La saga di Assassin’s Creed è diventata, nel corso degli anni, il cavallo di battaglia di Ubisoft, oltre che un appuntamento irrinunciabile per i videogiocatori PC e console. Con l’ultimo capitolo, Valhalla, la saga degli assassini si affaccia, per la prima volta, sulla nuova generazione di console, portandosi dietro tutte le interessanti novità che questi ultimi capitoli dedicati “alle origini del credo” sono riusciti a proporre ma, allo stesso tempo, provando a riportare la serie su dei binari originali, cercando di correggere il tiro sulle alcune delle novità – in termini di gameplay – apportate con lo scorso capitolo, Assassin’s Creed Odyssey, poco apprezzate dai fan storici.

Onestamente, attendevamo con una certa trepidazione l’ultimo capitolo della saga, dopo aver spolpato a dovere l’impressionante mole contenutistica dei due precedenti capitoli che, grazie all’ottimo supporto post-lancio, ci hanno tenuti impegnati per diverso tempo. Assassin’s Creed Valhalla, negli ultimi mesi, ha fatto parlare molto di sé: i diversi gameplay e trailer promozionali, altro non hanno fatto che aumentare a dismisura l’attesa verso questo titolo, costringendoci a marcare sul calendario i giorni antecedenti all’uscita del gioco.

Dopo aver ricevuto un codice review – in versione PC – del titolo, abbiamo passato decine e decine di ore in compagnia di Eivor e, tra una razzia ed un’altra, ci siamo ritagliati questo spazio per parlarvi a dovere dell’ultima iterazione di Assassin’s Creed.

Sarete degni di entrare nel Valhalla? Scopriamolo insieme nella nostra recensione…

Dai mari glaciali del nord alle floride coste dell’Inghilterra…

Assassin’s Creed Valhalla ci riporta, per l’ultima (forse) volta, nei panni di Layla Hassan, la ex-dipendente Abstergo impegnata ad impedire, per la seconda volta in otto anni, la fine del mondo – come Desmond Miles prima di lei.

Layla, tramite l’Animus, rivivrà i ricordi del vichingo Eivor (il sesso, maschile o femminile, potrà essere deciso all’inizio dell’avventura e cambiato in qualsiasi momento) guidandolo nei primi ricordi dolorosi della sua infanzia. Attraverso gli occhi di Eivor assisteremo al massacro della sua famiglia, ad opera del rivale Kjotve.

Passano gli anni ed Eivor cresce forte e rabbioso, insieme al fratellastro Sigurd, nella sua nuova famiglia adottiva, capeggiata dal buon Re Styrbjorn. La Norvegia, tuttavia, inizia a stare un po’ stretta ai due fratelli che, nonostante la loro sete di vendetta in parte placata, cercheranno fortuna verso i regni inglesi, abbandonando la loro terra natale che, sotto l’egida di Re Harald, si sta avvicinando ad una unificazione considerata inaccettabile da Eivor e Sigurd.

Senza anticipare troppo, narrativamente parlando, ci teniamo a rassicurare i giocatori rimasti parzialmente delusi dalla deriva narrativa dei due precedenti capitoli: la mano di Ubisoft Montreal, in Valhalla, si sente eccome, visto che sul fronte scrittura il gioco riesce a reggere in maniera eccellente dall’inizio alla fine, riportando “on-screen” – e in maniera maggiormente preponderante – lo scontro tra Occulti e Ordine degli Antichi (i precursori di Assassini e Templari). Intervallata da una componente esplorativa capace di portare via decine e decine di ore, la storia principale di Assassin’s Creed Valhalla sarà in grado di tenere i giocatori impegnati per circa 30/35 ore. Come per Odyssey, i completisti troveranno pane per i loro denti, grazie alle diverse possibilità messe in campo dal mondo di gioco di cui, però, vi parleremo in maniera più approfondita nei paragrafi successivi.

The vikings experience

Assassin’s Creed Valhalla, lato gameplay, è il giusto connubio tra passato e presente. Il gioco prende in parte le distanze dalla deriva interamente GDR, a cui Odyssey ci aveva abituati, riportando il titolo su binari più classici, a partire dalla narrativa. La progressione di gioco è infatti molto più story driven rispetto alle due precedenti iterazioni e scandita in maniera ottimale. Molti elementi tra cui i dialoghi a scelta multipla e la gestione dell’inventario, sono stati in larga parti riproposti, ma l’impressione che si ha, già dalle prime ore di gioco, è che i ragazzi di Ubisoft Montreal abbiano optato per un alleggerimento di quelle meccaniche RPG che mal erano state digerite da alcuni fan storici della saga degli assassini. Alleggerimento che si percepisce dalla riduzione delle missioni secondarie – a nostro parere in numero eccessivo in Odyssey e Origins, specialmente vista la loro qualità altalenante – dando maggiormente spazio alla componente esplorativa e alle diverse attività di interessante. Una volta giunti in Inghilterra, ad esempio, potremo sfruttare la nostra nave lunga per guidare l’equipaggio a compiere razzie che, una volta completate, ci faranno guadagnare importanti risorse per la componente gestionale del titolo. In Valhalla, infatti, completato il prologo, avremo un intero insediamento da gestire, potenziare e sfruttare per le nostre avventure: Ravensthorpe. Esso crescerà insieme a noi, durante lo svolgimento della storia, grazie alle diverse strutture che potremo costruire, a partire dallo Studio degli Occulti (per dare la caccia all’Ordine degli Antichi, in maniera simile ad Odyssey) per poi arrivare a saloni per tatuaggi e negozi vari.
Durante l’esplorazione della vastissima mappa di gioco (senza anticipare troppo, la mappa di Assassin’s Creed Valhalla è in assoluto la più grande dell’intera serie), avremo molto da fare, a partire dalle diverse attività secondarie chiamati “misteri” – che, seppur diverse, hanno sostituito le subquest dei due precedenti capitoli – per poi passare a manufatti, equipaggiamento raro e materiali per il crafting.

Il sistema di combattimento all’arma bianca, proposto dai ragazzi di Ubisoft Montreal, rappresenta il giusto connubio tra quello visto in Origins e Odyssey: armati di doppia ascia, martello o scudi, alterneremo attacchi leggeri a pesanti, provando a deviare i colpi nemici attraverso un semplice sistema di parry che, se sfruttato a dovere, renderà i nemici inermi alle nostre combo finali (un sistema quantomeno simile a quello visto con Sekiro).
Non mancheranno le abilità che, in questo caso, potranno essere sbloccate presso specifici collezionabili nel mondo di gioco, sotto forma di tomi – le abilità equipaggiabili sono in totale otto, quattro per il corpo a corpo e altrettante per l’arco.

Sempre in tema di alleggerimento delle meccaniche RPG, in Assassin’s Creed Valhalla la progressione del nostro personaggio non è più scandita tramite livelli ma attraverso un livello di potenza (simil Destiny). Attraverso un ramo delle abilità a sfere – che per certi versi ci ha ricordato il sistema di sferografia di Final Fantasy X – potremo acquisire diversi perks, atti a migliorare le nostre statistiche, dandoci così maggiori possibilità di successo nelle aree di gioco più avanzate (le regioni della mappa, infatti, sono divise per livelli di potenza).

Elemento del gameplay che segna un grande ritorno – in chiave migliorata – è lo stealth. Grazie alle possibilità offerte dal mantello e cappuccio, sarà possibile sfruttare elementi dello scenario per celarsi alla vista dei nemici, cogliendoli così di soppiatto e terminandoli con la grandiosa lama celata che, ahinoi, mancava da diverso tempo. Come nei due precedenti capitoli, sarà possibile nascondersi nell’erba alta, fischiare per attirare i malcapitati avversari e abbassarsi liberamente, per occultare in maniera più efficace il nostro protagonista.

Gli assassini e la next-gen

Abbiamo avuto l’opportunità di giocare ad Assassin’s Creed Valhalla in versione PC. Graficamente, il titolo Ubisoft Montreal, se la cava in maniera ottima: i miglioramenti tecnici rispetto al precedente capitolo sono evidenti, a partire dalle ambientazioni che ora risultano ancora più varie e particolareggiate, grazie alle enormi potenzialità dell’engine AnvilNext 2.0. Sul fronte della modellazione poligonale, il risultato è molto buono anche se, a onor del vero, è opportuno segnalare che non tutti i personaggi godono della medesima cura per i dettagli. Il modello poligonale di Eivor – sia femminile che maschile – è ottimo: in questo caso tutto è stato curato nel minimo dettaglio, a partire dai capelli e peli facciali, per poi passare a tatuaggi e ferite.
Permangono invece diversi problemi di pulizia generale, tra cui compenetrazione poligonale, bug, animazioni poco chiare, glitch di ogni tipo e cali di frame – anche questo caso, il lavoro di ottimizzazione svolto non è dei migliori e ci auguriamo che con i futuri aggiornamenti vengano in parte risolti.

Sul fronte audio ci sentiamo di promuovere senza particolari riserve il titolo. Il doppiaggio in italiano è molto buono, così come le musiche e l’effettistica, che ben caratterizzano l’atmosfera.

Concludendo…

Assassin’s Creed Valhalla è un capitolo tanto grezzo quanto valido. Ubisoft Montreal è riuscita nell’intento di ripulire alcuni degli aspetti poco apprezzati dei due precedenti capitoli, sfornando un capitolo che “sa di Assassin’s Creed”, sia in termini di narrativa che di gameplay (ne è un esempio il ritorno dell’iconica lama celata).

Consigliato agli appassionati della saga o a chi cerca un titolo dal sapore ruolistico, capace a tenervi impegnati per un impressionante numero di ore di gioco.

CI PIACE
  • Un mezzo ritorno alle origini in termini di gameplay e narrativa
  • Mappa di gioco immensa, varia e particolareggiata
  • Contenutisticamente valido
  • Tecnicamente è una vera gioia per gli occhi
NON CI PIACE
  • Il sistema di combattimento non convince ancora pienamente
  • Molte delle valide componentistiche RPG di Odyssey sono state, inspiegabilmente, rimosse
  • Mancanza di pulizia generale
Conclusioni

Assassin’s Creed Valhalla è sicuramente uno tra i capitoli più riusciti di questa “saga delle origini del credo”. La componente RPG, piuttosto preponderante in Odyssey, è stata qui alleggerita, dando maggiormente spazio alle meccaniche “andate perse” nel corso degli ultimi anni. Valhalla è un mezzo ritorno alle origini per la saga che, senza eliminare in toto le novità degli ultimi due capitoli, riesce a riportare la narrazione sui giusti binari, rendendo questo capitolo imperdibile per i fan di Assassin’s Creed.

8.5Cyberludus.com

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Nerd purosangue classe 1992, si avvicina al mondo dei videogiochi grazie al SEGA Master System di sua madre. Destreggiandosi tra Alex Kidd e Sonic the Hedgehog, comincia a farsi una importante cultura videoludica a base di platform e beat ‘em up. Fedele seguace della “master race”, consuma giochi di ruolo dalla mattina alla sera, anche se la sua saga preferita rimane Grand Theft Auto degli inarrivabili Rockstar Games, che fin dal primo capitolo lo ha aiutato a diventare la brutta persona che imparerete a conoscere.

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