La serie di Paper Mario può essere considerata come uno degli spin-off più importanti del famoso idraulico giapponese, nonchè una delle più particolari e fantasiose. Fin dalla sua nascita divenne, legittimamente, una sorta erede spirituale di Super Mario RPG, storico titolo uscito su Super Nintendo nel 1996, dato che ne condivideva gli elementi da gioco di ruolo, anche se, a onor del vero, non tutti i titoli del franchise possiedono le stesse caratteristiche.
Paper Mario: The Origami King sarebbe quindi il sesto capitolo della serie, sequel diretto di Paper Mario: Color Splash uscito nel 2016 per la sfortunata WiiU. Dopo quattro anni, ecco quindi tornare sulla Switch i deliziosi personaggi Nintendo in versione cartacea, magistralmente fusi con un ricco mondo di gioco 3D, alle prese con un nuovo temibile nemico.
Inutile nascondere che questa volta la storica casa di Kyoto ha centrato il bersaglio, ma dovrete continuare a leggere per scoprirne il motivo…
The story so far…
La storia, come di consueto, è semplice, tenera e un po’ folle. Un bel giorno i fratelli Mario e Luigi, giunti bordo di un kart al borgo Toad per partecipare al festival degli Origami, scopriranno presto che qualcosa non quadra. Divisi nelle fasi iniziali dell’avventura, prenderemo così il controllo di Mario che, una volta giunto al castello, incontrerà una strana Peach trasformata in origami, finendo presto in trappola del cattivo di turno, il potente Re degli Origami, Oly, intenzionato a conquistare il mondo di Paper Mario. Questi ha iniziato a piegare tutti i suoi residenti di carta trasformandoli in schiavi origami, nella speranza di mostrare al mondo quanto possa essere meraviglioso una vita da “piegati”. Usando dei magici lunghissimi nastri colorati, riesce nell’intento di sradicare il castello di Peach – con tutti i suoi occupanti – trasportando il tutto in cima ad un lontano monte.

Con la sorte di Luigi che risulta ancora incerta, il baffuto idralico farà presto la conoscenza di Olivia, sorella buona di Oly, disposta ad aiutarlo a riprendersi il regno. Per farlo sarà necessario slacciare tutti i nastri magici che tengono ostaggio il castello di Peach, andando a zonzo per il vasto mondo di gioco, alla ricerca delle loro terminazioni per scioglierle. Dato che il nuovo nemico colpisce a 360 gradi tutti i personaggi del mondo di Mario, Bowser ed i Koopa, una volta tanto, rappresenteranno dei preziosi alleati durante la lunga storia che si dipana per le oltre 30 ore di gioco.
Gameplay innovativo!
Prima abbiamo parlato degli elementi RPG che caratterizzano spesso il franchise. Ebbene Origami King non onora esattamente lo stile JRPG come alcuni dei suoi predecessori: non ci sono punti esperienza o livelli dei personaggi, né abilità. Certo i danni ad i nemici vengono sempre espressi numericamente, ma in realtà si potrebbe definire più verosimilmente come un insieme di stili. E’ parte avventura, parte puzzle game, parte RPG. I combattimenti sono sicuramente la parte che contraddistingue maggiormente questo audace titolo: in ciascuna delle battaglie, Mario appare al centro di quattro diversi anelli divisi in quadrati – questi spazi sono occupati dai nemici di turno, che possono anche arrivare in ondate diverse. Il primo lavoro da svolgere è cercare di ri-allineare i gruppi di nemici spostando ciascuno degli spazi orizzontalmente e verticalmente. L’obiettivo in pratica è danneggiare quanti più di essi nel minor numero di turni e per farlo è necessario che siano messi in righe di quattro oppure in comodi quadrati, a seconda dell’arma che si vuole utilizzare. Le scarpe per esempio colpiscono in riga 1×4, mentre il martello colpisce un’area di 2×2. Questa fase “puzzle” è molto originale e totalmente facoltativa, ma se il giocatore riesce, nel tempo a disposizione e con le limitate mosse a disposizione, a ri-piazzare i vari nemici nelle loro posizioni originali, si otterrà un notevole bonus di attacco. In pratica risolvendo l’enigma di turno si potrà spesso sbaragliare gli avversari in un singolo turno senza subire alcun danno. Letto in questo modo può sembrare complicato, ma come da tradizione Nintendo i giocatori vengono portati per mano lungo un considerevole tutorial che introduce tutte le meccaniche di gioco nel modo più chiaro e paziente possibile, quindi niente paura!

Ovviamente dopo le fasi iniziali, i problemi diventeranno via via più complessi, grazie anche alla grande varietà di nemici che si comporteranno sempre in maniera diversa (i Boo per esempio svaniranno durante la fase di allineamento, complicando notevolmente la situazione!).
Durante la storia sarà possibile ovviamente trovare armi, accessori e oggetti da utilizzare che forniscono bonus sulle varie caratteristiche (energia vitale, attacco, difesa) oppure contro particolari avversari (le scarpe di ferro, per esempio, vanno utilizzate per poter saltare in testa ai nemici appuntiti), insomma la varietà non manca di certo.
Un mondo di Toad…
Giocando si ottengono le abituali monete d’oro, vera immagine sacra della serie, che in questo caso vengono elargite sempre in quantità molto generosa sia durante gli scontri che nascoste nei vari livelli. Queste servono sia per acquistare i beni di cui abbiamo parlato in precedenza che durante i combattimenti. Come? Semplice! Durante le varie esplorazioni, si avrà l’occasione di trovare tantissimi Toad schiacciati, ripiegati in altri animali oppure appallottolati – la loro ricerca costituisce un elemento di gioco molto divertente perché sono stati davvero nascosti nei posti più assurdi. Ogni Toad liberato va ad arricchire gli spalti posti sullo sfondo durante i combattimenti, durante i quali sarà possibile spendere le monete raccolte per ottenere aiuti da parte dei funghetti, con la semplice pressione di un tasto. Più numerosi i Toad, più efficaci gli aiuti ottenuti, che possono causare danni ad i nemici, ma anche altri effetti. Le stesse monete inoltre possono essere spese per allungare il tempo a disposizione per risolvere l’enigma iniziale.

Se, sfortunatamente, non si riuscisse ad eliminare tutti i nemici durante la fase iniziale, il giocatore dovrà cercare di difendersi. In questo senso Origami King ricorda molto la serie Mario & Luigi, dove occorre premere correttamente il tasto A per proteggersi al momento giusto e limitare i danni subiti.
Oltre ad i Toad si incontreranno altri personaggi della serie, come Bowser e Luigi, ma sotto questo aspetto c’è una brutta notizia: non sarà possibile muoverli. Parteciperanno in parte ad i combattimenti, colpendo qualche nemico qua e là, ma manterranno sempre un ruolo marginale. Peccato.
Chi ha parlato di Boss?
I combattimenti con i boss meritano una menzione speciale perché vanno affrontati in maniera totalmente differente rispetto agli altri. A differenza di quanto accade nei combattimenti normali in cui Mario è al centro dell’arena, in questi scontri infatti è il boss ad essere nel mezzo. Il compito di Mario è riuscire ad avvicinarli per attaccarli con alcune delle sue abilità. Per poter raggiungere questo obiettivo nei vari riquadri degli anelli dell’arena vengono inseriti diversi tipi di adesivi. Ad esempio le frecce indicano la direzione in cui Mario potrà muoversi, mentre le buste possono fornire consigli su come attaccare meglio il nemico in questione, mentre altre icone ancora forniscono turni extra e altri bonus. L’obiettivo è raggiungere gli adesivi di attacco, poiché solo questi consentono di attaccare il boss.

Sembra complicato, ed in effetti lo è, anche perché i vari boss sono molto diversi ed ognuno ha un punto debole particolare e va quindi attaccato in maniera sempre diversa. Abbiamo apprezzato davvero questo segmento di Paper Mario: The Origami King: i leader avversari sono davvero bizzari, imprevedibili e questo tipo di combattimento rende molto vario il gameplay riuscendo comunque ad essere molto divertente. A tratti sembra quasi di partecipare ad un gioco da tavolo e vi possiamo garantire che sarà necessario usare ponderatamente la materia grigia per venirne a capo!
Comparto Tecnico
Cominciamo col dire che la grafica del titolo in esame, benché si attesti sempre su una qualità eccellente, può risultare leggermente stravagante, anche se probabilmente è una cosa voluta. Per fortuna siamo ben lungi dai livelli di Yoshi’s Crafted World, dato che qui il mondo di carta è ricco di particolari e decisamente curato.

Il comparto audio, d’altra parte, è eccelso e vanta una serie di nuovi temi davvero memorabili oltre che ai soliti remix delle iconiche musiche dell’amato idraulico, che ormai fanno parte del pacchetto base di ogni titolo della serie. Gli effetti sonori allo stesso modo sono vari, puliti ed azzeccatissimi. Ovviamente l’intero gioco è sottotitolato in italiano (non c’è quasi parlato da tradurre), mentre facciamo notare che la versione digitale pesa circa 6.4 Gbyte sulla memoria della console.
Concludendo…
Paper Mario: The Origami King è probabilmente il miglior capitolo della serie da quando uscì Il portale millenario. Difficile dire quale sia il migliore, dopotutto il titolo per Gamecube conta ben 16 anni sul groppone, possiamo però garantirvi da veri fan della saga che questo nuovo titolo ci si avvicina davvero tanto in termini di contenuti, qualità e varietà della narrativa. Una volta iniziato difficilmente vi ci staccherete fino ad aver raggiunto la fine della storia, ma anche allora, sarà un piacere ritornare nel mondo bi-tri-dimensionale per scovare tutti i Toad ed i vari segreti che lo infestano, grazie al magistrale lavoro dei soliti maghi giapponesi di Nintendo.