Finalmente è arrivato. No, non parliamo dell’anno nuovo, ma di Dungeon Hunter 2, sequel, sempre targato Gameloft, del GDR omonimo uscito l’anno scorso sull’App Store e che ha riscosso un enorme successo. Per coloro che per un motivo o per un altro non avessero potuto godere di siffatto gioco, sappiate che si tratta di un hack’n’slash di quelli più puri con ambientazione fantasy, sulla falsariga del capostipite del genere, cioè il mai abbastanza lodato Diablo; allora mano alle spade, lucidate gli scudi, riempite le borse e partiamo per l’avventura!
Non si vive di sole Winx
Appena il gioco viene avviato, inizia una fase estremamente importante, come gli aficionados di GDR sanno benissimo: la creazione del personaggio. A nostra disposizione sono 3 classi: guerriero, ladro e mago, che nel corso del gioco avranno a disposizione anche 2 specializzazioni ciascuno. Ovviamente, ad ogni classe corrisponde uno stile diverso: mentre il guerriero fa della mischia il suo regno, il ladro connubia attacchi con armi corte ed armi a distanza, e il mago invece punta a distruggere l’avversario mantenendolo a debita lontananza. Scelto il nostro personaggio, si passa poi all’inizio dell’avventura. Il gioco si apre con una visione non esattamente beneaugurante: siamo all’interno di un sotterraneo, tramortiti (per non dire morti), chiusi in una gabbia sospesa, con un anziano signore che conversa con una fatina della nostra condizione. La magica creatura procede quindi a risvegliarci, per poter vestire i panni dell’eroe che salverà il regno di Gothicus da una mortale minaccia… Da qui inizia la conoscenza con gli elementi caratterizzanti di Dungeon Hunter 2.
Ci vuole tatto
Il primo elemento che balza all’occhio sono i controlli, rigorosamente full touch come ormai da tradizione Gameloft. Sulla sinistra troviamo in alto il nostro ritratto, unitamente alle barre di vita, mana ed esperienza, in basso la leva di controllo del movimento. Sulla destra invece si trovano i pulsanti relativi alle azioni: l’attacco semplice in basso, affiancato dall’attacco speciale e l’attacco della fata “equipaggiata”. A chiudere l’interfaccia c’è il pulsante per l’utilizzo delle pozioni, con tanto di numero a indicare la quantità in nostro possesso. I tasti sono invertibili all’occorrenza nel caso l’utente sia mancino. I controlli risultano estremamente precisi e accurati, oltre ad essere omnicomprensivi. In nessun momento ci si sente come se si volesse fare qualcosa e si fosse impossibilitati a dare seguito al nostro desiderio. Nota particolarmente lieta è il tasto apposito per le pozioni; scelta che permette di poter avere un accesso immediato e preciso anche nelle fasi più concitate a quella che è una delle azioni più importanti, capace di ribaltare l’esito di una battaglia in un attimo. Toccando il nostro ritratto si accede ai menù, completissimi di tutti i crismi cari ai giochi di ruolo. Si va dalla schermata delle caratteristiche a quella dell’inventario, passando per la gestione delle abilità, quella relativa alle fate, il diario missioni e la mappa. Le schermate sono estremamente esaustive e permettono di lavorare in maniera approfondita sul proprio personaggio e sul prosieguo dell’avventura. Ottima anche la gestione dei passaggi di livello, momento in cui saremo chiamati a distribuire i punti di caratteristica e quelli abilità a nostra disposizione, tra le opzioni disponibili.
Reparto oggettistica
La gestione dell’inventario e dell’equipaggiamento merita un’occhiata più approfondita. Per poter vestire il personaggio, è necessario collocare diversi oggetti nei vari slot relativi alle diverse parti dell’armatura. La qualità degli oggetti a disposizione è resa (richiamando la formula cara a World of Warcraft) dai diversi colori del carattere in cui è scritto il nome dell’oggetto: bianchi saranno gli oggetti standard, verdi quelli con un bonus magico, blu quelli con due e così via. Gli oggetti inutilizzati possono essere venduti ai mercanti sparsi lungo l’avventura, oppure, nel caso le nostre borse siano piene, tramutati direttamente in oro, perdendo però così parte del valore. In particolare, quest’ultima trovata è davvero interessante, in quanto permette di non dover impazzire quando si trovano pezzi di armatura per noi ottimi che però non possiamo prendere per il sopraggiunto limite di peso. All’armatura si aggiunge anche l’arma segreta: nel corso della vicenda si può collezionare una serie di fatine, ognuna con poteri diversi, che debitamente equipaggiate ci forniranno poteri extra e difese aumentate. Le abilità speciali, infine, vengono gestite anch’esse come pezzi di equipaggiamento, in quanto è possibile scegliere una sola abilità (tra quelle attive, cioè quelle che si attivano col tocco) da inserire nel tasto apposito.
A kind of magic
Dungeon Hunter 2 è sicuramente un titolo degnissimo di nota. Forte dell’ottima base costituita dal primo episodio, Gameloft ha saputo proporre un sequel di assoluto spessore, capace di racchiudere all’interno di un dispositivo mobile tutte le caratteristiche care ai GDR, praticamente senza dover sacrificare nulla. Alla quantità si accompagna anche un livello qualitativo molto elevato; il gioco è divertente, sempre vitale, ricco di quest e subquest che si snodano lungo una trama classica ma avvincente. Vere e proprie pecche la creatura di Gameloft non ne ha, si può solo recriminare per l’impossibilità di avere l’accesso immediato a più di un’abilità speciale alla volta, ma si tratta veramente di un aspetto minimo, che non intacca minimamente la magia del titolo. Ottimo lavoro Gameloft!