Ricordando il 1995

Sono passati vent’anni da quando il primo Descent fece la sua comparsa su PC. Il gioco di Parallax – che tra l’altro ha costituito la prima esperienza videoludica assoluta per il sottoscritto – fu all’epoca un grande successo. All’originale, infatti, seguirono due sequel, oltre che due spin-off. Quattro titoli sulla scia del successo, dunque, ma nessuno di essi riuscì concretamente ad avvicinarsi ai livelli qualitativi del primo capitolo. Perché? Perché all’ interno di appena 30 mb di gioco trovavano spazio altrettanti livelli semplicemente splendidi, indimenticabili grazie alle loro mappe labirintiche, alle mitiche chiavi di accesso blu, gialle e rosse, alle prigioni nascoste con all’interno quei prigionieri blu che agitavano le braccia come dei pirla (chiedo scusa, ma è così), nonché quei bellissimi robottoni colorati pronti a farci la pelle (per non parlare di quelli viola, lì si che il rischio di essere “oneshottati” era tangibile). Il tutto accompagnato da un’inconfondibile colonna sonora dalle forti tinte elettroniche.

Ma che cosa avrà riportato questo brand semi-dimenticato alla luce? Possibile che la lista dei nostalgici sia più lunga di quanto io riesca a immaginare? In un modo o nell’altro, Descent: Underground è nato grazie a una ricca campagna Kickstarter, che ha permesso agli sviluppatori della Descendent Studios di racimolare la ragguardevole somma di 600.000 $. Una cifra senza alcun dubbio sorprendente che, inevitabilmente, porterà i fan ad aspettarsi molto da questo nuovo capitolo della serie. E giustamente, aggiungerei, dato che grazie a raccolte fondi decisamente meno fruttuose, in passato, sono stati prodotti dei signori giochi.

Un cambio di prospettiva

Descent: Underground, in realtà è un titolo che rispetto all’originale pare prendere, almeno in parte, le distanze.

In primis, c’è da segnalare che non siamo più alla guida di una navetta spaziale da combattimento, bensì di droni. Attualmente, a disposizione del giocatore ne troviamo cinque differenti modelli, ognuno dei quali ha caratteristiche diverse, quali maggiore o minore potenza di fuoco, resistenza o velocità. Oltre a questa piccola rivoluzione, riportiamo la presenza di mappe decisamente dissimili quanto a filosofia, rispetto a quelle dell’originale Descent: i quattro scenari disponibili, infatti, ricordano più delle piccole arene anziché delle basi spaziali.

Che all’orizzonte si profili un gioco prettamente multiplayer? Difficile dirlo, è ancora troppo presto.

Il frutto è ancora acerbo

Descent: Underground è un cantiere aperto, e non sono necessarie le onnipresenti scritte manifestanti l’early access per farcelo capire: ogni singolo aspetto, dalla schermata principale al “parco-droni”, dal multiplayer alle modalità single player disponibili, “sprizza precarietà da tutti i pori”.

Allo stato attuale delle cose, infatti, sono presenti unicamente due modalità di gioco, evidentemente provvisorie. La prima permette di esplorare le mappe disponibili pilotando qualunque drone sceglieremo di utilizzare. All’interno di questi scenari, il giocatore si ritroverà con ben poco da fare: infatti, dopo aver collaudato (contro i muri, magari) le varie armi a disposizione, fatto pratica con i controlli ed esplorato alla perfezione le varie location, logicamente verranno a mancare motivazioni per le quali proseguire con questa modalità.

La seconda e sicuramente più interessante, denominata “Vs Bots”, ci metterà a diretto confronto con altri droni pilotati dall’IA. Il tutto con un iter, a dir la verità, anonimo e ripetitivo, a cominciare dalla presenza di una sola mappa fruibile, denominata “Valor”. Tra i suoi corridoi, ci ritroveremo ad affrontare diverse ondate di nemici (tanto per non eccedere quanto a varietà, si segnala la presenza di un’unica tipologia di avversario), che diventeranno via via più numerose continuando ad avere la meglio su di loro. Peccato che il respawn di questi “bots”, ondata dopo ondata, si verifichi sempre nelle stesse e identiche posizioni, eliminando ogni possibile pizzico di imprevedibilità.

Da lodare la presenza di numerose tipologie di armi, utilizzabili secondo le medesime meccaniche del capostipite della serie: laser vari e armamenti al plasma costituiscono le armi primarie, missili di vario tipo le secondarie. Come da tradizione, i laser possono essere potenziati raccogliendo i potenziamenti dislocati nella mappa.

Purtroppo, non c’è stato modo di testare la componente multiplayer, sulla quale, è lampante, Descent: Underground punta molto: più volte abbiamo infatti tentato di partecipare a una partita online, ma senza successo, visto che non vengono rintracciate sessioni disponibili.

Per quel che riguarda le features di gioco, è tutto.

Che dire? Urge l’aggiunta di contenuti: sicuramente queste modalità di gioco ci hanno permesso di sperimentare le meccaniche di combattimento e il sistema di pilotaggio, ma la sensazione di pochezza è davvero eccessiva, nonché inevitabile. Bisogna ricordare, però, che siamo di fronte a un Early Access, con un titolo che è solamente in fase pre-alfa.

Cosa funziona: i combattimenti e il modello di pilotaggio

Nonostante l’evidente penuria di features, dobbiamo lodare alcuni aspetti certamente positivi quali il modello di pilotaggio, oltre che le solide e divertenti meccaniche di combattimento.

Nella suddetta modalità “Vs Bots”, infatti, abbiamo avuto modo di constatare che il primo è rimasto perfettamente fedele al Descent originale: con mouse e tastiera, anche non avendo giocato i precedenti capitoli, vi basteranno pochissimi minuti per sentirvi completamente a vostro agio e totalmente padroni del vostro drone.

Non mancano ovviamente alcuni aspetti da sistemare, quale per esempio la sensibilità non sufficiente (anche se settata al massimo). Nulla di irrisolvibile tramite i prossimi aggiornamenti. Promossi senza riserve gli scontri, probabilmente l’unico aspetto di Descent:Underground capace di giustificare l’attuale situazione: questi risultano senza dubbio divertenti, impegnativi e molto dinamici. La scelta di rendere il nostro “apparecchio telecomandato” molto vulnerabile (ma forse ancora non abbastanza) ai colpi dei nemici non fa che giovare al tutto, rendendolo più coinvolgente.

Sarà un caso che la parte più riuscita di Underground sia quella che più di tutte ricalca il Descent del 1995?

Concludendo…

Per quanto visto finora, c’è poco da dire. A parer mio Descent: Underground abbraccia troppo frettolosamente la meccanica dell’accesso anticipato: i contenuti a disposizione del giocatore sono semplicemente miseri, troppo miseri per un titolo che viene proposto a un prezzo superiore ai 27 euro.

Fortunatamente, non mancano dei punti fermi, quali le meccaniche di combattimento e il modello di pilotaggio del drone, capaci di giustificare l’attesa dei prossimi aggiornamenti. Per il momento Descent: Underground è decisamente un punto interrogativo. Quella che avete avuto modo di leggere intende essere una prematura anteprima per un progetto anch’esso prematuro, giunto soltanto a una fase embrionale del suo sviluppo.

Ancora nessun giudizio, solo delle constatazioni inerenti un videogioco che nei prossimi mesi Cyberludus continuerà a seguire con interesse.