La saga di Chivalry ha una storia lunga e complessa, che affonda le proprie radici nello sconfinato mondo delle mod di Half Life 2. Il titolo, originariamente, vide la luce nel lontano 2007, sotto il nome di Age of Chivalry. Sfruttando le vaste potenzialità del Source Engine, la mod fu rilasciata sulla piattaforma Steam – agli albori – in maniera del tutto gratuita e riuscì, grazie al suo gameplay immediato e divertente, a garantirsi una fanbase di tutto rispetto, tanto da spingere il team di sviluppo a buttarsi sul crowdfunding per sviluppare il loro prossimo titolo in modalità standalone.
Chivalry: Medieval Warfare ad un occhio ingenuo potrà sembrare la rilettura del multiplayer di un Call of Duty qualsiasi in chiave medievale, ma in realtà, il titolo del 2012, riuscì a catalizzare intorno a sé l’interesse di pubblico e critica. Dieci anni dopo, eccoci invece a parlare dell’attesissimo sequel, Chivalry II, sviluppato – come sempre – dai ragazzi di Torn Banner Studios, e pubblicato da Tripwire Interactive.
Quest’oggi vi parleremo della copia review ricevuta dal publisher italiano, Koch Media, in versione PS5.
Ecco le nostre finali considerazioni sul titolo…
Cavalieri di Agata vs Ordine dei Massoni
Chivalry II affronta in chiave velatamente ironica, lo scontro tra due fazioni impegnate in una guerra secolare: i cavalieri di Agatha (di colore blue e bianco) e l’ordine dei Massoni (di colore rosso e nero).
Inizializzato il titolo, avremo la possibilità di intraprendere il corposo tutorial iniziale. Se non siete avvezzi con le meccaniche di gioco, è consigliabile farselo tutto, visto che vi aiuterà non poco nelle prime partite online.
Chivalry II, in soldoni, può essere definito come un hack and slash multiplayer in prima persona, con la possibilità – in qualsiasi momento – di switchare ad una telecamera in terza. Il sistema di combattimento di Chivalry II è sostanzialmente la naturale evoluzione di quello del primo capitolo, con una maggior enfasi sulla fisica e l’impatto delle armi. Ogni arma, difatti, presenta un “peso” diverso, riscontrabile nella velocità con cui andremo ad eseguire gli attacchi e la potenza d’impatto su scudi o armature nemiche. Tramite lo spostamento dello stick analogico del Dualsense, potremo aggiungere un effetto diverso allo swing degli attacchi, permettendoci inoltre di attaccare contemporaneamente più di un nemico, se circondati. Gli attacchi effettuabili in Chivalry II sono tanti e diversificati e, ovviamente, dipenderanno anche dalla tipologia di armi equipaggiate: le classi di fanterie o cavalieri, infatti, potranno eseguire affondi o calciare gli avversari per sbilanciarli, oltre che schivare gli attacchi nemici tenendo sempre d’occhio la barra della stamina – una volta svuotata saremo in balia degli scontri nemici, quindi attenzione.
Il vero grande limite di un combat system così profondo e divertente è riscontrabile nella natura stessa del gioco, eccessivamente caotica. Il gioco mette a disposizione due diverse modalità: un deathmatch a squadre classico ed una modalità ad obiettivi. In entrambi i casi esistono varianti a 40 e 64 giocatori che, per loro stessa natura, rendono gli scontri eccessivamente caotici. Spesso, infatti, iniziato un duello singolo con un giocatore, ci ritroveremo bersagliati dai suoi compagni che neanche vedremo arrivare, la maggior parte delle volte. Stesso discorso per gli assedi, dove spesso risulta quasi impossibile non colpire accidentalmente i propri compagni, vista la presenza massiva di giocatori. Spesso il mapping non aiuta e già dalle prime partite il caos regnerà sovrano: un vero incubo per i giocatori intenti a cercare un approccio allo scontro strategico e ragionato.
A donare maggior varietà agli scontri, il gioco mette a disposizione quattro differenti classi per fazione, ognuna dotata di una progressione unica, atta a sbloccare armamenti diversi che maggiormente si adattano al nostro stile di gioco. Preferite rimanere lontani dal caos degli scontri? L’arciere potrebbe quindi fare a caso vostro. Oppure preferite lanciarvi in prima linea negli scontri, per far rotolare qualche testa nemica? Allora l’avanguardia è la classe ideale per il vostro stile di gioco.
A supporto di una componente multiplayer preponderante – sì, Chivalry II è un titolo online only – gli sviluppatori hanno integrato un crossplay con tutte le piattaforme disponibili, dandoci così l’opportunità, ad esempio, di sfidare utenti PC in scontri all’ultimo sangue. Mossa intelligente, considerata l’esigua base installata di Playstation 5.
Quello che zoppica, al momento della stesura di questo articolo, è il netcode poco pulito della versione da noi recensita, che causa ritardi non da poco in fase di matchmaking e frequenti fenomeni di lag, specialmente nelle partite a 64 giocatori.
Un’ulteriore difetto dell’ultima fatica di Torn Banner Studios risiede appunto nell’esigua base contenutistica, che prevede le due già citate modalità a squadre, suddivise per otto mappe. La modalità deathmatch a squadre non ha bisogno di grosse presentazioni mentre per quella a obiettivi, il compito delle due squadre – suddivise in attaccanti e difensori – sarà quello appunto di effettuare un assedio, con la squadra avversaria impegnata a fermarlo ad ogni costo.
Un futuro a base di ray tracing?
Chivalry II offre un buon comparto tecnico. Il gioco, nella versione da noi testata su PS5, propone una risoluzione 4K a 60 frame al secondo. Lanciato su Unreal Engine 4, il titolo Torn Banner Studios riesce a garantire una mole poligonale soddisfacente, grazie ad un buon dettaglio delle ambientazioni e di armi e armature. Trattandosi di un titolo esclusivamente online, il lavoro svolto è lodevole e non sfigura affatto se confrontato ad altre produzioni di caratura simile. Segnaliamo inoltre che, post lancio, è prevista una patch atta ad abilitare il ray tracing, anche nelle versioni console del gioco.
Discreto il comparto sonoro che propone una soddisfacente pletora di effetti e “grida di battaglia”, capaci di rendere ancora più immersivi gli scontri di gioco.
Concludendo…
Chivalry II è un titolo capace di proporre un combat system sorprendentemente profondo e divertente che, però, è costretto a fare i conti con una eccessiva caoticità degli scontri e ad una base contenutistica, al lancio, fin troppo esigua.