Durante la cosidetta “guerra dei cloni” i cavalieri Jedi Anakin Skywalker e il suo mentore Obi-Wan Kenobi devono cercare di risolvere uno spinoso problema : salvare il figlio del potente trafficante galattico di merci Jabba The Hutt per ricavarne in cambio il lasciapassare sulle strade dei commerci interspaziali. Costretti ad affrontare una inespugnabile fortezza piena di droidi per salvare il piccino, i due cavalieri avranno anche il compito, tra gioie e difficoltà, di insegnare le arti alla giovane aspirante jedi Ahsoka Tano. Mentre parte l’attacco il perfido Conte Dooku aiutato dalla tenebrosa guerriera Asajj Ventress, medita di dirigere le sorti dei favori di Jabba a proprio vantaggio, con un crudele piano che prevede come fine la distruzione dei suoi nemici ordendo un inganno. Intanto la principessa Amigdala …

Che furbone George Lucas! Desideroso di fare altri denari con la serie di Star Wars (sperando che li utilizzi per il compimento della terza trilogia) ha innescato questa furba operazione di marketing denominata “The clone Wars” in cui si vorrebbe colmare il gap narrativo tra il secondo e il terzo capitolo della serie, dato che uno finiva a guerra dei cloni cominciata e l’altro partiva quando il conflitto finiva. Mancava la parte di mezzo : sarebbe stato assurdo radunare mezzi e cast ormai in diaspora per fare un episodio 2,5, allora il grande patron dell’impero galattico ha pensato di creare una serie animata affidandola a Genndy Tartakovsky. Ne saltano fuori 25 episodi in 3 stagioni, di pochissimi minuti ciascuno (tre per i primi venti, dodici per gli altri 5). La serie animata viene ora ripresa, in attesa di lanciarne un altra di oltre 100 episodi, con questo film in animazione 3d in computer graphics con personaggi visivamente stilizzati.

Dave Filoni (opera prima) è lo sconosciuto che ha diretto l’operazione che deve fare da traino alla serie suddetta, che riprende i loghi immortali delle Guerre Stellari, utilizza le musiche di John Williams ma non fa partire il film con le famose scritte a scorrimento che ci dovrebbero dire qualcosa sul capitolo che stiamo vedendo, tanto per chiarirci le idee, anche perchè la visione de “L’attacco dei cloni” e de “La vendetta dei Sith” non è magari freschissima per chiunque.

Comunque sia, questo lavoro non approfondisce praticamente nulla del periodo in maniera sorprendente, si limita a mostrarci una lunga fase di guerra (praticamente 90 minuti sono battaglie sui 98 del film) provocata dalla resistenza dei cloni contro l’orda dei droidi. La battaglia viene inasprita dal bieco comportamento del conte Dooku, che utilizza il salvataggio del piccolo figlio, rapito e tenuto in una fortezza, del temibile e potente trafficante Jabba The Hutt (si, proprio colui che terrà in sospensione criogenica Jan Solo ) per propri scopi. I due cavalieri jedi per eccellenza Anakin Skywalker (futuro lord Fener) e il suo mentore Obi-Wan Kenobi si buttano nella battaglia per espugnare la rocca dove “puzzolo” (il cosidetto “patatino” del gigantesco Jabba) è tenuto prigioniero. Per chi lo salva ricchi premi e gadgets, con il permesso di poter far lasciar passare indisturbata per una zona della galassia la propria flotta mercantile di supporto.

I personaggi della saga ci sono in parecchi, con la new entry femminile Ahsoka Tano, ma purtroppo l’aria che si respira non è certo quella di un guerre stellari, neppure lontanamente, anche se il film è gradevole e fila via liscio dato che praticamente è “only fight” oppure “run and strike”.

Non solo spade laser si incrociano, semplici o doppie, ma ci sono anche i giganteschi mezzi semoventi corazzati cari a Lucas (stavolta caminano e scalano in verticale) e gli inseguimenti tra piccole astronavi con le ammiraglie in mezzo. Luci, colori e suoni fragorosi accompagnano questo finto necessario riempitivo narrativo (presentando l’incredibile personaggio di Hutt Zero, un perfido parente del blobboso padrino stellare Jabba) dedito all’incasso dilatando una battaglia manco fosse quella delle due torri jacksoniane, che vive con poca fantasia riempiendo il tempo come può. I pochi secondi tranquilli vengono lasciati ai contrasti tra il maestro Anakin, spocchioso e poco propenso ad avere tra i piedi la vivace e intraprendente padawan che chiacchera in continuazione e sgomita per la lotta (sorta di buddy buddy galattico).

Le animazioni con personaggi stilizzati sono gradevoli, alcuni effetti visivi nello spazio hanno un buon impatto (le carrellate sulle astronavi, la visione retroversa dei motori) ma vista la produzione si poteva anche fare di meglio, alcune volte i movimenti sembrano quelli dei pupazzeschi Thunderbirds piuttosto che quelli morbidi tipici della animazione 3d di oggi. In definitiva chi vuole avvicinarsi a questo lavoro animato in nome della filologia di Star Wars rimarrà deluso per la mancanza di profondità dell’assunto, ma potrà lo spettatore blandamente divertirsi con questa lunga battaglia dilatata a più non posso perchè scorrerà leggera senza problemi. Il mito immortale e il fascino sempiterno di Star Wars è purtroppo da tutt’altra parte che qui.

Pietro Signorelli

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