Iniziamo con il dire che Sega ha avuto ragione a puntare molto sugli sviluppatori Planinum Games , capaci di sfornare ottimi lavori come Madword , Space , e soprattutto, Bayonetta , adrenalinico sparatutto apprezzato da critica e pubblico. Questa volta è il turno di Vanquish, fps di pura e dichiarata ispirazione a Gears of War . Sappiamo che essere originali in un campo ultra inflazionato come quello degli fps è quantomeno difficile, se non quasi impossibile, così gli sviluppatori nipponici coscienziosi del fatto che innovare è difficoltoso, hanno puntato tutto sulla creazione di un perfetto mash-up cogliendo le features che hanno reso celebri gli sparatutto che hanno scritto la storia del genere.

Questione di stile…

Planinum games ha quindi puntato tutto sull’esperienza di gioco, cercando di innalzare notevolmente l’adrenalina e la velocità.

Sicuramente la storia non verrà ricordata come la più profonda della storia dei games. Gli sviluppatori hanno puntato tutto sull’effetto nostalgia, rispolverando di fatto la guerra fredda che a cavallo tra gli anni 50′ e la fine degli anni 80′ ha tenuto in scacco due blocchi contrapposti; da una parte gli Stati Uniti d’America, dall’altro l’ex URSS. In Vanquish i soldati americani sono in conflitto con i russi che hanno sviluppato letali robot da guerra con lo scopo di attaccare New York. Noi impersoneremo S am Gideon soldato americano che ha progettato una tuta robotica dotata di jet pack (ecco la somiglianza con Iron Man) e di numerosi potenziamenti; il nostro eroe dovrà affrontare questo conflitto proiettato in una stazione orbitante. Questa corazza è capace di proteggere Sam dagli attacchi nemici e di conferirgli forza e velocità sovraumane, è inoltre equipaggiata sul braccio di un’arma modulare che può cambiare funzione e trasformarsi da mitragliatrice a fucile, infine, come detto, è equipaggiata di un reattore utile per sfuggire agli attacchi nemici o, all’occorrenza, per scagliarsi contro di loro e sorprenderli in un corpo a corpo. Da alcuni giorni è stata finalmente rilasciata la demo di questo atteso titolo e noi abbiamo avuto modo di testare quello che a detta del produttore Shinji Mikami è un gioco che ci farà sentire dei veri fighi . Fin dalle primissime battute è innegabile la forte somiglianza con Gears of War riscontrabile nel sistema di copertura, nella visuale con la camera posta dietro alle spalle, e nei membri della nostra squadra, molto simili nell’aspetto ai massicci compagni di Markus Fenix del celeberrimo titolo targato Epic Games. Nella Demo in questione denominata “Velocity Attack” dovremo farci largo tra i nemici russi, per poi affrontare il robottone finale; nome in codice Argus, capace di trasformarsi ed assumere delle dimensioni davvero importanti. La mappatura dei tasti è la classica che vede i due stick analogici utilizzati per i movimenti e per lo spostamento della telecamera (abbiamo testato la versione per PS3). Tasti centrali con la funzione di entrare ed uscire dalle zone di copertura (quadrato), sferrare pugni e calci per i combattimenti corpo a corpo (O), spostarsi lateralmente (X), gettare bombe (triangolo). I tasti dorsali come sempre servono per le operazioni di attacco con le armi da fuoco; R1 ed R2 per sparare e ricaricare, L1 per mirare, e L2 per azionare i reattori (ricordate però di non esagerare per non far surriscaldare l’armatura).

Il Festival del “plagio”…

Al pari di Halo , quando subiremo dei colpi la nostra armatura si surriscalderà esponendoci agli attacchi nemici fin quando non ci metteremo al riparo ed aspetteremo quel lasso di tempo utile per ripristinare la normale temperatura di funzionamento. In questo preciso aspetto la somiglianza con il titolo Microsoft è piuttosto appariscente, anche se dobbiamo dire che l’armatura è stata ben progettata e rende il protagonista molto futuristico, al pari di un eroe di un manga giapponese. Le sensazioni che si provano impugnando il pad e giocando a Vanquish sono molto positive, anche se il sapore di già visto è comunque molto forte. Tuttavia, è innegabile che i Platinum Games sono riusciti a creare un perfetto mix capace di splendere di luce propria. La stilosità del progetto la si percepisce anche solo osservando il design dell’armatura del protagonista. Un fattore molto apprezzabile, dove i Platinum games hanno dato un saggio della loro bravura con Bayonetta, è la velocità di azione. In effetti sembra di giocare a un Gears of War elevato all’ennesima potenza, e decurtato di tutte le pause di gioco. Nella demo non c’è un momento di pausa; i nemici russi attaccano la nostra squadra cercando di sfruttare al meglio tutte le coperture disponibili nella base spaziale. Anche noi, dovremo essere abili a fare altrettanto cercando di non esporci troppo agli attacchi con tattiche trappo sparagnine. L’intelligenza artificiale ci è sembrata buona e i nostri compagni occupano molto bene il campo di battaglia, coprendosi e rispondendo al fuoco nemico. Durante l’avventura saremo accompagnati dalla voce di una ragazza collegata dalla base che ci illustra il posizionamento dei nemici o l’arrivo di nuovi. Prima dell’arrivo di nuove forze nemiche, intervallati da brevi filmati in CG, il protagonista, degno del miglior Clint Eastwood in versione “leoniana” fuma una sigaretta con una calma glaciale, per poi lanciarsi qualche secondo dopo nel campo di battaglia in mezzo a una pioggia di proiettili. La demo in questione raggiunge l’apice durante lo scontro con il droide che affronteremo alla fine del livello. Le dimensioni di questo robot sono davvero importanti e se inizialmente le sue sembianze sono quelle di una sorta di mech-aracnide dotato di cannone capace di sparare missili e razzi, dopo un determinato numero di colpi assumerà i connotati di un cyborg imponente nelle dimensioni e capace di sparare raggi laser, missili, e di convogliare un forte flusso di energia nella parte centrale del corpo per poi spararlo contro di noi, e se non saremo veloci ad evitarlo ci procurerà morte certa. Durante le fasi di battaglia capiterà spesso che dei membri della squadra si accasceranno al suolo per via dei colpi subiti, starà a noi soccorrerli e renderli di nuovo utili alla causa. Nel livello giocabile messo a disposizione nella demo si deve prestare molta attenzione a sfruttare al meglio tutte le munizioni disponibili, poiché Vanquish è molto avaro in termini di risorse e sulle ali della frenesia dell’azione è molto probabile rimanere a secco. Negli scontri a breve raggio è auspicabile utilizzare i reattori della tuta che permettono a Sam di scivolare e sfruttare la velocità per sferrare un attacco molto efficace, a suon di bullet time . Le fasi a rallentatore sono presenti anche quando l’eroe è vicino a passar a miglior vita; in questi frangenti lo schermo è coperto da una tonalità rossa e grazie alla diminuzione della velocità sarà più facile evitare i colpi nemici e raggiungere la copertura per far ripristinare il livello dell’armatura, per poi gettarsi di nuovo nel campo di battaglia. Presenti gli ormai imprescindibili quick time events che si azionano in determinati frangenti, ad esempio quando un nemico cercherà di attaccarci corpo a corpo; in quei momenti dovremo ad esempio rotare uno stick analogico nel senso indicatoci su schermo.

** **Tecnica

Il motore grafico è robusto e la postazione spaziale è credibile e riprodotta nei minimi dettagli. Il nostro team e i droidi nemici risultano molto ben caratterizzati e si muoveno con disinvoltura e con una discreta fluidità. Le texture dell’armatura di Sam sono dettagliate e ricche di effetti di traslucenza che gli conferiscono splendore. Il motion blur, visibile nell’azionamento dei reattori, è piacevole e mai fastidioso. Davvero notevole l’imponenza di Argus, il robot che ci troveremo ad affrontare nella demo, che a dispetto della mole si muove con una discreta disinvoltura.

Commento finale

Vanquish è un inno alla citazione e alla non-originalità, segno evidente che attualmente il mondo dei games è avaro di nuove idee. Shinji Mikami per certi versi ha esagerato, attingendo a piene mani da Gears of War, Halo, Wet (ma in misura minore) e giocando alla demo appare abbastanza forte il retrogusto di già visto. Il produttore nipponico è tuttavia riuscito a conferire al prodotto una luce propria rendendolo molto stiloso, frenetico e per certi versi quasi fracassone, creando un divertente mash-up che, pur non essendo originale, risulta comunque divertente. Siamo coscienti di non trovarci nelle mani un titolo che segnerà la moderna storia dei games, ma ad Ottobre, (mese di uscita del titolo), siamo certi che potremo disporre di un prodotto divertente, capace di allietare i grigi pomeriggi autunnali.

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