Spesso, negli ultimi anni, si è insistito sul voler conferire alla creatura videoludica la dignità di opera d’arte . Che sia mero intrattenimento o fine creazione dell’intelletto umano al pari delle altre è una questione, oggi, senza dubbio ancora accesa, e i dibattiti a proposito si sprecano sulle riviste e pagine web del settore in tutto il mondo. Fortunato o sfortunato che sia, non sono mai stato colto da quest’amletico dubbio, forse perché più interessato a cogliere le diverse prospettive di quello che avevo di fronte; ritengo, infatti, sia molto più affascinante guardare il videogioco come un prodotto culturale .

La creatura videoludica è l’incontro d’idee molto diverse tra loro, risultato d’influenze di ogni genere; ciò è rilevato in maniera particolare dalle profonde differenze che intercorrono fra il prodotto nipponico e quello occidentale, e dalla capacità che hanno questi di condizionarsi a vicenda. Il popolo occidentale può lasciarsi affascinare dal pennello orientale, com’è successo con gli jrpg , ma una volta appresa la lezione, ci vuole poco per voltarsi e preferire la libertà e la maturità della matrice occidentale , a dispetto di quel clima fiabesco e onirico. Il gusto del giocatore, come quello dello sviluppatore, è la risultante di tutto il suo trascorso, le sue radici, i suoi gusti letterari e cinematografici: è così che un prodotto come Yakuza , di SEGA, può allo stesso tempo esser osannato dal pubblico e la critica giapponese, e trascurato dall’occidente ( eccezion fatta per il terzo capitolo, e il quarto in arrivo, dove comincia ad avvertirsi un’evoluzione del gusto europeo e statunitense a proposito ). SEGA, come Sony, consapevole di questa realtà, e puntando su quel Giappone che ha saputo apprezzare su PSP la serie Monster Hunter a tal punto da sollevare, da solo, le vendite della console portatile, ci propone oggi Yakuza Black Panther, spin-off della serie incentrata sulla mafia giapponese. Scopriamo cosa attende nei negozi giapponesi il 22 settembre !

Giovani criminali crescono.

Differentemente da quanto accade nella serie principale, che racconta del complesso rapporto di Kazuma Kiryu e la Yakuza Giapponese, in Black Panther avremo un protagonista nuovo: Tatsuya Ukyou . Diversamente da Kazuma, Tatsuya è un adolescente immaturo e impulsivo, che dopo esser stato espulso dall’istituto, abbandona gli studi scegliendo la strada e le nocche rotte. Tutto però cambia quando il nostro ” eroe ” decide di derubare un potente strozzino della zona, nonostante i suoi compagni gli avessero sconsigliato di farlo a causa dei suoi rapporti con la mafia. Ad attendere Tatsuya sarà Naoki Toda , potente membro dell’organizzazione Tojo ; incurante del titolo di chi gli era di fronte, agguanta la sfida, scontro nel quale Toda perde la vita. Non passa molto tempo prima che il ragazzo, ora braccato dalla Yakuza e dalla polizia, finisca nelle mani di forti personalità mafiose locali: è questo l’evento che accende la nostra storia.

A Ukyou è offerta la possibilità di riscattarsi per il delitto compiuto; Ryutako Kuki, membro influente di una potente famiglia che fa capo al clan Tojo, consapevole del talento del ragazzo nella lotta, gli propone di entrare nel giro d’affari che gravita attorno all’arena Dragon Heat .

In questo capitolo portatile, SEGA, accantona il suo progetto di affrescare la Yakuza Giapponese, e il mondo di valori e interessi che gravitano attorno ad essa, per insistere maggiormente sulla gioventù e sul rapporto di questa con la violenza della strada, relazione che purtroppo spesso riguarda da vicino i nipponici più giovani.

La storia di Black Panther , non potendo contare su PSP del potente motore grafico SEGA che ci ha affascinato su Playstation 3, sarà narrata attraverso splendidi artwork ( allo stesso modo in cui sono narrati gli eventi in Metal Gear Portable OPS ) e animazioni realizzate da Spooky Graphics , coadiuvate, ovviamente, dalle voci dei protagonisti presenti sullo schermo. L’esperienza di gioco in senso stretto, invece, come negli altri Yakuza, è divisa in capitoli, in ognuno dei quali, il giocatore avrà modo di esplorare la ormai famigliare città di Kamurocho , e al termine di ognuno di questi, affrontare una nuova sfida presso l’arena.

Mafia tascabile.

Per chi ne fosse all’oscuro, Yakuza è un gioco del tutto atipico, difficilmente collocabile in genere preciso, per l’incredibile varietà di gioco offerta.

Ogni Yakuza, in primis, vanta una pregevole componente esplorativa , e Black Panther non fa eccezione. L’utente, attraverso Tatsuya, potrà esplorare l’incredibile Kamurocho , città virtuale assolutamente curatissima, in ogni sua luce e negozio; nonostante le limitazioni dell’hardware portatile, SEGA è riuscita a ricreare splendidamente quanto visto sulle console casalinghe, rasentando un comparto tecnico degno di Playstation 2 , sorprendendo soprattutto per la cura dei dettagli. Sebbene girovagare per le strade di Kamurocho , fra la gente impegnata e locali di ogni genere, sia incredibilmente divertente, chi ha giocato a Yakuza sa, che la città non è che il punto di partenza; è da qui che si ha accesso a tutti i minigiochi che Black Panther offre, come la migliore tradizione della serie vuole. Dai trailer mostrati, veniamo a conoscenza della possibilità di sederci al tavolo da gioco, flirtare con belle ragazze, prendere parte a una partita di bowling, o improvvisarsi cantante presso un karaoke bar. La lista dei minigames offerti sarà senza dubbio lunghissima, e le possibilità veramente infinite conoscendo SEGA.

Ma il cuore pulsante di ogni Yakuza che si rispetti è la battaglia. Il nostro eroe, sia in città sia nell’arena, prenderà parte a violenti scontri, in uno stile simile a quello proposto nei picchiaduro a scorrimento. Tatsuya potrà colpire l’avversario con calci e pugni, afferrare gli oggetti intorno a se e utilizzarli a come un’arma, ma soprattutto effettuare attacchi speciali. Le novità apportate al gameplay pare siano diverse. In primo luogo, l’interazione con gli oggetti è notevolmente migliorata, infatti, se nei precedenti episodi, qualsiasi oggetto era utilizzato a mo’ di strumento contundente, adesso a seconda di cosa abbiamo fra le mani, Tatsuya attaccherà in maniera differente, potendo quindi anche assistere a un affondo con un ombrello. Un’altra importante novità riguarda il termine dello scontro: una volta abbattuto tutti gli avversari che si sono presentati, il protagonista avrà la possibilità di scegliere se terminarli, lasciarli scappare in cambio di una tangente, o reclutarli. Ultima, ma forse la più interessante, è l’introduzione di una modalità multiplayer , sia in modalità cooperativa che competitiva, dove sarà possibile affrontare assieme ai nostri amici avvincenti sub-missioni, sfidarli nell’arena, o prendere assieme parte ai divertentissimi minigiochi offerti.

Conclusione.

Yakuza Black Panther ha tutte le carte in regola per sorprendere il Giappone. Purtroppo per noi occidentali, l’arrivo del titolo è sempre un punto interrogativo, e sarà SEGA a decretare in un secondo motivo se e quando avremo modo di poter mettere le mani su questa meraviglia portatile.

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