella che in principio doveva essere una donna, ci salta addosso all’improvviso e premuti i tasti visualizzati su schermo riusciamo a scrollarcela di dosso. Ma la donzella riparte all’attacco, questa volta graffiandoci con gli artigli e urlando a squarciagola. Il suono della voce è letale e ci costringe ad allontanarci. Dopo qualche colpo andato a segno la nostra arma si rompe. Prendiamo un oggetto per terra per difenderci ma darsela a gambe sarebbe la soluzione migliore viste le nostre ferite visibili sulla divisa. Un sistema di trasporto tramite funivia attira la nostra attenzione ma serve il biglietto per farla funzionare. Non resta che proseguire verso le cucine, dove la nostra disattenzione si concentra sui fornelli che si riempiono di minacciose fiamme ardenti. Attiviamo il sistema antincendio, ma qualcosa non va: mentre l’acqua arriva alle nostre caviglie, il pavimento inizia a sbriciolarsi, le pareti si deformano e il tetto sparisce. Siamo nell’otherworld: il passaggio ricorda sia quello del film del 2006 che quello visto in Homecoming, dove ruggine e sangue decorano in maniera macabra la nuova locazione. Dopo aver risolto un semplice enigma per crearci un’uscita, una sorta di nube elettrica inizia a inseguirci. E’arrivato il momento di scappare: chi ha giocato Shattered Memories non potrà non notare le somiglianze con alcune meccaniche: durante le fughe, Murphy potrà voltarsi indietro e scaraventare oggetti per rallentare il passaggio dei nemici. Finita la corsa cadiamo in una sorta di acquascivolo che probabilmente ci condurrà verso nuovi sentieri del terrore.

Conclusioni

Dopo aver finalmente visto qualcosa di concreto, possiamo ritenerci entusiasti e in buona parte soddisfatti nei confronti di Silent Hill:Downpour. Murphy è il perfetto protagonista che nasconde probabilmente diversi scheletri nell’armadio, proprio come i personaggi secondari mostrati; l’atmosfera inquietante e le ambientazioni inedite, impreziosite da un comparto tecnico di ottimo livello, non passano certo inosservate. Infine le novità apportate al gamplay, in teoria sembrerebbero essere più che azzeccate per un SH a regola d’arte, tra esplorazione, missioni secondarie, combattimenti con armi di fortuna e tantissimi enigmi. Una nota negativa la dobbiamo purtroppo evidenziare: non abbiamo visto assolutamente nulla di simile a Silent Hill 2, che per un anno è stato un ossessivo e costante termine di paragone con questa produzione. Downpour sembrerebbe prediligere più le atmosfere cupe di Homecoming e quel senso di ansia costante che aleggiava in Shattered Memories, ma non di certo quella tristezza e quella malinconia cosi delicate che tanto ci hanno toccato in Silent Hill 2. C’è chi definirebbe Downpour “troppo americanizzato”. Quello che abbiamo visto però ci piace e parecchio anche e non vediamo l’ora che arrivi Ottobre 2011 per festeggiare il mese delle streghe all’insegna della paura (anche in 3D!), che solo un capitolo di Silent Hill può regalare a dismisura. Konami non ci deludere, non questa volta.