La prima cosa che salta all’occhio analizzando un titolo come Batbarian: Testament of the Primordials è proprio il nome: da quello è già possibile percepire la natura assurda e spensierata della produzione di Unspeakable Pixels. Il connubio tra un prode guerriero barbaro (senza dubbio ispiratissimo al noto personaggio di Robert E. Howard) ed uno strano pipistrello luminoso non può essere seria, ovviamente, ma abbiamo comunque apprezzato questo simpaticissimo platform, specialmente quando … ma continuate a leggere per saperne di più!
La storia comincia quando il nostro ardito eroe viene colto in flagrante dalla sua ultima vittima: una tribù di pericolosissimi orchi. Questi non si dimostrano troppo allegri di essere stati derubati dal protagonista, che viene quindi buttato giù da un dirupo con l’intenzione di essere trucidato. Nonostante la lunghissima caduta il nerboruto personaggio principale non muore, ma si ritrova invece intrappolato in una cupa caverna mai esplorata prima da anima viva. Non appena si riprende, insieme al suo fido pipistrello, decide di carcere una via di fuga e … l’avventura ha inizio!
Come avete capito la trama non rivaleggia certo The Last Of Us, ma si propone come una motivazione qualunque per essere capitati all’interno di una grotta inesplorata, piena di segreti, ricolma di pericoli e mostri terrificanti. C’è da dire che la storia in Batbarian risulta comunque un elemento rilevante, nel contesto di gioco. Durante l’avanzare della progressione vengono proposti numerosi momenti che la portano avanti, a partire da quando si fa la conoscenza di uno strano demone tri-occhiuto che segue nell’oscurità le gesta del “batbaro” e il cui scopo rimane un mistero per molto tempo …
Gameplay
Senza girarci troppo attorno Batbarian è un purissimo platform 2D in stile metroidvania, a stanze, con un pizzico di elementi RPG. Niente rogue-like/lite questa volta: tutta la vasta mappa (composta da oltre 400 camere) è stata disegnata a mano dagli sviluppatori che, per una volta, ci hanno permesso di provare un piacevole ritorno alle origini quando non c’erano engine di creazione automatica.
Una delle meccaniche più peculiari di questo gioco è senza dubbio il pipistrello, chiamato Pip, che accompagna il giocatore. Questi, si scopre durante una delle cut-scene, divenne suo compagno di viaggio quasi per caso e da allora sono diventati inseparabili. Il volatile si rivela essere un prezioso alleato perché emette una fondamentale aura di luce attorno a sé. Considerato che il dungeon è principalmente tetro ed oscuro, questa sua proprietà è stata sfruttata dagli sviluppatori per introdurre una serie di elementi puzzle che sfruttano questa caratteristica. Nonostante il giocatore non possa prenderne il controllo diretto, si ottengono presto alcuni oggetti da lancio di origine fruttifera, particolarmente apprezzati da Pip, che consentono di controllare goffamente il suo movimento. Oltre ad essere utile per poter letteralmente illuminare la strada, prima di fare salti nel buio, questa meccanica serve anche per attivare congegni che sfruttano l’energia luminosa per attivare porte, piattaforme, etc. Insomma, possiamo senza dubbio affermare che nelle centinaia di stanze offerte dal gioco ci sono puzzle machiavellici di tutti i tipi che attendono il passaggio del povero barbaro per essere risolti e non ci si annoia. Anzi, forse ce ne sono anche troppi, tutto considerato – quasi in ogni stanza c’è qualcosa da fare e alla lunga diventa quasi tedioso.
Un bat-baro pieno di risorse
Il personaggio principale non è inerme dato che dispone di un’arma (la classica spada per il maschio, artigli nel caso della sua controparte femminile) con la quale può attaccare le creature ostili. Oltre a questa lo stesso pipistrello più avanti acquisisce alcuni attacchi e poi ci sono … gli NPC!
Nonostante ci si trovi in una sperduta caverna, si scopre velocemente che non è del tutto disabitata: oltre ai già menzionati orchi si farà anche la conoscenza di altri sventurati personaggi intrappolati, come il nostro avatar, per i motivi più disparati. Questi non sono controllabili direttamente (niente multiplayer, sfortunatamente), ma seguono il protagonista e dispongono di un attacco innescabile dalla pressione di un tasto del joypad (obbligatorio per giocare al meglio). La cosa apprezzabile è che sono trattati alla stregua dei compagni di viaggio di altri titoli più famosi come Fallout, quindi il giocatore può scaricarli al primo punto di salvataggio (rappresentato da un falò) semplicemente parlandogli e selezionando la frase corretta.
Non solo platform…
In Batbarian in più occasioni è possibile conversare, oltre che con i già citati NPC, anche con i nemici stessi. Questo aspetto è davvero un tocco piacevole che ispessisce l’esperienza, discostando il titolo in esame da molti altri platform più puri. I dialoghi a scelte multiple generalmente sono molto goliardici, offrendo la possibilità di risposte davvero ridicole ed imprevedibili da parte del prode eroe, ma all’occasione consentono anche di risolvere situazioni senza ricorrere alla violenza.
Dato che abbiamo già menzionato elementi RPG, vediamo di elaborare. Ovviamente esiste un sistema di potenziamento del personaggio grazie ai classici punti esperienza che gli permettono di salire di livello nella maniera più tradizionale. Qui però non ci sono punti abilità, o meglio, ci sono, ma sono solo di tre tipi: Strength, Defense e Awareness. Mentre i primi due si spiegano da soli, il terzo consente di arricchire la quantità e qualità degli oggetti e del denaro lasciato cadere dai nemici, oltre che di avvertire pericoli e segreti. I punti non vengono distribuiti direttamente dal giocatore, ma è stato concepito una specie di mini-game che si attiva al passaggio di livello: una sorta di roulette dove i tre simboli delle abilità ruotano velocemente e il giocatore deve premere al momento giusto per “scegliere” la proprietà da innalzare. Solo tre scelte, che innalzano di 3 punti il valore relativo e poi non si torna indietro – quindi si potrebbe per esempio scegliere per tre volte la Spada, alzando di 9 punti la forza. Il meccanismo è semplice e ci si abitua presto, ma diciamo che forse stona un po’ con la natura molto più propensa al gioco di ruolo – avremmo preferito un controllo più diretto dei punti assegnati.
Altri elementi onnipresenti nell’avventura ovviamente includono negozi gestiti da un simpaticissimo fungo, che consente anche di acquisire nuovi tipi di attacchi ed abilità, ed una pletora di segreti tutti da scoprire per ottenere ricchezze ed espansioni per l’energia e per le sacche dei vari tipi di frutti da lanciare a Pip – anche questo è un evidente richiamo alla saga di Metroid, dove si raccolgono potenziamenti per portare più missili ed armi.
Comparto tecnico
Batbarian, grazie al solito Unity, offre una piacevolissima grafica 2D che mantiene ottimi standard qualitativi durante tutto lo scorrere dell’avventura. Ogni personaggio è stato realizzato ed animato con risultati davvero eccellenti anche se, evidentemente, è uno stile che piacerà molto ai nostalgici, ma farà storcere il naso agli amanti della grafica ultrapompata in 3D – questione di gusti. Il comparto audio sfoggia una serie di ottime musiche, molto orecchiabili, che seguono il bioma del livello in cui ci si trova – anche in questo caso è un chiaro richiamo ad un modello proprio dei vecchi platform, che abbiamo apprezzato. Gli effetti sonori fluttuano su un livello qualitativo medio/basso e se non altro non sono mai fastidiosi. Sfortunatamente non è presente la lingua italiana tra quelle disponibili al momento.
Concludendo…
Batbarian è un titolo che abbiamo apprezzato per la pulizia generale della produzione, per i toni comici della storia e grazie ad una inaspettata componente interattiva nei dialoghi a scelte multiple. La difficoltà medio/alta può scoraggiare alcuni giocatori, ma per fortuna riesce comunque a tenere alto il livello di interesse grazie ad elementi come gli NPC ed una trama interessante ricca di colpi di scena. Consigliatissimo a tutti i fan dei platform old-style.