Sono serviti ben tre anni e mezzo al buon Marcus Lehto – e ai circa trenta dipendenti del suo nuovo studio V1 Interactive – per portare alla luce l’oggetto della nostra recensione odierna. Disintegration, il nome della nuova proprietà intellettuale partorita dal co-creatore della saga di Halo, è un titolo che, seppur non vantando dei faraonici budget di Microsoft, entra su un mercato difficile, provando a dire la sua nel genere degli sparatutto in prima persona. Grazie ad un codice review fornitoci dal publisher, Private Division, abbiamo provato la campagna a giocatore singolo e il comparto multiplayer e, come di consueto, siamo pronti a dirvi la nostra sul titolo.

Buona lettura!

 

L’integrazione di Romer Shoal 

Nel mondo di Disintegration l’umanità si trova di fronte ad un bivio: l’estinzione della razza a causa di fame e povertà dilaganti o abbracciare la cosiddetta idea dell’integrazione, portando i propri ricordi e la propria personalità all’interno di corpi robotici, in grado di potenziare le proprie capacità fisiche. Inizialmente, l’integrazione, doveva rappresentare una soluzione temporanea per rallentare l’estinzione della razza umana ma, con il tempo, l’integrazione è divenuta – a tutti gli effetti – il successivo step evolutivo del genere umano. Questa folle idea, abbracciata dal “malvagio” collettivo Rayonne, ha visto nascere una sorta di movimento ribelle, di integrati che vogliono (e sperano) in un ritorno alla vita normale, fatta di carne e di ossa. Le vicende di Disintegration, ruotano intorno alla figura di Romer Shoal, un ex pilota di gravicicli – una vera e propria celebrità nel mondo di gioco. Romer, insieme ad altri “integrati, si ritrova prigioniero di Black Shuck, un comandante di Rayonne, incaricato di cacciare ed eliminare la resistenza. Quando gli viene data la possibilità di fuggire, Romer scappa senza esitare, finendo sulla Terra con un gruppo di compagni di fuga. Radunati in azione, decidono di lottare per un futuro migliore. Insieme. Sfortunatamente, nonostante le buone premesse, il comparto narrativo di Disintegration fatica a catturare l’attenzione del giocatore, faticando a reggere l’intero ritmo della campagna…ed è un vero peccato, visto e considerando che ciascuno degli “integrati” che compongono l’equipaggio di Romer, risultano ben caratterizzati.

Le cutscene appaiono piuttosto blande e i momenti di intermezzo, tra uno scenario ed un altro, in cui è possibile passeggiare e parlare con l’equipaggio (che ci hanno ricordato, per molti versi, gli intermezzi nella Torre di Destiny) sembrano riempitivi senza alcuna utilità. Di conseguenza, i momenti che dovrebbero avere un impatto a livello di storia non lo fanno ed è un vero peccato: la storia di Disintegration è una vera occasione mancata.

FPS/RTS l’insolito mix che – a tratti – funziona

A livello di gameplay, il titolo di Marcus Lehto, si presenta come un insolito mix tra sparatutto in prima persona e strategico in tempo reale, grazie alla possibilità di entrare nel vivo dell’azione, sparando con le armi equipaggiate sul graviciclo, oppure comandando le truppe di terra da lontano. Idealmente, sarà sempre necessario fare entrambe le cose, per portare a termine i diversi scenari della campagna a giocatore singolo. Tramite l’utilizzo combinato di mouse e tastiera, potremo comandare le nostre truppe di terra affinchè indirizzino il fuoco su un determinato nemico, aprire un container per vedere se c’è del bottino all’interno o interagire con dispositivi elettronici. Tramite la pressione di un tasto sulla tastiera, sarà possibile “triggerare” alcune abilità speciali, che vanno dalla creazione di un campo di forza che rallenta i nemici, alla possibilità di scatenare una raffica di missili. Il mix tra due generi così diversi funziona, in maniera del tutto inaspettata. Purtroppo, durante lo svolgimento dei dodici livelli che compongono la campagna a giocatore singolo, la sensazione di ripetitività di situazioni inizia già a farsi sentire dopo un paio di ore di gioco. L’impossibilità di cambiare armamentario a Romer è un ulteriore punto a sfavore che, alla lunga, pesa negativamente. A completare il pacchetto di gioco offerto da Disintegration, troviamo la modalità multigiocatore. Le modalità presenti nel gioco sono in totale tre: recupero – dove saremo tenuti a rubare nuclei energetici alla squadra avversaria – controllo zona – la classifica modalità dove dovremo conquistare punti di controllo strategici sparsi sulla mappa – e infine collezione – la modalità più simile ad un deathmatch classico, dove dovremo recuperare nuclei dai giocatori uccisi. Tutte le modalità online di Disintegration si presentano con un classico 5vs5, senza perdere di vista il mix FPS/RTS sperimentato con la campagna a giocatore singolo, dandoci così modo di controllare sia truppe che graviciclo in battaglia.

Come per la campagna, purtroppo, il fattore ripetitività farà capolino anche sull’online, provocando di fatto un calo di interesse repentino già dopo qualche partita, che si aggrava ulteriormente se andiamo a mettere sul piatto i diversi problemi di bilanciamento e il netcode ballerino, specialmente nella versione PC da noi provata. A questo punto il dubbio sorge spontaneo: saranno in grado, i ragazzi di V1 Interactive, a supportare il gioco sulla lunga distanza? Disintegration si appoggia all’ormai consolidato Unreal Engine, motore che abbiamo già avuto modo di apprezzare in numerosissimi titoli di questa gen, oramai sul viale del tramonto. La qualità della modellazione poligonale e dell’effettistica è ottima ma, a nostro parere, quello che colpisce molto è l’ottimizzazione del gioco: abbiamo provato Disintegration su configurazioni diverse una dall’altra e, anche su vecchie schede video, il titolo di V1 Interactive non affanna per niente, a dimostrazione dell’elevato fattore scalabilità del gioco. Sul fronte audio, buone le musiche e il doppiaggio (in sola lingua inglese), accompagnato da sottotitoli in lingua italiana.

Concludendo…

Disintegration è una grossa occasione sprecata. Nonostante un gameplay immediato e funzionale, il gioco offre modalità single player e multigiocatore piuttosto blande e, alla lunga, incredibilmente ripetitive. Anche il comparto narrativo, considerando le interessanti premesse, fatica a spiccare il volo, risultando in una campagna breve (si completa in neanche nove ore) e poco incisiva. Peccato.

CI PIACE
  • Premesse narrative interessanti
  • Il mix tra FPS e RTS funziona
  • Buon comparto tecnico
NON CI PIACE
  • Storia poco “incisiva”
  • Ripetitività di fondo
  • Multiplayer poco più che marginale
  • Breve
Conclusioni

Nonostante la presenza di Marcus Lehto, il progetto Disintegration fatica a decollare. Una campagna breve e scialba, unita ad un comparto multiplayer poco più che marginale, affondano il titolo V1 Interactive nell’oceano della mediocrità. Peccato.

6.8Cyberludus.com

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Nerd purosangue classe 1992, si avvicina al mondo dei videogiochi grazie al SEGA Master System di sua madre. Destreggiandosi tra Alex Kidd e Sonic the Hedgehog, comincia a farsi una importante cultura videoludica a base di platform e beat ‘em up. Fedele seguace della “master race”, consuma giochi di ruolo dalla mattina alla sera, anche se la sua saga preferita rimane Grand Theft Auto degli inarrivabili Rockstar Games, che fin dal primo capitolo lo ha aiutato a diventare la brutta persona che imparerete a conoscere.

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