
L’executive producer di Infinity Ward, Marc Rubin, ha parlato di Call of Duty: Ghost e dei vari aspetti caratteristici del game, a partire dalla curiosa presenza di un cane, analizzando i vari risvolti emotivi che questo comporta, per concludere con la sceneggiatura. Ecco le sue parole:
“Noi abbiamo dovuto lavorare molto più duramente rispetto al passato e in realtà non abbiamo puntato così tanto sul cane: era stato mostrato solo in un trailer, ma internet lo ha fatto sembrare così…La gente ama i cani e si sono già affezionati: è incredibile quanti messaggi riceviamo del tipo ‘E se il cane muore?’ e io penso, caspita sono già coinvolti emotivamente. Noi stiamo proprio cercando di spingere in quel senso, prestando attenzione ai personaggi e alle loro parti emotive, oltre all’impatto con il mondo circostante.[…] Pensaci. Se prendi in considerazione un gioco, o anche il nostro, e lo mettessi in un film, avresti il protagonista che non parla, con il telespettatore che non lo ha mai nemmeno visto in faccia. Lui ha apprezzato la sfida, e si è impegnato su tutti i fronti; c’è una certa disconnessione tra il cinema e i videogame, hanno due lingue diverse, e nel passato non sempre hanno comunicato molto bene tra loro. Ma credo che stia cambiando”.