Un tema forse poco toccato nel mondo degli sparatutto è quello del “controllo mentale”. Parecchi titoli ci hanno ormai insegnato a manipolare il tempo, lo stato della materia (vedi Singularity) e persino la gravità, ma nessuno, finora, si è spinto a tal punto da permetterci di controllare il corpo e la mente di un qualsivoglia essere virtuale. A tentare di colmare questo vuoto nella lista delle cose da fare è intervenuta FeelPlus , giovane software house giapponese posta sotto la direzione di Square Enix , nonché responsabile di titoli e conversioni del calibro di Blue Dragon Plus (Nintendo DS), Ju-On (Wii) e No More Heroes: Heroes’ Paradise (PS3 e Xbox 360). Ma alla base del progetto curato dal team giapponese v’è un concept di gioco particolare, che assume, almeno in superficie, le classiche sembianze di uno sparatutto in terza persona. Vediamo allora cos’hanno in serbo per noi i ragazzi di FeelPlus con questo loro nuovo titolo, noto semplicemente come Mindjack .

In Futuro, la Mente

Ci troviamo in un futuro non molto lontano e la società è dominata da una serie di corporazioni in lotta tra loro per il dominio completo sulle masse e le loro deboli istituzioni, governo ed esercito fra tutte. Raggiungere tale scopo risulta sicuramente più facile dal momento in cui ogni singola persona del pianeta è dotata di un chip installato nel proprio cervello, in grado di accedere ad applicazioni multimediali in modo istantaneo, sfruttando semplicemente le connessioni neurali. Pensate a quanto possa essere comodo poter comunicare con altre persone sparse per il globo, o accedere a vari servizi internet, con uno sforzo assolutamente irrisorio. Il rischio, però, è che la cosa si possa trasformare in un’arma a doppio taglio e, in Mindjack , succede proprio questo. Un’agenzia segreta, infatti, trova il modo di sfruttare il dispositivo neurale come strumento di controllo degli individui, talvolta impartendo ordini dall’esterno, altre volte prendendo pieno possesso dei corpi. Il mondo entra così nel caos più totale ed è qui che entra in gioco il protagonista, intento a sventare i diabolici piani di conquista di questa organizzatissima banda criminale.

Social shooter

Con un sistema che ricorda molto da vicino quello dei titoli Mmorpg, la vera peculiarità di Mindjack consiste nella completa fusione tra esperienza single player e modalità multiplayer. Andando con ordine, il gioco si presenta come un tipico sparatutto in terza persona, supportato da una serie di elementi ormai divenuti uno standard per il genere. Il sistema di copertura strizza l’occhio a Gears of War , seppur con qualche limatura del caso dovuta principalmente ad un approccio più rapido e disinteressato alle fasi di combattimento. Ma ad incentivare una certa dinamicità dell’azione ci pensa, in particolare, lo strumento mediante il quale è possibile controllare la mente dei nemici. Ora, le opzioni sono due: manipolare la mente costringendo il nemico a schierarsi dalla nostra parte, oppure, impossessarsi direttamente del suo corpo usandolo come “manichino” da combattimento. In sostanza, in Mindjack sarà davvero difficile veder apparire su schermo il fatidico “Game Over”, in quanto la stessa struttura di gioco consente al giocatore di far librare la propria “nuvoletta” spirituale in qualsiasi momento, ancor prima che il corpo ospitante di turno, magari, cada sotto un’incessante tempesta di proiettili. Per impossessarsi dei corpi nemici, tuttavia, è necessario prima indebolirli fisicamente. Questa stessa tecnica sarà persino applicabile contro i vari boss, androidi e robot di diversa specie e natura che affronteremo nel corso della storia. In Mindjack , insomma, potremo controllare qualsiasi cosa ci capiti sotto tiro, dal soldato semplice all’imponente stallone da guerra armato fino ai denti.

Quest’impostazione di gioco particolarmente aperta rispecchia esattamente l’idea di libertà che gli sviluppatori vogliono trasmettere al giocatore. Idea che si concretizza in Mindjack con la fusione “delle parti”, dando vita ad un’esperienza di gioco unica e continuativa. A dispetto della privacy, durante una tranquilla sessione in solitaria uno o più giocatori esterni, infatti, potranno unirsi alla nostra partita, decidendo se combattere al nostro fianco oppure contro. Scelta che, naturalmente, potremo fare anche noi partecipando, in qualsiasi momento, alla sessione di un altro giocatore. A questo punto, la sottile differenza che vigerà tra single player e multiplayer sta non tanto nei modi quanto nei fini di una determinata missione. Nel primo caso, i giocatori concorreranno al conseguimento di un obiettivo comune, siano essi dalla parte del protagonista o dell’esercito nemico; nel secondo caso, al contrario, sebbene lo scopo sia quello di raggiungere un obiettivo, l’approccio “competitivo” prevede un sistema di punteggio individuale atto a decretare un vincitore al termine di ogni scontro. Bisogna però vedere quanto questo sistema di condivisione “estrema” funzionerà al punto da garantire, comunque, un certo ordine durante le sessioni online.

Conclusioni

Sebbene il gioco sia ancora lontano dall’uscita, prevista nel primo trimestre del 2011, le informazioni ricavate finora fanno pensare ad un titolo ambizioso. Il rischio è che proprio il concept di gioco proposto da Mindjack , concentrato interamente sul social gaming, possa compromettere la qualità finale del prodotto. La speranza è che gli sviluppatori siano abili al punto da saper bilanciare, con le giuste misure, i delicati meccanismi che sembrano muovere questo nuovo marchingegno di casa Square Enix .