Nel vasto panorama degli strategici in tempo reale, Tempest Rising si presenta come una vera e propria dichiarazione d’amore per il glorioso passato del genere, realizzata da Slipgate Ironworks e pubblicata da 3D Realms. In un periodo in cui il mercato sembra favorire esperienze ibride o giochi con un gameplay più frammentato, questa produzione si rivolge direttamente al cuore degli appassionati storici, offrendo un RTS dal sapore classico e robusto, ma con l’ambizione di adattarsi ai gusti moderni. Ambientato in un futuro alternativo devastato da una guerra globale e dalla misteriosa diffusione di una sostanza chiamata “Tempest”, il gioco ci catapulta in un mondo fratturato, dove fazioni militari e corporazioni senza scrupoli si contendono il dominio su ciò che resta della civiltà. Fin dal suo annuncio, Tempest Rising ha catturato l’attenzione, non solo per il suo stile old-school, ma anche per il pedigree degli sviluppatori, noti per la loro passione nel riportare in vita generi storici. La promessa era chiara: riportare l’esperienza RTS classica ai suoi antichi splendori, rispettando il passato e guardando con cautela al futuro.

Un Command & Conqueror moderno (ma non troppo)

Il gameplay di Tempest Rising è un omaggio autentico alla vera essenza degli RTS: raccogliere risorse, costruire basi, gestire un esercito e conquistare il campo di battaglia con astuzia. Le due campagne principali – una focalizzata sulle Global Defense Forces (GDF) e l’altra sulla Tempest Dynasty – offrono storie speculari ma uniche, ricche di missioni ben progettate e obiettivi variabili. La GDF rappresenta l’ultimo bastione dell’ordine mondiale, mentre la Dynasty simboleggia l’emergere di un potere ribelle, animato dalla voglia di dominare la Tempest. Ogni missione riesce a mescolare con maestria fasi difensive, attacchi massicci e azioni furtive, mantenendo sempre alta la tensione strategica. A rendere il tutto ancora più interessante ci sono le unità specializzate, i potenziamenti sul campo e la possibilità di adattare la propria strategia in base alle dinamiche della battaglia.

Tempest Rising non reinventa la ruota, ma la rende perfettamente scorrevole, offrendo un gameplay intenso, immediato e soddisfacente, con una curva di apprendimento che si adatta sia ai principianti che ai veterani.
Non si può parlare di Tempest Rising senza menzionare il suo riferimento più evidente: Command & Conquer. L’influenza della storica saga di Westwood Studios si percepisce in ogni aspetto del gioco: dal sistema di costruzione modulare delle basi, alla gestione delle risorse tramite punti di raccolta limitati, fino all’estetica delle fazioni e al ritmo frenetico degli scontri. Anche il tono narrativo, con filmati live-action tra le missioni e personaggi eccentrici, è un chiaro omaggio a quei classici degli anni ’90. Tuttavia, Slipgate Ironworks non si limita a copiare; Tempest Rising cerca di attualizzare l’eredità di Command & Conquer, migliorando l’interfaccia utente, offrendo maggiore flessibilità nelle strategie e introducendo leggere sfumature RPG nella progressione delle unità.

È un equilibrio difficile da mantenere: rimanere fedeli ai fan di vecchia data senza sembrare obsoleti, eppure Tempest Rising riesce in gran parte nell’impresa, dimostrando che il DNA dei grandi RTS ha ancora qualcosa da dire nel mercato moderno.

Un bolide del mondo RTS…

Dal punto di vista tecnico, Tempest Rising si difende con onore. Anche se non punta a raggiungere il fotorealismo, la grafica è solida, ricca di dettagli e mantiene uno stile coerente. I modelli delle unità sono ben definiti e le animazioni durante le battaglie sono fluide e dinamiche. Le ambientazioni, che spaziano dalle città in rovina alle foreste contaminate dalla Tempest, offrono una varietà visiva e una cura nei dettagli davvero notevole.

Il motore grafico gestisce senza problemi anche le schermaglie più grandi, mantenendo un framerate stabile anche nei momenti più frenetici. Per quanto riguarda l’audio, la colonna sonora presenta brani marziali ed elettronici che si integrano perfettamente con l’azione, mentre gli effetti sonori – come esplosioni, scariche laser e le voci dei soldati – sono incisivi e contribuiscono a ricreare sensazioni che credevamo perdute. Un applauso speciale va al doppiaggio, che, pur abbracciando uno stile volutamente esagerato, riesce a dare personalità alle diverse fazioni e ai loro comandanti.

…alcune magagne sotto il cofano.

Nonostante la qualità complessiva sia indiscutibile, Tempest Rising ha i suoi difetti, che si fanno sentire soprattutto durante le sessioni più lunghe o avanzate. Uno dei problemi più evidenti è la ripetitività delle missioni: anche se gli obiettivi principali cambiano, a volte ci si ritrova a seguire una sequenza prevedibile di costruzione e conquista, senza troppe sorprese.

L’intelligenza artificiale dei nemici, pur essendo aggressiva all’inizio, tende a comportarsi in modo prevedibile e, in alcune situazioni di grande pressione, risulta poco reattiva. Dal punto di vista tecnico, ci sono alcuni piccoli glitch grafici – come unità che si incastrano in strutture o effetti visivi che svaniscono – che possono interrompere brevemente l’immersione. Inoltre, il bilanciamento tra le fazioni non è sempre perfetto: alcune unità speciali della Dynasty si rivelano decisamente più forti rispetto a quelle della GDF, costringendo i giocatori a rivedere le proprie strategie più per compensare questi squilibri che per definite scelte tattiche. Infine, sebbene l’estetica generale sia ben curata, chi si aspetta un livello di spettacolarità visiva simile a quello dei blockbuster moderni potrebbe rimanere un po’ deluso, così come coloro che avrebbero voluto un comparto multiplayer più ricco fin dal lancio. Questi difetti non rovinano l’esperienza complessiva, ma evidenziano chiaramente spazi di miglioramento per futuri aggiornamenti e – come auspichiamo – potenziali sequel.

Concludendo…

In conclusione, Tempest Rising è una vera e propria lettera d’amore a un’epoca d’oro degli strategici in tempo reale, realizzata con cura e rispetto. Anche se non cerca di rivoluzionare il genere, dimostra che anche le formule consolidate possono rimanere fresche e divertenti se affrontate con la giusta passione. Certo, chi cerca innovazioni radicali o un approccio più narrativo potrebbe trovare il gioco un po’ conservativo, ma per chi ha amato Command & Conquer o cerca un RTS tradizionale ben fatto, Tempest Rising è una scelta quasi obbligata. Slipgate Ironworks ha centrato il bersaglio, offrendo al pubblico un’esperienza solida, coinvolgente e, soprattutto, autentica. In un mercato dove gli RTS sembravano relegati a una nicchia nostalgica, Tempest Rising ricorda a tutti che una buona strategia è ancora possibile.

CI PIACE
  • Gameplay solido e vecchia scuola
  • Doppiaggio volutamente esagerato
  • Due campagne di indubbio spessore…
NON CI PIACE
  • …ma talvolta ripetitive
  • I.A. spesso prevedibile
  • Qualche problemino di bilanciamento
Conclusioni

Tempest Rising è un RTS vecchio stile, solido e nostalgico, che richiama alla mente Command & Conquer. Pur con qualche difetto tecnico e di varietà, offre un’esperienza appagante per i fan della strategia classica. Non rivoluziona il genere, ma ne celebra i punti di forza con grande rispetto.

8.5Cyberludus.com

Articolo precedenteClair Obscur: Expedition 33 – La nouvelle frontière del JRPG
Prossimo articoloSteel Seed – Recensione dell’ultima IP degli italiani Storm in a Teacup
Studente di "Archeologia e Culture Antiche" all'università di Salerno, passa il suo tempo interessandosi di tante, troppe cose. Nulla però è in confronto della sua passione per i videogiochi, quasi insana. Predilige il gioco su PC, il retrogaming, gli RPG e gli strategici, ma non disdegna tutto il resto, ad esclusione dei simulatori di guida che evita neanche fossero debiti.

E tu che ne pensi? Facci conoscere la tua opinione!