Heavenly Bodies fa parte di quella cerchia di titoli che si trovano sulla linea di confine tra l’esperimento e il videogioco vero e proprio. In questo caso possiamo affermare, senza dubbio, che i ragazzi di 2Pt Interactive hanno saputo ricamare intorno alla loro idea una buona serie di scenari, che offrono sufficiente varietà per allontanarlo, con decisione, dalla schiera dei giochi sperimentali e garantire divertimento di qualità anche se, purtroppo, poco longevo.

Ve ne parliamo nella nostra recensione: buona lettura!

Non si vive di sola trama…

La trama in Heavenly Bodies è praticamente nulla quindi per coloro che avevano adocchiato il tema fantascientifico e si aspettavano una intrigante storia di fantascienza, niente da fare. In definitiva però, data la natura del gioco, non se ne sente troppo la mancanza. Il giocatore viene iniettato sin dai primi minuti ai comandi di un cosmonauta (o due, come vedremo) dislocato in una imprecisata stazione spaziale. Qui, nelle circa cinque ore di gioco necessarie a completare il gioco, si susseguono una serie di sette scenari diversi, dove è necessario svolgere alcuni compiti ben definiti, che spaziano dalla trivellazione di minerali su asteroidi remoti alla pulizia del generatore di energia. La particolarità del titolo è in realtà il sistema di controllo del personaggio principale, interamente basato sulla fisica: ogni azione del nostro eroe avviene in condizioni di assenza di gravità ed è dipendente interamente dall’utilizzo dei suoi arti superiori.

Joypad alla mano, qui oseremmo dire praticamente indispensabile, le due levette consentono di governare la rotazione delle rispettive braccia e i grilletti inferiori la presa delle mani. I grilletti superiori invece servono a rannicchiare le gambe, limitate a questo movimento ed utili per darsi poderose spinte perpendicolari. Nonostante il gioco sia fondamentalmente un 2.5D il personaggio non può ruotare su se stesso e resterà sempre orientato frontalmente alla telecamera, questo anche per agevolare l’utilizzo delle braccia – la gravità o, meglio, la sua assenza, diviene quindi l’unico reale nemico di Heavenly Bodies.

Senza gravità, niente è semplice!

Per come è stato concepito il sistema di controllo riuscire ad articolare correttamente i movimenti per eseguire azioni anche semplici come premere un pulsante è una vera impresa che richiede grande coordinamento delle mani. Si tratta di una di quelle idee che o si amano o si odiano: oggettivamente però si tratta di un concetto innovativo implementato con maestria, che personalmente abbiamo aprrezzato. Per offrire sfide di livello diverso sono state quindi introdotte ben tre modalità di gioco, dalla più difficile alla più facile, a seconda del livello di realismo. Per i puristi c’è la Newtoniana, la più difficile, dove la fisica viene rispettata – il corpo del nostro avatar galleggia nel vuoto e senza un appiglio od una forza esterna è totalmente impotente. La Classica, quella originale e consigliata, che ritocca leggermente le leggi della fisica ed offre un livello di controllo simile al movimento in un fluido: sventolando le braccia del personaggio è possibile darsi piccoli slanci ed orientarne il corpo. Infine c’è la Assistita, che consente di avere sempre un sorta di propulsione disponibile, semplicemente orientando le braccia in una direzione. In definitiva come è prevedibile la Classica è sicuramente quella più godibile, perché offre un livello di sfida intermedio, non troppo difficile, non troppo facile.

Fratelli cosmonauti nello spazio.

Prima abbiamo accennato ad un secondo astronauta – ebbene tutta l’avventura infatti può essere condivisa con un amico grazie al couch-coop, qui implementato con grande perizia. La presenza di un secondo player aumenta esponenzialmente il divertimento, perché è necessaria una certa coordinazioe tra i due e non è raro fare errori maldestri che vanificano minuti di preparazione, magari proiettando preziosi attrezzi a metri di distanza oppure gli stessi astronauti nel vuoto dello spazio! A parte quest’ultima eventualità in effetti non ci sono nemici o modalità di decesso, in Heavenly Bodies la peggior cosa che può capitare è di dover ripartire dal checkpoint precedente perchè magari si perde di vista un oggetto necessario al proseguimento. Le attività da svolgere prevedono la pressione di pulsanti, leve, maneggiare attrezzi più o meno complessi, pilotare bracci meccanici ed addirittura capsule spaziali. Queste ultime, ahimè disponibili solo in una delle sette missioni, rappresentano sicuramente l’elemento più spassoso di questo divertente puzzle game ed anche una dimostrazione delle grandi potenzialità dell’engine implementato – è un vero peccato non siano state sfruttate più a fondo. A conti fatti, nonostante l’impatto iniziale, abbiamo infine trovato il sistema di controllo ben calibrato e molto stimolante.

Comparto tecnico

Sviluppato con Unity, Heavenly Bodies offre una veste grafica in finto 2D pulitissima, molto realistica e sporadicamente spettacolare. Gli effetti di luce e tutti gli elementi del paesaggio sono davvero curatissimi e particolareggiati, il lavoro svolto dal piccolo team americano è semplicemente perfetto. Non ci sono NPC o altri esseri viventi quindi non esiste di fatto un comparto animazione – c’è solo il protagonista ed eventualmente il suo compagno. Abbiamo molto apprezzato il reparto audio grazie alle musiche ambient elettroniche di sottofondo, che ricordano quelle di film di fantascienza come Sunshine di John Murphy – davvero molto gradevoli. Non abbiamo trovato bug o sbavature durante le nostre sessioni, mentre tutto il gioco è tradotto in un ottimo italiano.

Concludendo…

Heavenly Bodies

è uno di quei titoli curiosi, intriganti, che a prima vista possono sembrare insensati, ma il cui scopo è offrire una sfida intelligente senza dove necessariamente accoppare altri cristiani (vedi anche Tin Can Simulator). Gli scenari e le attività proposte, benché offerte in quantità limitata, sono tutte molto interessanti e riescono a tenere alto l’interesse fino all’ultimo, mentre il povero protagonista arranca tra le desolate mura metalliche della stazione. Il vero difetto di questo titolo è solo uno: finisce davvero troppo presto – avremmo voluto vedere più sfruttate le numerose potenzialità offerte dell’engine fisico messo insieme dai ragazzi di 2pt Interactive.

CI PIACE
  • Un gameplay intelligente che mette a dura prova le capacità di coordinazione dei giocatori.
  • Comparto tecnico di ottimo livello, grafica pulitissima senza sbavature.
  • Musiche ambient molto ispirate, che creano l’atmosfera perfetta senza essere invadenti.
NON CI PIACE
  • Troppo corto!
Conclusioni

Heavenly Bodies è un indie di grande classe che offre una sfida un po’ diversa dal solito: il movimento a gravità zero. Nononstante alcune scelte tecniche siano un po’ forzate per il raggiungimento dello scopo, è innegabile che i 2Pt Interactive siano riusciti nel creare qualcosa di unico, ben bilanciato e molto divertente, se si apprezza il genere. Se avete un amico o parente con cui condividere l’esperienza poi tanto meglio – sappiate che il gioco supporta pienamente anche il Remote Play Together di Steam per giocare a distanza.

8Cyberludus.com

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Gabriele o “Gabe” per gli amici, è un informatico di professione ed inguaribile videogiocatore. Cresciuto a colpi di Commodore 64 ed Amiga è papà di due bellissimi bimbi che ormai gli rubano quasi tutto il tempo. La sua passione sono l’informatica, il cinema, la musica ed un giorno spera di finire e vedere pubblicato il suo primo videogame … quando trova il tempo!

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