Dietro a Weird West, primo progetto della WolfEye Studios di Raphaël Colantonio – storico creatore di videogioco, nonchè padre fondatore di quel Arkhane Studios che è stato in grado di regalarci vere e proprie perle videoludiche, come Prey, Dishonored e Arx Fatalis – si è sollevato un interesse mediatico di spessore, vuoi per un gioco che tenta di riprendere quello stile “immersive sim” che, negli anni, il game designer francese ha portato alla ribalta attraverso le proprie opere, vuoi anche per un’ambientazione fantasy western dallo stile decisamente unico, in grado di trasportare il gioco all’interno di un’ambientazione quantomeno originale e affascinante.

Ebbene, grazie ad un codice review fornitoci dal publisher – Devolver Digital – relativo alla versione PC, siamo riusciti a provare a fondo l’ultima fatica di Colantonio e di WolfEye Studios, trovandoci di fronte ad un gioco sì originale e ricco di inventiva, ma anche claudicante sul fronte prettamente ludico.

Ve ne parliamo quindi, nel dettaglio, nella nostra review…

C’era una volta (lo strano) West…

Sul fronte strettamente narrativo, Weird West ci racconta la storia di cinque individui all’interno di una versione “contorta” (da cui il Weird – strano – del titolo) del selvaggio West, legati insieme da un misterioso marchio. Ogni capitolo ci metterà nei panni di un diverso personaggio: troveremo una cacciatrice di taglie, costretta a dire addio alla pensione per salvare il marito da un gruppo di cannibali (e vendicare il figlio morto), un uomo dalle sembianze suine, affetto da una amnesia provocata da una strega che vuole cercare le risposte su chi era in vita, che deve distruggere un Albero delle Anime giurate ed è assistito dall’unico altro uomo-maiale capace di parlare che è stato maledetto a parlare solo in rima, e altri ancora…

Weird West, come anticipato in precedenza, fa grande uso di una grande varietà di elementi soprannaturali diversi che, sorprendentemente, si legano perfettamente con l’ambientazione di gioco del “selvaggio west” proposta dai ragazzi di WolfEye Studios: tra wiindigo, lupi mannari e streghe, gli elementi soprannaturali presenti in Weird West sono davvero tanti e perfettamente coesi con il mondo di gioco.

Tutto è inaspettato nel mondo di Weird West, dagli incontri casuali proposti durante gli spostamenti tra i luoghi più importanti della mappa, fino ai personaggi ricorrenti, che ci terranno compagnia nelle cinque diverse storie all’interno del gioco.

L’attenzione del team alla creazione di un mondo interattivo, si estende anche al personaggio del giocatore e a come i PNG lo percepiscono. C’è un sistema di karma in Weird West che cambia dinamicamente a seconda delle nostre azioni, e sta interamente ai giocatori decidere che tipo di persona volete essere in Weird West: un’alta reputazione e consensi più favorevoli dai PNG circostanti o un criminale disprezzato, temuto da tutta la popolazione?

Un immersive sim dalle movenze RPG

Lato gameplay, Weird West si presenta come un RPG con visuale isometrica, ricco di elementi da immersive sim estrapolati dalle precedenti esperienze videoludiche di Colantonio.

Come dicevamo, Weird West ci mette nei panni di cinque personaggi unici, mossi da personalità e storie dedicate. Completando i diversi capitoli proposti, sarà possibile reclutare nuovi membri per il proprio party e formare nuove alleanze (anche con i personaggi con cui abbiamo giocato in precedenza). Ogni personaggio presenta un proprio skill tree dedicato, con quattro abilità uniche del personaggio e una serie di abilità relative alle armi.

Non c’è un modo sbagliato di giocare a Weird West. Anche se si uccide ogni persona che si incontra (compresi i personaggi principali della storia), ci sono ancora modi per progredire nella storia esplorando il mondo, leggendo le voci del diario e le note, e altro ancora. Non vi viene mai impedito di fare qualcosa semplicemente perché “cambierebbe la storia”, e Weird West fornisce spesso ai giocatori momenti in cui ci si aspetta chiaramente che facciano una scelta. Alla fine di ogni viaggio del personaggio, viene presentata una panoramica di alcune delle scelte più importanti che avete fatto, che contemporaneamente accenna ai vari percorsi alternativi che avreste potuto prendere.

Un cel shading in grado di dire la sua?

Visivamente parlando, Weird West è un titolo che offre un comparto audiovisivo quantomeno originale. Appoggiandosi su engine solido come l’Unreal Engine 4, i ragazzi di WolfEye Studios sono stati in grado di creare un mondo di gioco vivo, credibile e da uno stile artistico sicuramente unico.

Lo stile utilizzato dal team è quello che viene chiamato cel shading, una sorta di design “cartoonesco”, portato storicamente alla ribalta dai titoli della serie Borderlands. Il risultato ottenuto, sebben lontano dagli standard “imposti” dalla nuova generazione di console, è discreto e specialmente su PC siamo rimasti comunque soddisfatti dalla ottimizzazione generale del titolo e dalle sue performance generali.

Buona anche la soundtrack e l’effettistica sonora generale. Segnaliamo inoltre che il gioco non è stato tradotto in lingua italiana, fattore che potrebbe scoraggiare parte dell’utenza nostrana.

Concludendo…

Weird West è un prodotto atipico. Se da un lato siamo rimasti comunque soddisfatti dalla campagna, dalle possibilità di scelta e dall’ambientazione western, perfettamente coesa con le tematiche soprannaturali, dall’altra abbiamo trovato un po’ superficiale “l’applicazione” di determinate meccaniche di gameplay all’opera, che non eccelle – purtroppo – su nessun fronte. Un titolo sicuramente da provare, considerata la sua presenza – dal day one – sul sempre più ricco catalogo dell’Xbox Game Pass.

CI PIACE
  • Ambientazione western perfettamente coesa con le tematiche soprannaturali
  • Longevo e appagante
  • Gameplay vario e mai “stancante”…
NON CI PIACE
  • …anche se basato su meccaniche a dir poco superficiali
  • IA dei nemici non al top
  • Mancanza della lingua italiana
Conclusioni

Weird West è un immersive sim atipico, caratterizzato da una longeva campagna, mal supportata da meccaniche di gameplay un po’ troppo superficiali.

7Cyberludus.com

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Nerd purosangue classe 1992, si avvicina al mondo dei videogiochi grazie al SEGA Master System di sua madre. Destreggiandosi tra Alex Kidd e Sonic the Hedgehog, comincia a farsi una importante cultura videoludica a base di platform e beat ‘em up. Fedele seguace della “master race”, consuma giochi di ruolo dalla mattina alla sera, anche se la sua saga preferita rimane Grand Theft Auto degli inarrivabili Rockstar Games, che fin dal primo capitolo lo ha aiutato a diventare la brutta persona che imparerete a conoscere.

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