Il grande pubblico moderno di videogiocatori sembra voler continuare a ripercorrere le vie del passato, inserendole tra le proprie quotidiane esperienze: ogni console ha il suo particolare servizio di connessione a internet che permette a chiunque di scaricare, oltre a contenuti aggiunti per i titoli recenti, vecchi capolavori o titoli storici più insoliti, in una sorta di elogio al passato che pare non avere fine. Ci sono, invece, delle compagnie che, forti della loro esperienza, propongono di tanto in tanto giochi che trattengono quell’antica essenza, quel piacere che si ha nel mettersi davanti alle dure prove che offrivano i videogames del passato. Con “Prinny – Can I Really Be The Hero?”, spin-off della serie “Disgaea”, Nippon Ichi Software aveva costruito un’opera interessante, piena di un pungente e delirante umorismo, dalle forti note orientali, pazzoide da cima a fondo: l’aggiunta di un gameplay duro come la pietra ma capace di grande intrattenimento non ha fatto altro che ne la fama, facendolo splendere tra giochi della non sempre eccellente libreria PSP. Sull’onda di questo successo, i programmatori ci hanno riprovato, proponendo un seguito di questo spin-off dal sottotitolo “Dawn Of Operation Panties, Dood!”… Passo falso o nuovo meraviglioso capitolo di una serie dall’antica essenza?

La vita, per un Prinny, continua a essere dura…

Netherworld non è certo un posto per persone gentili o per deboli di cuore: in questo mondo demoniaco si annida quanto di più malvagio abbia calpestato questa Terra! Tuttavia, non tutti i demoni che vivono a Netherworld sono uguali, anzi, ci sono delle vere e proprie gerarchie sociali che possono farti diventare, con motivi più o meno giusti, una vittima delle ire dell’Overlord di turno… I Prinny sono l’ultima ruota del carro, reincarnazioni di coloro che, nella vita, erano criminali incalliti, persone che si ritenevano in possesso di un potere immenso, ora costretti, come per un curioso contrappasso, a vivere nel corpo di piccoli demonietti dalle fattezze di pinguino, con piccole ali di pipistrello, gambe senza zampe e una struttura altamente instabile… Al minimo contatto violento con qualcosa, infatti, costoro esplodono! Questo infimo status si riflette nella loro condizione di schiavi dell’Overlord, obbligati ad eseguire ogni ordine e a sbrigare ogni incarico faticoso per un salario minimo… Purtroppo al momento a Netherworld non c’è nessun Overlord: è la demone Etna a tirare le fila di tutto il mondo demoniaco e, si sa, quando si fa arrabbiare una donna c’è poco da stare allegri! Un’occasione di rabbia non si fa attendere… Un ladro ha rubato le mutandine di Etna e lei ha, ovviamente, accusato i Prinny di negligenza, minacciando una vendetta feroce nel caso queste non venissero recuperate entro 12 ore… Uno dei Prinny, grazie ad una sciarpa magica che gli permette di resistere senza esplodere a qualche minimo impatto, parte alla ricerca del ladro, spinto dal desiderio di recuperare le mutandine della sua padrona… e di salvare la pelle! Queste premesse non sono altro che l’alba dell'”Operazione Mutandine”, una missione che porterà Prinny in giro per tutti i più pazzi reami di Netherworld!

Forze demoniache nel passato, forze demoniache nel presente

A un giocatore di vecchia data non può che manifestarsi, cristallina, una meravigliosa reminiscenza: il sistema di controllo di “Prinny 2” scimmiotta, a grandi linee, quello della serie “Ghosts ‘n’ Goblins”, uno dei pilastri Capcom: Prinny può attaccare con le sue due spade, saltare sul posto e in movimento ed effettuare un doppio salto. Durante il salto si può scegliere di attaccare, lanciando delle onde di energia tagliente dalle spade, o di colpire il terreno con un colpo di fondoschiena, utile per stordire i nemici, premere gli interruttori e scoprire oggetti segreti. Ognuna di queste mosse, già utilizzabili nel primo episodio, farà caricare, poco per volta, la barra “Combo Break” (prima vera novità di questo sequel) la quale, raggiunto il suo apice, scatenerà la forza interiore di Prinny, permettendogli di infliggere per un periodo limitato il doppio del regolare ammontare di danni. La stessa barra può essere caricata, inoltre, con l’ausilio dei dolci, una sorta di ‘valuta’ del Netherworld, i quali torneranno utili anche in situazioni successive. Da ultimo, Prinny può effettuare una piroetta la quale lo renderà temporaneamente immune dagli attacchi e lo preparerà per uno scatto, utile a saltare baratri troppo alti o ad uscire in fretta da situazioni concitate: come da copione, se la piroetta dura troppo a lungo Prinny sarà costretto a fermarsi per qualche secondo, preda di un folgorante giramento di testa. Nel corso dei livelli saranno presenti diversi oggetti, come dolci particolari, bombe et similia, che il nostro pinguino demone potrà utilizzare per difendersi dagli attacchi, insieme a dei mech costruiti su misura, utilizzabili per vari scopi e per dei periodi di tempo limitati ma con una fondamentale funzione salvifica. Il palazzo di Etna funge da HUB di selezione per i vari livelli, oltre che come punto di raccoglimento per tutti gli oggetti trovati durante la partita: nel cortile del castello, infatti, sono presenti una serie di anime colorate; recuperando all’interno dei livelli il loro globo magico sarà possibile risvegliare un demone con una funzione determinata, come il demone del salvataggio, quello della sound gallery ecc. ecc.. riunendo tutti i contenuti extra del gioco in un curioso e comico ordine.

Level design: opera di veri maestri d’infamia

Poco fa abbiamo fatto un paragone apparentemente innocente: “Prinny 2” ricorda molto “Ghosts ‘n’ Goblins”. E’ necessaria una spiegazione per i lettori più giovani: fin dal primissimo episodio, uscito nelle sale giochi alla fine degli anni ’80, “Ghosts ‘n’ Goblins” si è sempre distinto per la difficoltà improba, il rito di passaggio perfetto per chiunque volesse definirsi un VERO videogiocatore, un duro, un esperto. “Prinny 2” non fa la minima eccezione… Ma se “Ghosts ‘n’ Goblins”, grazie ai suoi meravigliosi equilibri interni, richiedeva al giocatore uno sforzo legato alle abilità di controllo di Arthur, “Prinny 2” si sbilancia paurosamente sul versante della fortuna, rendendo l’esperienza, spesso e volentieri, estremamente frustrante. Tutto questo a causa di un level design che non lascia scampo e che costringe i giocatori meno esperti ad appoggiare la PSP sul comodino dopo circa una ventina di minuti di gioco, facendo prendere polvere all’UMD vita natural durante. I livelli sono composti, normalmente, da due sezioni: un breve cammino da un punto A a un punto B, ovviamente ricco di ostacoli, e uno scontro con un boss finale; un processo che, nei primi livelli, si può completare in circa 7-8 minuti senza difficoltà. Quando si inizia la partita, tuttavia, ci si accorge di un particolare curioso: il giocatore ha a sua disposizione 1000 vite. La prima, umana reazione è quella di sorridere, pensando che mai e poi mai potrà succedere di doverle utilizzare tutte… E’ solo quando ci si accorge che, dal 4? livello in poi, ogni percorso porta via circa un centinaio di vite che quel sorriso si trasforma, riplasmandosi in un’espressione di rabbia e terrore. Tutto a causa di un procedimento che i giocatori anglofoni chiamerebbe di “Trial and Error”, una frase che si potrebbe tradurre con il nostro proverbio “Sbagliando si impara”… Ogni livello di “Prinny 2” è costruito in maniera infame, una prova colossale piena di nemici posti nelle vicinanze di baratri o su piattaforme fragili, impossibili da attaccare e con pattern imprevedibili, che continuano a causare morti ingiuste, una dietro l’altra, senza che il giocatore riesca a fare nulla, affidandosi soltanto alla benevolenza della dea bendata. Ed è proprio in questo frangente che “Prinny 2”, rispetto al suo equilibrato predecessore, sbaglia: la sfida passa dall’essere troppo semplice a una vera e propria camminata verso l’inferno. Il sistema di controllo volutamente (e, a suo modo, egregiamente) legnoso, inoltre, non fa che peggiorare le cose, compromettendo la sanità di tutte quelle PSP che, lanciate in uno scatto d’ira, finiranno per terminare i loro giorni sulla parete più vicina, dopo aver disegnato una maestosa parabola nello spazio aereo della stanza di turno.

Possibile recuperare una motivazione smarrita?

Uno degli elementi che più colpisce, pur immerso nella semplice ricetta di questo titolo, è la presenza di diversi contenuti extra, tutti da gestire nel già citato cortile del palazzo di Etna: colonne sonore, bambole della fortuna, dolcetti e quant’altro sono ghiotti ingredienti che, nonostante tutto, potrebbero spingere il giocatore a completare il gioco nonostante la frustrazione. Come se non bastasse, è possibile sbloccare nuovi personaggi giocabili, i quali donano nuovo colore al gameplay modificandolo radicalmente. Gli scontri con i boss al termine di ogni livello mantengono, purtroppo, lo stesso disequilibrio del level design ma si distinguono nel loro essere complessivamente più divertenti e più gradevoli, rappresentando il massimo picco nell’umorismo delirante che intride tutta la narrazione di “Prinny 2”, oltre a brillare per realizzazione grafica e vocale (il doppiaggio inglese, nel suo essere sopra le righe, è favoloso) in un universo di gioco che già di suo splende di luci e colori dall’inizio alla fine. La colonna sonora, da ultimo, è composta da brani piacevoli ed adeguati al loro spettrale contesto.

Conclusioni

“Prinny 2 – Dawn Of Operation Panties, Dood!” non è esattamente un degno seguito del primo episodio, ma soltanto per una ragione: la curva di difficoltà del gioco è talmente sbilanciata da portare, fin troppo in fretta, a irose reazioni da parte di chiunque voglia assaporarne l’esperienza. Il grosso numero di contenuti sbloccabili funziona come specchietto per le allodole solo fino a un certo punto: la brutalità del level design rappresenta, tragicamente, una sorta di assassino del divertimento per il giocatore che non ha pazienza, un pugnale pronto a penetrare dolorosamente nel suo entusiasmo, abbandonandolo in un misto di furia e lacrime. La sagace ironia e il gretto umorismo dei personaggi (primo su tutti lo stesso Prinny, meschino come si conviene a un ex-criminale) e l’eccellente realizzazione tecnica riscattano, almeno parzialmente, questo titolo: è una situazione curiosa, non capita spesso di vedere un gameplay così collaudato morire sotto i duri colpi di una struttura spaziale così brutale, così maldestramente realizzata, così scoraggiante… Una bellissima torta dove il sale è stato impastato al posto dello zucchero, devastando una meravigliosa presentazione con una verità ben più arcigna. Una verità che, vista la buona qualità del titolo, finisce per fare più male del dovuto.

CI PIACE
I colori e le luci donano grande fascino estetico
\nIl gioco è impregnato di un meraviglioso e delirante umorismo
\nI contenuti sbloccabili non si contano!
\nGameplay granitico, estremamente collaudato?
NON CI PIACE
?ma devastato da un level design sciagurato
\nCurva di difficoltà estremamente sbilanciata, che richiede più fortuna che abilità
7Cyberludus.com
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