Da strategico ad action: questo il percorso pseudo evolutivo compiuto da una famosa saga come Dragon Age . A seguito del capitolo Origins , uscito l’anno scorso su PC e console HD, seppur sotto forme diametralmente opposte, il team BioWare ha deciso di dare una decisa stoccata al concept di gioco. Invitati allo stand EA , abbiamo finalmente assistito ad una presentazione a porte chiuse di Dragon Age 2 , mostrato sia in versione console che PC. Ecco a voi, allora, il nostro resoconto.

Console style

La prima versione mostrataci è stata quella console, precisamente Xbox 360. David Silverman , product manager del gioco, che ci ha accolti calorosamente nel suo rifugio “rosso sangue”, ha esplicitamente dichiarato che gli intenti del team, composto per il 10% da nuovi componenti, sono quelli di rendere questo nuovo capitolo il più accessibile possibile, partendo dalla struttura narrativa fino ad arrivare al gameplay. Questo perchè con Origins , la trama, spesso vittima di lunghissime digressioni “scritte”, ed il gameplay non propriamente bilanciato, avevano rappresentato un limite per alcuni giocatori, poichè artefici di un ritmo di gioco pressoché altalenante. In Dragon Age 2 , al contrario, il team ha puntato verso un approccio più immediato e meno dispersivo, in linea sostanzialmente con quanto visto in Mass Effect e, più da vicino, Mass Effect 2 . Le meccaniche strategiche, dunque, sono state quasi del tutto abbandonate in favore di quelle action e, di primo acchito, a risaltare è stato proprio il sistema di combattimento: con una classica visuale libera in terza persona, infatti, i comandi di gioco sembrano rispettare i canoni tipici di un GDR occidentale di stampo next-gen. Mediante un’apposita schermata ad anello, che ricorda vagamente quella delle abilità rapide di Mass Effect , è possibile selezionare un potere specifico, la cui tipologia varia a seconda della classe di appartenenza del proprio guerriero. In fase di combattimento, dunque, nel corso della dimostrazione l’azione sembrava scorrere fluidamente, consentendo anche un approccio di tipo cooperativo se affiancati da uno o più compagni di squadra.

Make your choice 2.0

A tal proposito, un’ulteriore schermata di riferimento offre alcune opzioni rapide atte ad impartire ordini base: mettendo il gioco in pausa, infatti, la telecamera continuerà a spostarsi lungo tutto il raggio d’azione e, mediante un apposito indicatore, avremo la libertà di spostarci verso il nemico e stabilire in anticipo quale azione d’attacco o difesa compiere, come scagliare una magia, ingaggiare uno scontro diretto puntando un determinato nemico e così via. Altra nota importante riguarda il sistema dei dialoghi; analogamente a quanto avveniva prima, i dialoghi propongono ora un’ulteriore indicazione dal punto di vista dell’allineamento morale. Accanto alle singole risposte, infatti, appariranno delle icone predefinite atte a svelare il tono della voce. Un espediente, questo, che tende a migliorare la percezione del giocatore sul comportamento del proprio alter-ego e sul tono da egli acquisito (positivo, neutro o negativo), onde evitare, come spesso succedeva in Origins o Mass Effect, di compiere scelte potenzialmente indesiderate. Indesiderate a tal punto da costringere i giocatori più puntigliosi a riavviare il gioco e ripartire da un vecchio checkpoint, col fine di rimediare all’errore: in Dragon Age 2, dice Silverman, questo problema non si verificherà più, grazie, appunto, ad un dialog system maggiormente esplicativo. Per quanto concerne l’aspetto tecnico, invece, la versione console ci è apparsa fin troppo acerba per poter esprimere un parziale giudizio; lo scenario mostrato presentava una piccola area montuosa, alquanto scialba e priva di una palette di colori variegata. I lavori sembrano comunque procedere bene e, seppur non stravolgendo gli stilemi del genere, BioWare ci ha sempre abituati a standard qualitativi tali da far sperare anche in questo Dragon Age 2 .

The Twin Dragons

Menzione a parte merita sicuramente la versione PC di Dragon Age 2 . Analizzando quest’ultima, infatti, Silverman ci ha fatto notare come lo stadio di sviluppo di tale versione si trovi già in fase avanzata. A tratti, nonostante anche questa versione mostrasse la stessa ambientazione scialba di quella console, i dettagli dei personaggi rasentavano la perfezione in termini di pulizia grafica e cura dei particolari. Oltre ad essere evidente lo stacco grafico fra entrambe le versioni, lo stesso approccio al sistema di combattimento varia leggermente sia nello stile che nella forma. Sono state mantenute infatti le meccaniche originali da “punta e clicca”, con tanto di menu di status personaggio sottostante e “anello” delle abilità. Qui, l’approccio rimane più vicino a quanto visto in Origins , lasciando comunque spazio alle medesime meccaniche action che contraddistinguono la controparte console. Insomma, il lavoro svolto da BioWare si pone l’obiettivo di accontentare un po’ tutti i giocatori, sia vecchi che nuovi.

Concludendo…

Atteso a Primavera 2011, Dragon Age 2 non deve essere considerato affatto un sequel, ma una semplice evoluzione “stand alone” di Dragon Age: Origins . Con quest’ultimo, infatti, non vi sarà alcun legame narrativo e tutti coloro che desiderano giocare questo nuovo episodio, senza aver mai provato quello precedente, potranno farlo senza troppi problemi. I presupposti per un titolo che possa accontentare gli appassionati, non solo della saga ma anche del genere Action/GDR, ci sono tutti; sperando, ovviamente, in un supporto narrativo all’altezza degli standard quantitativi e qualitativi ai quali ci ha ormai abituati BioWare.