A caccia!

Vi devo confessare che, nei mesi precedenti al lancio di Evolve, non ho potuto fare a meno di sviluppare un segreto sentimento di amoreodio preventivo per l’ultima fatica di Turtle Rock Studios. Non solo perché il mio cervello ha qualche comprovato problema di ordine tecnico (che qualcuno ha mancato di risolvere con una patch Day One), ma anche – e soprattutto – a causa della mole ciclopica di aspettative a carico di questo ambizioso FPS. D’altronde se c’è una lezione che il mercato tripla A ci ha insegnato – specialmente negli ultimi anni – è che “da grandi aspettative derivano grandi delusioni”, tanto per brutalizzare le parole del povero zio Ben. Ora che Evolve è finalmente sugli scaffali, è giunto per me il momento di affrontare i miei timori da “morto d’hype” e dirvi la mia sul gioco. Una piccola anticipazione: alla fine muoio?.un sacco di volte.

L’anello debole è sempre l’uomo

La premessa narrativa di Evolve non è niente di intrinsecamente sconvolgente. Nel gioco ci troviamo a vestire i panni – opportunamente tecno-corazzati – di un cacciatore intergalattico, alle prese con la natura ostile di un pianeta tanto lontano quanto poco incline a ottemperare alle mire colonizzatrici dell’umanità. Con “natura ostile” intendo che ogni singolo elemento faunistico e floristico del pianeta Shear sarà determinato a cancellarvi dall’esistenza, e perseguirà quest’obiettivo con sorprendente efficienza.

Che gioia, nevvero?

Su questo assioma terrificante si basa il concept del gameplay del titolo, caratterizzato da una struttura multigiocatore asimmetrica: cinque giocatori, quattro cacciatori e un mostro, si troveranno a sfidarsi al gioco preferito di Darwin, il più antico del mondo, quello del forte contro il debole, della sopravvivenza del più adatto. E su questo punto emerge, prepotentemente, il nodo chiave della mia asincronia emotiva pre-lancio. In tre parole: panico da bilanciamento. Una preoccupazione superflua? Eh, non proprio. Per la cronaca, Evolve offre al giocatore sia un tutorial introduttivo – rigorosamente offline -, che una modalità single player, ma entrambe sono pensate per fornire ai cacciatori la base “tecnica” necessaria per avviarsi all’online. Il lavoro fatto da Turtle Rock con le classi e con i due schieramenti di Evolve è veramente eccellente. Lo sviluppatore ha prodotto un efficace sistema a incastri nel quale ogni ruolo risulta tanto essenziale, quanto perfettamente caratterizzato. Un incredibile Assaltatore non sarà quindi in grado di esprimere al meglio le proprie doti distruttive senza un adeguato Supporto, e tutti e due faranno poca strada senza l’intervento curativo di un Medico, mentre, ovviamente, niente di tutto ciò avrà alcuna importanza se un abile Trapper non riuscirà a scovare il mostro e a limitarne i movimenti. Per fare un parallelismo da linciaggio, pensate alle meccaniche di gruppo di un qualsiasi MMORPG. Peccato però che i giocatori, seppur a conoscenza dei propri specifici ruoli, finiscano spesso per sbattersene altamente i sacrosanti, limitandosi a saltellare di roccia in roccia sparando bordate a casaccio, qualcosa di estremamente controproducente per la salute del team. Considerate che, tra l’altro, il fuoco amico è una causa di morte piuttosto ricorrente. Se da una parte l’accento posto dallo sviluppatore sul lavoro di squadra e sulle dinamiche di gruppo è – innegabilmente – la colonna portante del divertimento in Evolve, dall’altra conduce a quello che è il suo principale limite. Evolve è un titolo che, per sua natura, non può essere affrontato in stile “casual”, pena un oceano di frustrazione (e un’opzionale valanga di insulti). Il gioco di Turtle Rock è uno di quei titoli che o si amano o si odiano, e lo spartiacque tra i due sentimenti è determinato dalla volontà del giocatore di approfondirne le meccaniche, di crescere in abilità e di imparare tutti i trucchi della caccia. Un buon team può trasformare ogni sessione in un’esperienza memorabile ed emozionante, dove la comunicazione (il microfono è un must) apre la strada a strategie di eccezionale efficacia e momenti di incredibile esaltazione. Specularmente, un team di inesperti o, ancor peggio, di “lupi solitari” finisce col rendere ogni battuta di caccia un vero e proprio incubo. In quest’ottica, la sfida tra gli uomini (più o meno) e la bestia può risultare una battaglia dolorosamente impari, quasi disperata. Questo perché, nei panni squamosi del mostro, il gameplay risulta – per forza di cose – più semplice e immediato, visto che la singolarità delle forze in campo tende ad escludere – a priori – la frustrazione derivante dalla (per amor di onestà) frequente scoordinazione multi-classe. Come predatore, il nostro obiettivo sarà quello di nutrirci della fauna locale, accumulare energia ed evolverci aumentando le nostre capacità, al fine di riuscire ad eliminare più facilmente nemici e obiettivi. Il percorso verso il gradino più alto della scala evolutiva (il terzo), ha però la tendenza a diventare noiosamente routinario, e perfino frustrante, per quanto assolutamente necessario per garantirsi buone possibilità di vittoria. Le tre creature a disposizione (Goliath, Kraken e Wraith) si offrono a tipologie di approccio molto diverse e risultano – di nuovo – ottimamente caratterizzate. Per sbloccare il mostro successivo sarà necessario “grindare” con ognuna delle abilità a disposizione di ogni creatura, fino a raggiungere un determinato skillcap, una meccanica che ritroviamo anche sul “fronte umano” e che ci permette di sbloccare tutte le sottoclassi (o personaggi, se volete) presenti nel gioco. Purtroppo, questo sistema di progressione, oltre ad essere piuttosto noioso, tende a favorire un certo “egoismo” nella condotta dei giocatori, che cercheranno di utilizzare con maggior frequenza le abilità da potenziare, ignorando – purtroppo – le reali necessità della squadra. L’altra faccia della moneta è, se possibile, anche peggiore, dato che, volendo utilizzare solo le abilità realmente utili in un determinato frangente, il cacciatore finirà – inevitabilmente – col ritrovarsi “bloccato” nella progressione. L’idea degli sviluppatori era, ragionevolmente, quella di stimolare i giocatori a provare tutte le possibili classi, armi e abilità ma, almeno ai livelli più bassi, questa necessaria gavetta può tradursi in un abbandono prematuro della caccia. Un vero peccato, dato che, una volta superato lo scoglio delle prime ore (facciamo una ventina) e fatta la conoscenza di qualche affidabile alleato (magari qualche amico), Evolve riesce finalmente a mostrare il suo “vero volto”, rivelandosi una delle esperienze multigiocatore più intelligenti e ragionate degli ultimi anni. Neanche la relativa scarsità delle modalità di gioco, tutte variazioni sul tema della semplice caccia (quattro umani e un mostro da uccidere), riesce ad adombrare l’eleganza del core concept di Turtle Rock, autori di un’esperienza coompetitivacooperativa che, quando riesce ad ingranare la giusta marcia, rende impossibile abbandonare il pad, al motto di “ancora una e poi smetto”.

Ma non eravamo già passati da qui?

Dal punto di vista tecnico, il titolo Turtle Rock, pur non facendo gridare al miracolo, offre la sua buona dose di gioia audiovisiva. La quarta incarnazione del motore CryEngine (la stessa del pompatissimo Ryse) fa il suo sporco lavoro, tenendo il gioco inchiodato a 30 fps in praticamente tutti i frangenti, tra esplosioni, tonnellate di fogliame ed effetti atmosferici dinamici. La qualità delle texture, generalmente di buon livello, può subire fluttuazioni fastidiose a causa di una gestione del LoD un po’ troppo conservativa. Sebbene le (dodici) ambientazioni boschive del gioco risultino tutte piacevolmente lussureggianti, una certa piattezza nel level design rende estremamente difficile distinguere una location dall’altra, un particolare che però non compromette affatto l’esperienza generale. Un plauso va invece al netcode implementato da Turtle Rock, perfetto anche su connessioni non troppo performanti. Il vero punto debole dell’esperienza online sono invece gli estenuanti tempi di caricamento delle sessioni online, cui si accompagna un infinito susseguirsi di schermate pre e post partita che spezzano brutalmente il ritmo del gioco. L’ultima patch distribuita ha ridotto in maniera relativamente consistente i tempi di caricamento, che rimangono però oltre la media di genere. Va poi aggiunta all’equazione la discutibile politica dello sviluppatore sul fonte DLC, al centro di una buona dose di polemiche nelle settimane precedenti al lancio. Al momento, nello store del gioco, sono in vendita ben 44 tra skin e personalizzazioni varie, per un totale di 120 euro di contenuti scaricabili. Va comunque detto che nessuno dei DLC in questione ha alcun impatto reale sulle dinamiche del gameplay, pertanto l’acquisto risulta totalmente subordinato agli eventuali capricci estetici della community. Per come la vedo io, si tratta di una formula che, seppur contestabile, non rappresenta un vero attenanto alle finanze dei giocatori. Come nota a margine, vi consiglio di scaricare la companion app ufficiale del gioco (disponibile gratuitamente su Google Play e App Store) che, oltre ad offrire qualche momento di divertimento con un gameplay alla Candy Crash Saga, permette di sbloccare bonus permanenti alle abilità dei cacciatori di Evolve.

Concludendo…

L’esperimento asimmetrico di Turtle Rock Studios è un titolo ambizioso e brillante, con tutto il potenziale per offrire al pubblico ore e ore di puro divertimento. La responsabilità di questo potenziale, però, è interamente sulle spalle della community. Un peso che si traduce, specialmente nelle prime ore, in una certa, inevitabile, dose di frustrazione. Superato lo scoglio iniziale, e dominato il discutibile sistema di progressione, Evolve “esplode” in un’esperienza originale ed appagante, assolutamente irrinunciabile per gli appassionati del genere, specialmente se in buona compagnia. Dategli una possibilità, non ve ne pentirete.

CI PIACE
Tecnicamente validissimo\nGrande profondità tattica\nUnico nel suo genere\nConcept brillante....
NON CI PIACE
....seppur pericoloso\nIl sistema di progressione fa acqua da tutte le parti\nTempi di caricamento ciclopici
Conclusioni
Un'esperienza unica, anche se non adatta a tutti. Evolve è in grado di offrire ore e ore di grande divertimento, ma chiede in cambio pazienza e impegno.
8.2Cyberludus.com
Articolo precedenteWhite Night – Dal fondo della cesta [Gameplay]
Prossimo articoloEcco il trailer di The Witcher 3: Wild Hunt del PAX East completamente sottotitolato in italiano
CyberLudus è un'Associazione Culturale che opera nel settore videoludico dal lontano 2007, a stretto contatto con produttori e distributori di tutto il panorama internazionale. La nostra redazione segue con passione ed entusiasmo l'evolversi di questo mondo, organizzando tornei e contest, partecipando a manifestazioni ed eventi e, attraverso il nostro portale, fornendo all'utenza un piano editoriale che prevede recensioni, anteprime, guide strategiche, soluzioni, rubriche ed approfondimenti.