È difficile confermarsi a alti livelli, soprattutto per chi non ha mai seguito la stessa linea ma ha puntato, ogni volta, a scombinare le carte in tavola. Difficile, certo, ma non per Super Mario. “Super Mario Galaxy” è stata una ventata d’aria fresca quasi senza precedenti nel panorama dei platform: ora, quasi tre anni dopo, abbiamo tra le mani il sequel. Situazione del tutto inedita per un Super Mario tridimensionale, ed è inutile nascondere di avere grandissime aspettative per il prodotto Nintendo.

Idee scartate?

Quasi a giustificare un ritorno di Super Mario in un territorio identico, cosa che non accadeva da “Yoshi’s Island” e quindi dal periodo bidimensionale, il celebre Shigeru Miyamoto, game designer e “papà” dell’idraulico, è intervenuto prontamente sulla questione. Miyamoto ha da subito fatto sapere che non si sarebbe trattato dello sfruttamento e riciclo di un brand di successo, ma di un titolo originale. Durante la lavorazione del primo capitolo, per problemi di tempo (e probabilmente di spazio sul disco), parecchie idee vennero accantonate con la speranza, in caso di successo, di riproporle in un secondo capitolo. Il suono del binomio “idee scartate” non può non sembrare un presagio negativo, ma a volte le eccezioni confermano le regole…

Con Peach non ti puoi distrarre un attimo…

Che la Principessa Peach sia oggetto di rapimenti continui è cosa nota, e quindi nessuno resterà sconvolto dall’ennesimo sequestro di persona operato da Bowser. L’introduzione, che strizza l’occhio soprattutto a “Super Mario 64”, vedrà il tiranno sovrano dei Koopa fuggire e costringerà il nostro eroe in salopette a correre in soccorso di Peach. È questo il pretesto per la nostra nuova passeggiata nello spazio, esplorando le galassie alla ricerca delle Superstelle, necessarie per avanzare nel proseguo dell’avventura e infine sconfiggere il nostro “caro nemico” e liberare la principessa.

Meno backtracking e più esplorazione

Con la filosofia del “più è meglio”, “Super Mario Galaxy 2” punta a unire le geniali intuizioni del primo episodio con le idee che non hanno trovato spazio, amalgamandole in quello che, presentato così, potrebbe sembrare un gigantesco “more of the same”. In realtà questa sensazione verrà presto spazzata via una volta iniziato il gioco. Una delle prime cose che noteremo è il tentativo svecchiare la formula dei Super Mario, un po’ troppo ancorati alla brillante, ma non recentissima, intuizione degli episodi indipendenti per stage che si protrae ormai dal 1996 con “Super Mario 64”. In realtà non si tratta di un cambiamento così radicale: prima i livelli (o galassie, fate voi) ospitavano di media tra le 4 e le 6 Superstelle da raccogliere, con conseguente backtracking che obbligava a ripercorrere un po’ troppo volte le stesse strade, mentre adesso si è cercato di avere un maggior numero di livelli però più corti e con meno Superstelle (dalle 2 alle 4) con conseguente aumento della varietà. L’idea funziona, anche senza rivoluzionare troppo, la varietà ne guadagna molto e di conseguenza pure lo spirito di esplorazione. Il level design si attesta su livelli davvero altissimi, proponendo scenari sempre interessanti e delle meccaniche sempre divertenti e ingegnose. Anche in questo episodio la gravità giocherà un ruolo assolutamente fondamentale, sorprendendo in più occasioni il giocatore e proponendo un approccio ragionato e votato all’osservazione dello scenario e dei molteplici ostacoli che dovremo affrontare.

More Power Up… More Power!

Come da prassi, anche in questo capitolo Super Mario acquisirà nuovi potenziamenti che andranno a incidere direttamente sul gameplay. Mario Nuvola e Mario Roccia sono quelli che ci troveremo più spesso a utilizzare. Il primo permetterà una volta in salto o in aria, scuotendo il Wiimote, di “creare” una nuvoletta che ci consentirà un appoggio per alcuni secondi. Potremo utilizzarlo un massimo di tre volte, poi il potenziamento perderà efficacia e andrà nuovamente raccolto. Mario Roccia, invece, renderà Super Mario una vera e propria roccia, quasi incontrollabile, che rotolerà con potenza in avanti. Potremo solamente saltare o girare lievemente la traiettoria: la corsa si fermerà solo quando colpiremo certi ostacoli. Torneranno tutti i potenziamenti già conosciuti nel primo episodio (tranne il Fiore di Ghiaccio) come Mario Ape e Mario Molla. Tra le novità più attese abbiamo sicuramente il ritorno di Yoshi, il sauro “mangiatutto” tanto amato da generazioni di giocatori. Anche Yoshi potrà sfruttare dei potenziamenti, sotto forma di frutti da mangiare: uno azzurro lo rigonfierà e lo farà volare come un pallone aerostatico fino a quando l’aria finirà, il rosso (molto piccante) ci farà correre a velocità supersonica (e anche camminare sull’acqua!), infine il frutto dorato ci consentirà di fare luce per un periodo di tempo limitato in zone totalmente buie (lo useremo spesso nei livelli con i fantasmini Boo). Con il tasto B potremo mangiare i nemici, mentre con il tasto A salteremo: premendolo un’altra volta in aria potremo ottenere una spinta maggiore per un breve momento. Yoshi è un’altra carta vincente: i livelli giocati cavalcandolo regalano molto spesso risate e il suo ingresso si dimostra azzeccato anche termini di gameplay, variando lo stesso e portando il giocatore a sperimentare fasi sempre nuove, esattamente come per gli altri Power Up. Unico neo: forse Yoshi sarebbe potuto essere un po’ più presente, infatti nel corso del gioco apparirà relativamente poco (e soprattutto nella prima parte di avventura). Probabilmente un po’ più di spazio per il povero sauro verde sarebbe stato meglio.

Il ritorno del gameplay spaziale

Esattamente come nel primo episodio, la giocabilità è sostanzialmente perfetta. Controllare Mario sarà semplice e efficace da subito, con pochi tasti e azioni. Alla fine si può quasi dire che oltre saltare, correre e scuotere il Wiimote per effettuare una piroetta, non ci sia altro. Andando più a fondo, troveremo il solito granitico e profondo gameplay made in Nintendo che farà emergere tante piccole nuove azioni un passo alla volta, fino ad avere una rosa di possibilità molto vasta ma eseguibile con pochi tasti. Dai salti sul muro al salto in lungo fino al salto mortale e triplo, Mario è sempre in splendida forma e dimostra ancora una volta che per avere una grande giocabilità non siano necessari trenta tasti e sessanta azioni. La telecamera, così come le sollecitazioni dei controlli, si comporta in modo impeccabile senza rovinare mai l’esperienza di gioco e consentendo, come in passato, il focus in prima persona o lo spostamento dell’inquadratura (ove possibile) grazie alle freccette del Wiimote. Con il cursore del Wiimote su schermo potremo raccogliere le astroschegge e usarle contro i nemici per stordirli, oppure raccoglierle da “regalare” agli Sfavillotti che in cambio ci apriranno la strada verso pianeti nascosti dove raccogliere una Superstella. I livelli sono incredibilmente vari e propongono sfide sempre nuove e diversificate, passando con disinvoltura dal 2D al 3D, invertendo la gravità, nuotando avvinghiati a un guscio verde o volando afferrando un simpatico pennuto, con boss sorprendenti e dalla caratterizzazione esilarante. Una piccola curiosità, in alcuni livelli Luigi si proporrà di dare il cambio a Mario, in quanto andare in giro per l’universo a caccia di Superstelle può essere faticoso. In caso di cambio di personaggio non succederà niente di rilevante, né in termini di gameplay né di sostanza, in quanto ogni Superstella raccolta sarà aggiunta regolarmente al nostro bottino. Rispetto al primo episodio, i minigiochi con il Wiimote sono stati drasticamente dimezzati, rendendo il gameplay più classico, mentre ogni forma di narrazione è di fatto scomparsa, quindi non troveremo più libri da sfogliare e favole da ascoltare, ma dovremo solo dedicarci alla ricerca delle Superstelle.

Tecnica allo stato dell’arte

Da un punto di vista audiovisivo, “Super Mario Galaxy 2” detta dei nuovi standard per quanto riguarda il panorama Nintendo Wii superando, guarda caso, proprio il primo “Super Mario Galaxy”. I modelli poligonali, le animazioni, l’ispiratissimo design dei nemici e dei livelli, il tutto sfiora la perfezione. È davvero difficile trovare dei difetti nella realizzazione tecnica, tutto risulta curato in modo maniacale, dalla lava al ghiaccio, dall’acqua alla sabbia, mostrando anche un motore fisico credibile e efficace. I boss, dall’aspetto “morbidoso” (ma non per questo meno cattivi) sono spesso giganteschi e dettagliatissimi, strappando più di qualche risata e, in qualche caso, anche qualche imprecazione dovuta alla difficoltà (specialmente nella parte finale dell’avventura). Non solo la grafica è in ottima forma, ma anche il comparto sonoro che si fregia, ancora una volta, della grandissima esperienza e maestria di Koji Kondo, storico compositore Nintendo e in particolar modo della saga di Super Mario. Oltre alle ottime musiche di accompagnamento (forse un pizzico meno ispirate di quelle del primo capitolo), “Super Mario Galaxy 2” può vantare anche l’ormai leggendario campionario di frasi e urla assortite di Mario e dei nemici e amici di sempre. Oltre alle nuove composizioni spiccano alcuni arrangiamenti direttamente dal passato, sia dai capitoli 2D che da “Super Mario 64” (che vanterà nel Mondo 6 una citazione davvero meravigliosa, in grado di sciogliere il cuore di tutti i fan di vecchia data).

Longevità

Il gioco, complessivamente, dura veramente tantissimo. Per raccogliere le ormai tradizionali 70 Superstelle, che ci permetteranno di sfidare il malvagio Bowser, i giocatori di vecchia data non impiegheranno molto più di 10-12 ore, in base alla voglia di esplorazione, mentre per tutti gli altri il tempo richiesto sarà maggiore. Una volta sconfitto il Re dei Koopa, si sbloccherà un nuovo Mondo con molte Superstelle da raccogliere e in seguito la possibilità di raccogliere altre 120 Superstelle a ritroso. Non si tratterà di episodi già giocati, come nel primo Mario Galaxy, ma di nuove sfide, dalla difficoltà nettamente maggiore, che porteranno il numero complessivo di Superstelle superiore a 240. Inutile dire che per finire il gioco al 100% sarà un’impresa ardua, consigliata senza riserve ai giocatori più hardcore che comunque impiegheranno probabilmente un quantitativo di ore superiore alle 40. Tantissimo da vedere e da giocare, è davvero difficile ricordare un platform con così tanti contenuti, e soprattutto di così alta qualità.

Disgressione sulla difficoltà di gioco

La prima parte dell’avventura risulta piuttosto semplice, raccoglieremo le prime 30-35 Superstelle in relativa tranquillità. Da questo punto in avanti la difficoltà salirà gradualmente, fino a presentare delle sfide davvero ostiche dopo la storia, sfide di cui abbiamo parlato nel paragrafo sopra. In questo modo Nintendo ha salvaguardato le esigenze di tutti i giocatori, sia novizi che hardcore. Nei segmenti più difficili, dopo che saremo morti alcune volte, il gioco si proporrà di mostrarci un replay dimostrativo su come proseguire il gioco. L’equilibrio è stato preservato e il risultato è il bilanciamento della difficoltà migliore che ci si poteva aspettare.

Confronto con il primo episodio

Anche se “Super Mario Galaxy 2” sfiora a più riprese la perfezione, il paragone, in termini complessivi, con il primo capitolo risulta più difficile di quanto si possa credere. Questo secondo episodio punta più a correggere i difetti del primo che a inventare davvero qualcosa di nuovo. Teoricamente non si tratta di un vero e proprio difetto ma, ed è innegabile, l’atmosfera di stupore e scoperta del primo capitolo viene inevitabilmente smorzata nel seguito. Per quanto il livello artistico sia strepitoso, l’atmosfera è già conosciuta quindi non può colpire come quando la si gioca per la prima volta. In questo secondo episodio la narrazione è totalmente tralasciata, e questo ne aumenta la dinamicità ma diminuisce la percezione di cosa succede attorno e rischia anche di rendere troppo indipendenti tra loro i due giochi (seppur nel finale ci sia una sorta di ricongiungimento tra le due storie). Un fattore positivo è la diminuzione, come detto in precedenza, dei troppi livelli basati sui minigiochi e sull’oscilloscopio del Wiimote. Da un punto di vista grafico, com’era logico aspettarsi, “Super Mario Galaxy 2” si mostra più raffinato visivamente, mostrando delle texture migliori e una qualità globale leggermente più alta. Sul piano della longevità, l’offerta del sequel è assolutamente imparagonabile a quella del predecessore, risultando praticamente raddoppiata. Ai punti, usando un termine molto caro agli appassionati della Boxe, probabilmente vincerebbe “Super Mario Galaxy 2”, forte anche dei quasi tre anni intercorsi tra lo sviluppo dei due giochi, ma nella sostanza i due capolavori si equivalgono, rendendosi complementari e consigliatissimi a ogni tipo di utenza; senza se e senza ma.

Conclusioni

Nintendo con Super Mario Galaxy 2 ripaga pienamente le attese, sfornando un vero e proprio capolavoro. Un gameplay che centra la perfezione, un comparto tecnico che sfrutta al limite la console, il tutto suggellato da una longevità assolutamente sbalorditiva che, oltre le poco più di 10-12 ore tradizionali per finire la storia principale, offrirà quasi 40 ore di divertimento aggiuntivo tra le galassie. Tra le più belle avventure che vi capiterà mai di giocare, indipendentemente dal periodo storico e dalla console di riferimento; finalmente un buon motivo per spolverare l’alloggiamento del nostro Nintendo Wii. Consigliato a chiunque, senza alcun tipo di riserva.

Ancora con Mario, dopo quelle stupide risate… – di Alessandro Perlini –

E’ successo un anno fa e, lo ammetto, un po’ me ne vergogno ancora… Mi vergogno su diversi fronti…

“Super Mario Galaxy”… Accidenti, avevo il Wii dal primo momento della sua uscita e non avevo mai messo mano a questo titolo meraviglioso: l’esistenza dell’Archivio Videoludico mi è venuta incontro e quel fatale, lucente disco entrò dirompente nella loro console bianca.

Perchè ero stato così folle? Davvero, non lo so… Io non ho mai capito il motivo della mia distanza da Mario, nell’ultimo periodo… Forse ero rimasto colpito un po’ negativamente da “Super Mario Sunshine” ma davvero potevo arrivare a tanto? A snobbarlo? Forse avevo troppo Link nella testa, chi lo sa…

A un certo punto, nel buio della biblioteca videoludica, inizio a ridere… Saltavo, e ridevo… Raccoglievo astroscheggie e ridevo… Colpivo i nemici roteando e ridevo, come da un po’ non mi capitava. Era il divertimento Nintendo, il divertimento puro che mi stava entrando dentro, mi stava conquistanto, mi stava (ahimè) facendo capire dove avevo sbagliato!

Ora Mario è tornato, e ho avuto modo di incontrarlo al “Far Game”, accompagnato da un egregio Andrea Babich che già fu una delle mie guide, pur senza accorgersene, nel vasto e a volte bieco mondo della Semiotica… Lo schermo della sala del cinema era imponente e io avevo il controllo proprio su ciò che vi accadeva, tutti mi guardavano. Un salto e cado in un baratro, la gente ride: che figura, eh?

Poi riprendo in mano la situazione: le risate di quel pomeriggio in archivio hanno iniziato a risuonare nella mia mente, salto dopo salto, schivata dopo schivata… E alla fine le risate si mischiano agli applausi… Nintendo ha riempito quella sala cinematografica di magia… Io c’ero dentro… Tutti i presenti c’erano dentro… E, pur avendo giocato solo io, tutti eravamo uniti nel nostro amore per quell’idraulico baffuto che, con le sue gesta, aveva probabilmente fatto ridere di gioia in passato non solo me ma anche tutti quelli che erano alle mie spalle…

Questa è Nintendo…

Ciao Mario, bentornato tra noi!

CI PIACE
Super Mario!
\nGiocabilità perfetta
\nLongevità sbalorditiva
\nAspetto audiovisivo straordinario
\nNuovi Power Up ben studiati
\nIl ritorno di Yoshi...
NON CI PIACE
...che però avrebbe meritato più spazio
\nLa natura di sequel smorza l'effetto sorpresa del primo
9.7Cyberludus.com
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