Vi siete mai chiesti come sarebbero state le avventure di Guybrush Threepwood narrate nella serie Monkey Island se l’allegro e buffo pirata biondo e i co-protagonisti fossero stati dei cani?
Ebbene, la società australiana di sviluppatori indipendenti Brawsome sì, e lo scorso Giugno ha rilasciato in parte d’Europa Jolly Rover , un’avventura grafica in 2D che vedremo essere una corposa scopiazzatura del celebre capolavoro Lucas Arts .
Ecco arrivare l’avventura in Italia (in versione retail) dopo poco più di sei mesi grazie ad Adventure Productions , il primo della line-up 2011.
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Jolly Rover racconta le avventure di un giovane pirata cane, Gaius James Rover , in un contesto puramente cagnesco.
Come ogni avventuriero che si rispetti è a conoscenza, nell’universo Monkey Island i pirati erano soliti ubriacarsi fino allo svenimento di Grog. In questo mondo a quattro zampe però la bevanda che farà capolino tra i vari pirati è il rum, e James Rover non è altri che l’inventore di un rum fatto in casa, il “Jolly Rover”, da molti però ritenuto una “bevanda per femmine” piuttosto che un rum per cagnoni forti.
Nonostante ciò, Gaius ad inizio avventura è impegnato nel consegnare un bel carico di Jolly Rover al Governatore di Groggy Island , DeSilver, che gli farà guadagnare abbastanza pezzi da otto, la moneta locale, per allargare i suoi affari e sperare di vivere una vita tranquilla con la cagnetta amata, Beatrice.
Sfortunatamente durante il viaggio il “cucciolo”, così affettuosamente chiamato dai cani adulti, verrà fatto prigioniero da Howell che gli ruberà il carico di rum e lo venderà allo stesso Governatore DeSilver .
Per Gaius le cose si complicheranno quando il Governatore chiederà indietro l’anticipo versato per il carico di Jolly Rover, che anche attraverso pagamento rateale risulterà una spesa troppo eccessiva per il cagnolino. Comincerà così la ricerca ai pezzi da otto necessari per ripagare almeno in parte il Governatore e tornare quindi a casa, per metà avventura assieme a una cagnolina di nome Clara (che ricorda molto Elaine Marley). Forse per il figlio di un clown – ebbene sì! – questa è un’avventura un po’ troppo rischiosa, ma l’ascesa al pirata più intrepido della storia è appena cominciata.
Tranquilli perché il tutto non si riduce a questo, ma è solo l’introduzione di una storia che vi terrà impegnati per quasi 6 ore di gioco tra Voodoo e cani alquanto bizzarri.
Dove sono finiti gli enigmi?
Ormai ci troviamo sempre più pieni di avventure grafiche quasi completamente prive di enigmi puri, che rappresentano oltretutto la forma basilare di giocabilità dei punta e clicca. La cosa abbastanza inquietante è che il livello di difficoltà delle avventure si sta inevitabilmente abbassando, poiché un gioco strutturato solamente su enigmi votati all’interazione tra gli oggetti in inventario e oggetti nell’ambiente circostante trova difficilmente spunti importanti che possano mettere a dura prova le meningi del videogiocatore.
Jolly Rover rientra proprio nella categoria di avventure in cui gli enigmi risultano essere l’ultimo punto di cui preoccuparsi.
Tutto quello che bisognerà fare per il 90% del tempo sarà di andare da un punto all’altro della mappa del gioco visitando le location e raccogliendo oggetti. Purtroppo, è quasi tutto qui.
Le uniche differenze di gameplay si basano sull’eseguire incantesimi Voodoo o leggere delle note per poi procedere con la consueta raccolta di informazioni o oggetti.
Presenti numerose fasi di dialogo con i tanti personaggi a quattro zampe presenti nel gioco e tra le varie isole, con cui potremo scambiarci semplice informazioni o fare/ricevere favori.
L’interfaccia è molto originale: in alto a sinistra troviamo il ” rango ” attuale di Gaius, che indica da che punto va la sua fama, al centro la missione corrente mentre a destra il ” bottino “, ovvero il punteggio raggiunto dal giocatore fino a quel momento tra progressi nella trama ed extra raccolti. Collezionando un punteggio alto e tutti gli oggetti extra, verranno sbloccati dei contenuti nella sezione “Bottino” del menu.
Vi saranno in tutto 90 crackers e 24 pezzi da otto da scovare, oltre che 3 bandiere da mettere insieme, aumentando così la rigiocabilità.
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Il 2D non tramonta mai
Dal punto di vista tecnico, Jolly Rover si presenta come un’avventura grafica 2D realizzata in cel-shading con fondali interamente disegnati a mano.
L’avventura si svolge come detto visitando alcune isole e spazi chiusi, ma le location non saranno mai vaste, concentrando quindi l’interazione con l’ambiente in una determinata inquadratura. Questo contribuisce da un lato a rendere meno difficoltosa l’avventura – come se ci fosse davvero questo rischio – e dall’altro aumenta le possibilità di quando un oggetto venga messo in secondo pieno dallo stesso Gaius, rendendone difficoltosa l’interazione.
Salvo questo problema però, seppur molto piccole, le location sono realizzate con cura maniacale, ricche di dettagli ambientali e di osservazioni da parte dei protagonisti.
Capiterà più volte di dover rivisitare una zona per poter interagire con oggetti prima bloccati o inutili.
La caratterizzazione di Gaius è tanto curata quanto quella dei co-protagonisti, rendendo l’avventura tecnicamente molto accattivante.
Chiudiamo un occhio per le animazioni, il vero punto debole di molte avventure grafiche.
Dal punto di vista sonoro, il buon doppiaggio non fa coppia, purtroppo, con una soundrack all’altezza perchè questa manca quasi completamente. Non vi sarà alcun motivetto ad accompagnare i click del videogiocatore, ma di tanto in tanto il main theme farà la sua comparsa tra le numerose sequenze animate realizzate col motore di gioco e per lo più divertenti.
Quote, quote, quote
Ebbene sì, come è chiaro dall’introduzione e dalla trama iniziale, Jolly Rover è un titolo che si rifà per tantissimi aspetti alla fortunata serie di Monkey Island, riprendendo tutti gli stereotipi lanciati al tempo dai geni della Lucas Arts .
I riferimenti sono tantissimi, a cominciare dallo stesso protagonista, Gaius James Rover , vestito in maniera molto simile a Guy, che tende a presentarsi in qualsiasi occasione ponendo sempre l’accento sulla questione del nome: Guybrush ama il suo nome e lo ripete fiero, mentre Gaius tende ad odiare il suo nome principale omettendolo, presentandosi come James Rover o inventandosi un appellativo.
Le similitudini dal punto di vista della caratterizzazione del personaggio principale non finiscono qui, infatti in Jolly Rover, Gaius viene dipinto come un cagnolino ben caratterizzato: coraggio, bizzarria, voglia di prendere in giro l’interlocutore, insistenza nei dialoghi, riferimenti all’avventura grafica e un forte amore per il tè.
Anche Gaius è legato sentimentalmente a donna – ops, cagnolina! – e ne incontrerà una opportunamente caratterizzata da una forte personalità e senso del dovere.
Come già anticipato, vi sono anche altri aspetti legati a doppia mandata alla serie Monkey Island: dopo un’oretta di gioco avrete subito a che vedere con il Voodoo, una delle colonne portanti della serie Lucas Arts, mentre tra un boccale di Grog/rum e l’altro, spunteranno in sequenza scheletri non-morti e pirati cattivi, il tutto viaggiando tra un’isola e l’altra senza il benché minimo enigma che non sia l’interazione tra oggetti in inventario ed oggetti nell’ambiente.
Se da un lato il voler ricordare una saga di successo – e, perché no, prendere spunto – può aiutare il videogioco, va detto che in Jolly Rover si è andati ben oltre, sfiorando ripetutamente la copia esatta di eventi, dialoghi o cliché.
Si salpa!
*La creazione targata Brawsome e portata in Italia da Adventure Productions merita sicuramente una prova da tutti coloro che amano le avventure grafiche, e si farà senz’altro strada molto facilmente tra coloro che hanno amato a dismisura Monkey Island e le avventure di Guybrush. Sfortunatamente, a chi non piacciono i titoli scopiazzati, resterà sulle sue dopo aver provato Jolly Rover . Il gioco è tecnicamente molto dotato e con qualche idea originale, ma salvo queste, tutto il resto sa di “già visto”.
A prescindere da ciò, un buon titolo.*
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