È da una vita ormai che in ogni sacrosanta recensione, la critica spende almeno metà articolo a raccontare dei ‘bei tempi andati’ e di come o perché il genere delle avventure grafiche sia tramontato. Sarà, ma ormai lo si legge almeno una decina di volte al mese e, aggiungeremmo, finché lo si continua a leggere vuol dire che non è vero. Non lo è affatto, nemmeno un po’. Quello che è vero invece, è che le avventure grafiche sono eternamente a cavallo tra passato e presente, senza prospettive per il futuro. Esiste l’avventura che emula le tendenze del momento, o quella che si ostina a ricalcare gli antichi fasti del genere.
Una panoramica allo specchio
Black Mirror 2 non fa eccezione, e rientra senza dubbio nella seconda categoria: tanti dialoghi, una trama lineare, classica risoluzione di enigmi e raccolta di materiali utili per atteggiarsi a novelli Mc Gyver; nulla di più, nulla di meno. Insomma, si parla della solita fuffa irrinunciabile per gli amanti del genere, obsoleta per i meno avvezzi.
La storia ci cala senza troppe cerimonie nei panni di uno studente, tale Darren, recatosi nella cittadina di Bidderford senza motivazioni eccessivamente profonde; l’incontro con la bella Angelina, però, gli spalancherà le porte verso una serie di eventi che lo (ri)condurrà dritto ai misteri del primo Black Mirror, dal quale questo secondo episodio è distanziato di ben dieci anni.
Il primo impatto con il gioco è decisamente piacevole; merito anche di una veste grafica evidentemente rinnovata, Black Mirror 2 mostra fin da subito una pulizia di immagine e una decisa cura per il dettaglio, delle quali il predecessore era deficitario. Non si tratta, tra l’altro, di un mero miglioramento estetico; difatti, ora è molto più facile individuare gli oggetti sensibili, e, di conseguenza, interagire con essi. A tal proposito, è apprezzabile l’idea di rendere l’interazione con l’ambiente (da sempre il maggiore ostacolo per tutti i neofiti) meno ostica e disorientante, diminuendo drasticamente il numero di interazioni ‘fini a se stesse’ o comunque rendendole fruibili una tantum, a sfavore di tutti gli avventurieri più sfegatati, amanti delle cianfrusaglie di contorno.
Con questo però non vogliamo assolutamente definire Black Mirror 2 un gioco per poppanti; anzi, spesso e volentieri saremo alle prese con faccende ben più rischiose dei classici “trova un modo per sbloccare la porta”, ritrovandoci a dover essere bene accorti nel pianificare le nostre mosse, dal momento che (specialmente nelle fasi finali) spesso e volentieri avremo modo di lasciarci la pelle. A semplificare il tutto ci sarà un piccolo diario (non dissimile di quelli da Gdr), che riassumerà in breve tutte le mansioni da svolgere, così da non rischiare mai d’aver dimenticato qualcosa.
Gameplay e comparto tecnico
Sulla carta, in effetti, le meccaniche di gioco di Black Mirror 2 sembrano accattivanti e ben bilanciate tra di esse; ma ben presto si è costretti a rendersi conto che così non è. Il ritmo dell’avventura, che in effetti alterna in modo intelligente gli enigmi con sezioni più dialogiche, si rivela in breve tempo privo di un reale mordente, complici anche dei dialoghi eccessivamente lunghi e lenti, e generalmente privi di quel pathos trascinante che ogni giocatore si aspetterebbe da un’avventura grafica. Per carità, la storia è ricca di colpi di scena e di trovate interessanti, nonché di innumerevoli riferimenti e citazioni al mondo d’oggigiorno; ma questo, sebbene dia un inconfondibile tocco di verosimile al tutto, rischia di diventare tedioso alla lunga, anche e soprattutto a causa di inquadrature e animazioni statiche e scontate, le quali privano le fasi parlate di dinamicità.
Di conseguenza, persino i momenti di tensione perdono tutto il loro potenziale fascino, impoveriti da un’atmosfera che, quando non del tutto assente, è comunque altalenante. È invece ottimo il lavoro svolto in questo senso da grafica e sonoro, le quali ben si prestano alla ricreazione di scenari suggestivi, o quantomeno particolareggiati. La musica, per quanto non sempre azzeccata, riesce a dare la giusta carica, e spesso è stata addirittura in grado di svegliarci dal sonno precoce causatoci dai dialoghi sopracitati. Parimenti, la grafica è ben sfruttata, con tinte scure e in linea con la personalità del gioco, e con fondali ben definiti.
Conclusioni
Black Mirror 2 non vi farà gridare al miracolo, ne trasecolare per la qualità degli enigmi o della trama. Tuttavia, si tratta di un prodotto rispettabile, ben confezionato, che piacerà ad ogni appassionato. Forse non costituisce un inizio esaltante per chi si è appena affacciato al genere, ma fa il suo sporco lavoro maledettamente bene. Non soffre di alcun problema, ma non si eleva neanche a nuovi standard qualitativi: è un punta e clicca godibile, ben sviluppato, a tratti emozionante; niente di più, niente di meno.