Omaggiare Franz Kafka ed alcune delle sue opere più celebri in un videogioco? Potrebbe sembrare un’idea fuori di testa ma, evidentemente, non la pensavano così i ragazzi di Ovid Works che, nel corso della GDC 2019, sorpresero il pubblico mostrando Metamorphosis. Il gioco nasce proprio con lo scopo di valorizzare lo stile surreale dello scrittore ceco e per farlo ci mette nei panni… pardon, nel carapace di Gregor, un uomo misteriosamente risvegliatosi insetto dopo una serata di eccessi.
Ovviamente, i collegamenti con La metamorfosi sono lapalissiani ma il gioco è riuscito a sorprenderci citando anche altri lavori di Kafka come Il processo e Il castello.
Sarà bastato a rendere Metamorphosis un’avventura degna di nota?
Una situazione kafkiana
Il nostro Gregor è naturalmente sconvolto dall’accaduto, d’altronde non capita tutti i giorni di diventare insetti. Inoltre scopre ben presto che Joseph, il suo migliore amico, si ritrova invischiato in una viscida causa legale in cui rischia di finire al fresco senza motivo apparente. Comincia così una vera e propria odissea attraverso una vasta gamma di ambientazioni viste attraverso la micro prospettiva del minuto protagonista. Si passa da semplici camere da letto, viste ormai come percorsi ricchi di caos e ostacoli insormontabili, a misteriosi sotterranei celati nelle crepe della civiltà, popolati da decine di nostri simili dalle sembianze insettoidi. Se ciò vi sembra già abbastanza kafkiano, sappiate che il tutto sarà condito da una dose di surrealismo che diventerà via via preponderante avanzando nel gioco.
Metamorphosis è un’avventura breve e scorrevole, completabile in poco più di tre ore e ben poco rigiocabile (nonostante la presenza di un bivio che porta a due diversi finali), ma capace di lasciare il segno grazie ad uno stile inconfondibile. La storia è un trip allucinante e, nonostante l’epilogo sia molto criptico, risulta piacevole ed appagante. Sono tuttavia i dialoghi, molti dei quali opzionali tra l’altro, il punto forte della narrazione: irriverenti, geniali, demenziali soltanto all’apparenza, poiché capaci di smuovere critiche sociali estremamente argute e contestualizzate. Ovviamente vedere insetti che parlano, ad esempio, di condizioni lavorative stressanti o di una burocrazia asfissiante è buffo ma, fermandoci un attimo a riflettere, i tanti argomenti su cui vertono le conversazioni sono tutt’altro che distanti dalla realtà che viviamo giorno dopo giorno.
Ludicamente parlando, possiamo definire Metamorphosis come un adventure platform 3D in cui l’incedere è scandito da semplici missioni completabili esplorando l’area di gioco, risolvendo elementari puzzle ambientali o, per l’appunto, lasciandosi andare a spassosi dialoghi con i vari NPC. Gregor può esplorare i vari scenari zompettando e saltando ma è anche possibile scalare molte superfici, a patto di intingere le zampe con una qualunque sostanza appiccicosa come della colla o il tuorlo di un uovo.
L’avventura dell’insettoso protagonista scorre in maniera naturale e vivace, se escludiamo qualche problemino relativo ad una telecamera non sempre impeccabile e, soprattutto, a delle sezioni di platforming un tantino imprecise. Il tutto è dovuto alla particolare prospettiva in prima persona, piazzata molto in basso proprio per ricreare la sensazione di vivere i movimenti di un piccolo insetto. Insetto di cui, per inciso, non conosciamo le reali sembianze, visto che non ne viene mai mostrato il modello poligonale.
Anche il level design non è esente da critiche, spesso ci si ritrova infatti a girare per diversi minuti senza ben comprendere il giusto percorso da seguire per raggiungere la destinazione. Con ciò non stiamo asserendo che il gioco debba guidarci o tempestarci di indicatori, ma una sapiente costruzione dell’ambientazione può condurre il giocatore senza prenderlo per mano. In Metamorphosis invece spesso ci ritroviamo in preda alla confusione, sensazione che causa una leggera frammentazione nella fluidità dell’esplorazione andando a ledere, fortunatamente in minima parte, la fluidità dell’avventura.
Gli innegabili difetti presenti nella struttura di gioco fortunatamente passano in secondo piano: il titolo di Ovid Works riesce ad offrire un’esperienza ludico/narrativa piacevole ed audace, stimolando continuamente la curiosità del giocatore, inevitabilmente desideroso di scoprire il proseguo degli eventi narrati.
Il surrealismo della storia trova perfetto riscontro in uno stile artistico che ricalca perfettamente l’assurdità del contesto generale. Il design delle ambientazioni è convincente, volutamente caotico ma ricco di interessanti dettagli. Peccato per un comparto grafico non certo all’avanguardia e per una evidente monotonia nei modelli poligonali dei vari insetti: avremmo gradito decisamente più varietà estetica in tal senso. Buono invece il sonoro, caratterizzato da un paio di tracce perfettamente in linea con lo stile dell’avventura e da un discreto doppiaggio in inglese. Segnaliamo la presenza dei sottotitoli in italiano.
Concludendo…
Metamorphosis è una vera e propria sorpresa. Non era semplice realizzare un videogioco che omaggiasse alcuni tra i più noti lavori di Franz Kafka ma i ragazzi di Ovid Works sono riusciti nell’impresa. Ci troviamo così tra le mani un’avventura breve ma colma di momenti surreali che arricchiscono una storia godibile ed intelligentemente sarcastica. Un trip allucinogeno carico di dialoghi brillanti e personaggi assurdi che sicuramente vi strapperà più di un sorriso. Il gameplay presenta meccaniche estremamente semplici e forse poco rifinite ma l’esperienza generale risulta comunque fluida, spumeggiante e squisitamente kafkiana.