Si sa, da cosa nasce cosa, o meglio, da Modern Warfare nasce Black Ops. E così, l’inaspettata rivoluzione “moderna” dello storico brand targato Infinity Ward , perpetrata dai due Call of Duty: Modern Warfare e Modern Warfare 2 , ha fatto sì che anche Treyarch si adeguasse; e la risposta, di certo, non è tardata ad arrivare. L’eterna rivale di Infinity, infatti, si è messa subito in mostra grazie al recente ma già aleggiante annuncio del settimo capitolo, con l’intenzione e la promessa di conquistare definitivamente il trono della serie, posta fin dagli albori sotto l’ala protettrice di Activision . La stessa Activision che, proprio in questi giorni, ha lasciato trapelare ulteriori dettagli su questo nuovo ed attesissimo episodio. L’impressione è che Treyarch abbia finalmente deciso di cogliere la palla al balzo e dar vita ad un episodio indipendente, ricco di sfumature e dotato di personalità propria. Vediamo allora alcuni degli aspetti che caratterizzeranno Call of Duty: Black Ops .

La Guerra Fredda secondo Treyarch

Black Ops ci proietterà in un contesto storico del tutto nuovo per la saga e mai interamente esplorato dagli fps in genere: la Guerra Fredda . A cavallo tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta, periodo in cui sostanzialmente sarà ambientato il gioco, la Guerra Fredda vide protagonisti i due blocchi continentali per eccellenza, Russia da una parte e Stati Uniti dall’altra. A caratterizzare questo lunghissimo periodo di “quieta” belligeranza, basata più sugli scontri tra intelligence che su brutali battaglie da campo, fu che appunto i due “blocchi” si colpivano a distanza senza mai venire realmente a contatto, almeno in apparenza. A fare il gioco sporco, per così dire, ci pensavano le rispettive squadre speciali ed organizzazioni segrete, CIA e KGB in primis, sempre all’erta ed alla continua ricerca di informazioni circa i piani avversari. Ebbene, in Call of Duty: Black Ops impersoneremo nientemeno che alcuni degli esponenti della più imponente ed efficace macchina da guerra americana dell’epoca; freddi, razionali e spietati soldati “scelti” disposti a qualsiasi cosa pur di raggiungere l’obiettivo. Insomma, gente d’elite, addestrata per non fallire mai: Black Ops appunto!

Nonostante lo scenario bellico curato da Treyarch si ponga a metà strada tra la Seconda Guerra Mondiale e la guerra “moderna”, questi corpi speciali disponevano già di armamentari e tecnologie di guerra avanzati, quasi avveniristici se rapportati all’epoca. E il fatto che Treyarch abbia deciso di abbandonare la tendenza al “riciclo” in favore dell’alternativa, dimostra quanto Mark Lamia ed il suo team siano concentrati su questo settimo episodio, slegato sia nella forma che nella sostanza dal resto della serie. Non solo una sfida nei confronti della concorrenza, ma anche contro se stessi, un modo per misurare finalmente le proprie capacità creative e d’iniziativa. Il tutto a partire comunque da una base solida, costituita dal pregevole motore grafico di Modern Warfare 2 , rinnovato e potenziato per l’occasione.

Silenzio infernale

Dalle due missioni mostrate nel corso della recente dimostrazione è emerso come Call of Duty: Black Ops saprà offrire al giocatore il giusto equilibrio tra le meccaniche puramente action e quelle stealth. Alle classiche sequenze frenetiche, dal ritmo tipicamente serrato ed infernale, si affiancheranno quelle più pacate e silenziose delle offensive stealth, durante le quali sangue freddo e precisione saranno i requisiti minimi. Azioni, queste, inglobate all’interno di ambientazioni realistiche e dai tratti cinematografici.

Comandare una “truppa d’elite” a bordo di un Lockheed SR-71 , ad una quota di circa 70.000 piedi con addosso una tuta stile astronauta, e vedersi catapultati subito dopo sulla cima innevata degli Urali, armati di balestra telescopica, rappresenta solo una delle azioni altamente spettacolari alle quali assisteremo nel corso del gioco. A seguito di questa particolare sequenza “verticale”, la missione richiedeva di infiltrarsi con il resto della squadra all’interno di una base segreta russa, muovendosi silenziosamente nella steppa innevata a suon di dardi, sempre letali ed efficaci nonostante l’età. Già qui è stato possibile notare come l’approccio alla missione potesse variare in base alle scelte del giocatore: sfruttare i silenziosi dardi per eliminare i nemici uno alla volta, pena lunga e macchinosa ricarica tra un colpo e l’altro, o “accontentarsi” di quelli esplosivi allertando però il resto dei nemici? A noi, dice Treyarch , la scelta.

Le vie di una Hue City distrutta dai bombardamenti e spiattellata dai carri armati fanno invece da sfondo alla sequenza forse più cruda ed “esplosiva” dell’intera dimostrazione. Nei panni del soldato scelto Mason ci troviamo a bordo di un elicottero, pronti per essere depositati nella cittadina vietnamita. Ma in luoghi così insidiosi gli elicotteri sono un facile bersaglio, compreso il nostro naturalmente, colpito irrimediabilmente al rotore e precipitato all’interno di un edificio in fiamme e distrutto su più lati, entrando subito nel vivo dell’azione; armato di fucile a pompa il nostro Mason si vede così costretto a farsi largo tra le fila nemiche attraversando, di edificio in edificio, i pericolosi labirinti urbani. Qui Treyarch ha dimostrato di saperci fare anche con gli spazi chiusi e affollati, cosparsi di nemici provenienti da ogni dove e sommersi da fumo e fiamme. L’azione è caotica, infernale, ansimante, adrenalinica.

L’atmosfera che sembra dunque trasparire da Call of Duty: Black Ops si allinea esattamente con i tratti distintivi della saga, fatta di azione pura e su larga scala, a volte meditata, lineare e dai tratti assolutamente cinematografici.

Cooperativa a quattro

Le modalità di gioco curate da Treyarch spaziano dalla promettente Campagna a singolo giocatore all’immancabile comparto multiplayer. E se quello competitivo rappresenta ormai un marchio di fabbrica, il multiplayer cooperativo si è imposto solo di recente e proprio a partire da World at War, grazie alla celebre modalità “Nazi zombie”. In Black Ops sarà riproposta una nuova modalità cooperativa a quattro giocatori, non si sa se sottoforma di “Nazi Vietcong” o sulla falsa riga di “Operazioni Speciali”, vista e apprezzata in Modern Warfare 2 .

Conclusioni

Call of Duty: Black Ops ha tutte le carte in regola per riconfermare il successo di una serie giunta alla sua settima incarnazione. A seguito di due titoli incentrati sulla Seconda Guerra Mondiale, Treyarch rientra dunque in scena con un’ambientazione assolutamente inedita e ricca di particolari. Riusciranno le sontuose catene degli Urali, l’infernale Vietnam ed il fascino delle divise “speciali” a far breccia nel cuore degli appassionati? Appuntamento fissato al 9 Novembre!

Articolo precedenteBulletstorm
Prossimo articoloIn arrivo un titolo di X-Factor
CyberLudus è un'Associazione Culturale che opera nel settore videoludico dal lontano 2007, a stretto contatto con produttori e distributori di tutto il panorama internazionale. La nostra redazione segue con passione ed entusiasmo l'evolversi di questo mondo, organizzando tornei e contest, partecipando a manifestazioni ed eventi e, attraverso il nostro portale, fornendo all'utenza un piano editoriale che prevede recensioni, anteprime, guide strategiche, soluzioni, rubriche ed approfondimenti.