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Il 31 ottobre 2008 segna la data dell’arrivo in Europa di Valkyria Chronicles , conosciuto in Giappone come Valkyria of the Battlefield: Gallian Chronicles . Il titolo, esclusiva Playstation 3, sebbene molti ne siano all’oscuro, rappresenta uno dei migliori titoli in circolazione per il monolite nero targato Sony: un’esperienza di gioco assolutamente complessa e profonda, dotato di una storia matura e coinvolgente, e un comparto tecnico e artistico eccezionale; un gioco completo sotto ogni punto di vista, insomma. Nonostante il favore della critica, e i giudizi positivi di chiunque abbia messo mano sulla creatura SEGA ( buona parte delle vendite, si deve, infatti, al passaparola sulle varie forum boards mondiali, dove si è soliti raccomandarsi vicendevolmente i titoli degni di nota ), Valkyria Chronicles non ha registrato grandi numeri in termini di vendite, soprattutto se relazionate alla grande cura con cui è stato confezionato. Nonostante ciò, SEGA ha ritenuto che il volume delle vendite fosse tale da giustificare il rilascio di un sequel, ma con un piccolo accorgimento: il secondo stipite della serie avrebbe visto la luce su PSP , la console portatile Sony, dato il grande successo in terra nipponica di titoli come Phantasy Star Portable , e la notevole diffusione del gioiellino tascabile (complice soprattutto la serie Monster Hunter). Finalmente l’attesa è finita; spolverate le Psp, indossate le uniformi, si torna sui campi di battaglia.

Rivelazione, divisione, conflitto.

Un particolare non da poco che chiunque voglia avvicinarsi a questo titolo deve tener conto è che non vi è traccia di localizzazione; il gioco, come il suo predecessore, è completamente in lingua inglese, sia nel parlato sia nei sottotitoli. Sebbene questo rappresenti senza dubbio un ostacolo per i non anglofoni, non lasciate che le barriere linguistiche vi tengano alla larga da questo titolo, anche chi vi scrive, che non vanta una conoscenza della lingua così profonda, è riuscito a comprendere pienamente storia, dialoghi e dinamiche di gioco.

La storia prende le mosse due anni dopo gli eventi cui abbiamo preso parte nel primo episodio della serie; la duchessa di Gallia, un paesino conteso fra due imperi per la grande ricchezza di risorse, rivela di esser una Darcsen, esponente di una razza marchiata dai capelli scuri come la notte, portatrice di sventura, che anticamente trascinò l’intero continente sull’orlo di una crisi. Questa rivelazione spacca il paese, da poco ripresosi dal tentativo d’invasione da parte di uno degli imperi vicini: un gruppo di aristocratici insoddisfatti raccogliendo consensi fra militari e civili danno vita a un’armata rivoluzionaria chiamata i ribelli, gruppo seriamente impegnato in una campagna di purificazione della Gallia dalla “minaccia” Darcsen. Così in Gallia, dopo aver scacciato il nemico esterno, scoppia la guerra civile; tuttavia la milizia esausta è ancora impegnata a fronteggiare il nemico estero, e non vi sono truppe da inviare per sedare conflitti intestini; l’unica speranza è l’accademia militare Lanseal. Noi prenderemo le mosse di Avan Hardins , un giovane diciassettenne, che dopo la notizia della scomparsa dell’amato fratello decide di entrare in accademia; egli diventerà il capoclasse della sezione G, comunemente riconosciuti come la feccia dell’accademia.

La componente storytelling, com’è facile percepire da questa sommaria descrizione della saga, è uno dei maggiori punti di forza del titolo targato SEGA; sebbene in questo secondo episodio la narrazione assuma tinte più solari, complice soprattutto l’ambientazione che richiama lo stereotipo del liceo giapponese, il plot offerto è senza dubbio ispirato e coinvolgente, e spinge l’utente a continuare a giocare per scoprire gli sviluppi della trama. Diversamente da quanto avveniva nel primo episodio, in Valkyria Chronicles 2 avremo modo di conoscere per bene tutti i membri della nostra squadra, non solo i personaggi principali; questo piccolo accorgimento ci permette di scoprire ancora una volta l’incredibile maestria di SEGA, in grado di dar vita a personaggi splendidamente caratterizzati, in grado di farsi amare o, perché no, odiare incondizionatamente. Per proseguire nella storia principale, o venire a conoscenza degli sviluppi sui membri del team, bisognerà prendere parte agli eventi dell’accademia, segnalati da uno o due punti esclamativi, a seconda che sia un evento secondario o una delle sequenza principali; la narrazione perde quindi lo spirito del libro di cronache, tuttavia, le cut-scenes mantengono i bordi tipici delle pagine illustrate come nel primo episodio. L’esperienza narrativa, sebbene contenga richiami e personaggi del primogenito per Ps3, è pienamente godibile anche senza aver giocato il capostipite; sicuramente un’ottima notizia per chi non ha potuto ancora mettere le mani sull’esclusiva Playstation 3, che a distanza di quasi due anni, noi ci sentiamo ancora di consigliarvi.

Acquerelli giocabili.

Dal punto di vista artistico Valkirya Chronicles eredita molto dal suo predecessore. Anzitutto, il motore grafico Canvas sviluppato da SEGA per Playstation 3 è stato completamente ridisegnato per Playstation Portable, e il risultato è stupefacente. Ci sembrerà di poter stringere fra le mani lo stesso acquarello videoludico che ci ha appassionato sullo schermo di casa; per fare in modo che il feeling rimanesse inalterato, cut-scenes in stile anime intervalleranno la narrazione, regalandoci splendidi minuti di disegni incredibilmente colorati e dinamici, tali da farci dimenticare rapidamente dei filmati in computer grafica sul monolite casalingo. Gli scenari di battaglia sono splendidamente gestiti dal motore Canvas, in grado di dar vita a oltre 20 scenari unici e visivamente splendidi, nei quali muoveranno numerosi e diversi avversari e alleati. Pollice in alto anche per quanto riguarda il sonoro: veramente ispirate le melodie di Hitoshi Sakimoto , già celebre compositore del primo episodio e dello storico Vagrant Story, in grado di accompagnarci fra pennellate e fuochi di mitra nella maniera più calzante.

Che inizino le danze.

Se riguardo comparto tecnico e comparto narrativo gli elogi si sprecano, qualche parola in più merita l’elemento principe di Valkyria Chronicles: il gameplay. SEGA, differentemente da quanto ci si poteva aspettare da un sequel su una console portatile, è riuscita ad amplificare quanto vi era di buono nel primo capitolo, offrendoci un’esperienza di ciò ancora più profonda e complessa, una formula di gioco spettacolare dove il giocatore è continuamente stimolato sul piano intellettuale.

Il nostro eroe, Avan, oltre ad essere uno dei personaggi di cui è possibile prendere le mosse sul campo, è anche il capoclasse, ed è quindi il leader carismatico cui spetta dirigere le mosse dei compagni e impartire ordini che possano portare alla vittoria. Prima di ogni battaglia cui prenderemo parte, precederà un rapido briefing, dove saranno elencati gli obiettivi da perseguire, e le condizioni da evitare affinché non si fallisca; dopo aver coscientemente disposto le truppe sul campo, la sfida ha inizio. Prima di ogni turno avremo una panoramica a uccello delle varie mappe, dove sono disposte le nostre truppe, delle basi in nostro possesso, e dei punti comando a nostra disposizione. I punti comando rappresentano il numero di azioni che è possibile effettuare durante un turno, come impartire ordini (in grado di potenziare le statistiche delle nostre truppe), oppure prendere il controllo di persone o veicoli; i punti comando possono essere aumentati posizionando personaggi chiave sul campo; non spendere i CP che ci spettano in un dato turno, vuol dire avere la possibilità di spenderli il turno successivo.

Una volta preso il controllo di una delle truppe sul territorio, avremo una grande varietà di azioni disponibili: possiamo anzitutto spostare la truppa nel campo di battaglia, lo spostamento, tuttavia, è limitato da una barra a fondo schermo, che si esaurisce man mano che il personaggio si sposta; possiamo coprirci dietro un sacco di sabbia così da ottenere una maggiore difesa, strisciare nell’erba così da nasconderci, o salire su una torretta in modo da acquistare un maggior raggio d’azione e potenza di fuoco; possiamo, infine, attaccare, una volta per CP speso, il nemico con una delle armi a disposizione della truppa; il tutto è a nostra completa discrezione. Tuttavia le truppe non sono tutte uguali, ma si differenziano in base alla classe; ne esistono ben cinque: shocktrooper, lancer, engineer, scout e armored soldier . Ogni classe è dotata di caratteristiche differenti, una serie di pro e contro che rendono ognuna di queste categorie indispensabili sul campo di battaglia, come la capacità degli ingegneri di curare i soldati feriti, la possibilità per gli armigeri di disinnescare le mine, o il potere di abbattere veicoli e torrette dei lancieri. Ogni classe può essere potenziata, sia acquistando per essa un equipaggiamento più forte, sia investendo punti esperienza nell’evoluzione di una classe. Diversamente da quanto avveniva nel primo capitolo, dove, raggiunta la soglia del livello undici, le classi raggiungevano il rango di elite e una serie di power-up, in Valkyria Chronicles 2, l’evoluzione delle classi assume una maggiore importanza tattica. Ogni classe, infatti, si biforca ben due volte, dando vita a quattro sottoclassi, ognuna delle quali specializzata in maniera differente; è così che si ha accesso a classi come lo sniper, il music soldier, il machine gunner o il blast striker.

Per aver accesso ai punti esperienza è necessario concludere con successo le battaglie; terminando le sfide in meno turni, e abbattendo più avversari si ottengono più punti esperienza e più denaro da spendere in potenziamenti tecnologici e al negozio. Anche i potenziamenti tecnologici, come l’evoluzione delle classi, conoscono in questo secondo episodio importanti cambiamenti, soprattutto in relazione ai veicoli. Se nel primo episodio il nostro Edelweiss era poco personalizzabile, stavolta avremo la piena gestione dei nostri mezzi, fino a poter rendere il nostro veicolo, un APC trasporta truppe.

Novità di notevole importanza relativa alle battaglie è la nuova conformazione dei campi di battaglia. Anziché dover gestire le solite mappe immense, su PSP si è scelto di dividere queste in più campi fra loro collegati; questa modifica rende il tutto ancor più tattico. Se nell’originale per Playstation 3 potevamo concederci il lusso di effettuare dei posizionamenti sbagliati sul campo, dovendo gestire più fronti contemporaneamente questo non sarà più possibile, a meno di non trovarci scoperti in una delle sezioni; allo stesso modo perde di efficacia la tecnica dello scout rush, dove un solo scout si occupava di correre in quanti meno turni possibile alla base avversaria così da ottenere i rank più alti, una tecnica che svuotava la complessità della formula SEGA. Nuova introduzione in battaglia è rappresentata anche dal Morale . Conquistare basi avversarie e abbattere i nemici alzeranno il morale delle nostre truppe, mentre perdere compagni sul campo lo abbasserà; un morale alto permetterà l’attivazione delle abilità passive positive dei nostri soldati, mentre un morale a zero ci condannerà alla sconfitta.

Divertimento per tutti, tutti insieme.

Una delle innovazioni, che sicuramente faranno la felicità degli amanti delle sessioni di gioco con gli amici, è l’introduzione del multiplayer , per la prima volta nella serie, sia in modalità cooperativa sia competitiva, via connessione ad-hoc . L’introduzione del multiplayer in un titolo come Valkyria Chronicles è senza dubbio qualcosa di splendido, e ci si domanda del perché questo non sia stato implementato anche nella versione Playstation 3. In modalità cooperativa prenderemo, tutti assieme, parte a una delle battaglie già affrontate; muoveremo in contemporanea con i nostri alleati, questo ci permetterà di dare vita a nuove efficaci manovre d’azione, come distrarre un nemico mentre i nostri lo attaccano alle spalle. Se pensate tuttavia che questo rappresenti l’occasione di accumulare punti esperienza facilmente vi sbagliate: i CP a vostra disposizione verranno sensibilmente diminuiti, e sarà necessaria una continua comunicazione fra le forze in gioco per ottenere dei buoni risultati e concludere rapidamente le battaglie.

Anche la modalità competitiva è incredibilmente divertente, anche se non si dimostra ben bilanciata come la cooperativa. I due giocatori si sfideranno con l’obiettivo di catturare la base avversaria; il giocatore avrà pieno accesso alla squadra che utilizza in single player, con tanto di potenziamenti ed evoluzioni di sorta; così i giocatori più veterani hanno un netto vantaggio su chi ha giocato meno. Sorvolando su questa lacuna, le battaglie fra giocatori di pari livello sono estremamente divertenti, una delle esperienze competitive multiplayer migliori su psp.

Strategia portatile, un ossimoro?

Nonostante le strette vesti di una console portatile, Valkirya Chronicles non delude neanche su Playstation Portable, nonostante ciò è doveroso fare alcune considerazioni, che trascendono le fredde ragioni di mercato. PSP, come tutte le console portatile, nasce con l’intento di somministrare divertimento in quei momenti in cui non si è a casa a poter godere della propria console casalinga: in autobus, in treno, di nascosto a scuola sotto i banchi, in attesa dal dottore. Insomma PSP è la panacea contro il tedio in alcuni momenti smorti, periodi relativamente brevi, inadatti a uno strategico che richiede grande partecipazione del giocatore, e tempi decisamente lunghi. Sebbene PSP abbia un bacino utenti superiori a Playstation 3, risulta inadatta a Valkyria Chronicles, a meno di giocarci a casa, perdendo la comodità di essere handheld. Va quindi appoggiata l’insoddisfazione dei fan che volevano che la serie rimanesse su console casalinga, sicuramente più adatta a una formula di gioco di questo genere; seduto sulla poltrona di casa, certamente, si vestono meglio i panni del comandante.

Conclusioni.

Non mi vergogno ad ammettere che prima del rilascio di questo titolo la mia PSP giaceva sul comodino a prender polvere; Valkirya Chronicles è uno dei titoli migliori presenti sul mercato, un’esperienza completa, un gioco da avere. La localizzazione in inglese, e il sistema di gioco hardcore, allontanano certamente il giocatore dall’acquisto, specie in relazione all’uscita contemporanea di titoli sicuramente più celebri quali Kingdom hearts Birth By Sleep ; ma non lasciatevi intimorire, e inebriatevi delle tinte colorate e dai colpi di fucili dell’Europa di SEGA, Valkyria Chronicles non vi deluderà.

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CI PIACE
-Esperienza di gioco divertente e profonda.\n
-Longevo e godibile.\n
-Multiplayer divertente.
NON CI PIACE
-Modalità competitiva multiplayer non troppo ben bilanciata.\n
-Non è un gioco da PSP.
9.2Cyberludus.com
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