Il reboot di quattro anni fa, da parte dei ragazzi di Id Software, riuscì ad ottenere ottimi responsi da parte di critica ma, soprattutto, pubblico. Gli utenti PC, in particolare, elessero Doom a vero e proprio “messia degli sparatutto in prima persona”, grazie alla particolare enfasi riposta dagli sviluppatori in quelle meccaniche FPS classiche, date ormai per morte.
Annunciato durante la conferenza Bethesda dell’E3 2018, Doom Eternal è il sequel diretto del sopraccitato reboot, che ci metterà ancora una volta nei panni del Doom Slayer, impegnato a fermare l’invasione delle armate infernali sulla Terra.

Grazie ad un codice review fornitoci dal publisher, abbiamo provato a lungo Doom Eternal nella versione PC (quella targata Steam): dopo esserci cimentati, da capo a fondo, nella longeva campagna, abbiamo anche provato le potenzialità multigiocatore offerte dalla Battlezone, rimanendo piuttosto colpiti dalle possibilità di gameplay offerte.

Il nostro responso finale? Scopriamolo insieme nella nostra recensione…

Contro tutto il male che l’inferno può evocare, abbiamo deciso che manderemo soltanto te…

Una cosa è apprezzabile: dal punto di vista puramente narrativo, Doom Eternal cerca in qualche modo di offrire qualcosa di più rispetto al predecessore. In particolar modo, molti aspetti del passato del Doom Slayer, verranno affrontati in questo titolo attraverso diversi flashback – non giocabili – che sveleranno interessanti retroscena sul silenzioso protagonista.

Ambientato due anni dopo gli eventi del reboot, Doom Eternal ci mostrerà uno scenario “terrestre” abbastanza tragico. Le armate degli inferi – anche grazie ai corrotti “adoratori” della Union Aerospace Corporation (UAC) – hanno iniziato la propria invasione della Terra, sterminando più della metà della popolazione. In questo scenario infernale ri-vestiremo i panni del silenzioso Doom Salyer, armato di un nuovo arsenale e di una vera e propria stazione orbitante, controllato da una intelligenza artificiale chiamata VEGA.
La nostra missione è molto semplice: eliminare i tre Sacerdoti Infernali messi a capo dei demoni dalla Khan Maykr, un angelo deciso a prosciugare la Terra per ridare linfa vitale alla sua terra natia, Urdak.

Narrativamente parlando, Doom Eternal prova a proporre qualcosa di più rispetto al suo predecessore.

Nelle circa venti ore necessarie a portare a termine l’avventura, Doom Eternal ci accompagnerà in diverse location, dal design decisamente ispirato. Dalla Terra invasa dalle orde infernali, per poi passare alla terrificante Nekravol, la varietà di location proposte dai ragazzi di id Software ci ha lasciati particolarmente soddisfatti. Il concetto di arene, già visto nel precedente capitolo, è stato particolarmente ampliato, dando spazio a campi di battaglia ancora più vari e, indubbiamente, spaziosi rispetto a quelli del predecessore.

Frenesia e platforming: la formula vincente di id Software

Mouse e tastiera alla mano, Doom Eternal è tutto quello che ci aspettavamo da un FPS con un nome così importante sulle spalle: frenetico, furioso e dannatamente appagante. Il movimento del Doom Slayer è fluido e veloce, in conseguenza della saggia scelta degli sviluppatori di non includere un tasto per la corsa, bensì di lasciare il controllo del movimento in base alla scelta dal giocatore. La scelta di non introdurre “tempi morti” all’interno degli scontri è riscontrabile nell’assenza di tempi di ricarica.

Munizioni esaurite? Molto semplice: cambiate arma.

Le munizioni, vera e propria linfa vitale dello Slayer, potranno essere ottenute sia utilizzando la fedele motosega – come nel precedente capitolo – sia passandoci sopra all’interno delle varie arene. Colpire i nemici fino allo stordimento ci permetterà di rilasciare una serie di attacchi brutali, delle vere e proprie Fatality alla Mortal Kombat, dove vedremo lo Slayer terminare la vita dei demoni con un’unica e violenta sequenza d’attacco.

La velocità degli scontri in Doom Eternal lascia poco spazio a strategie più ragionate.

Il gunplay si mostra ancora più rifinito rispetto alla precedente iterazione, fornendo una vasta gamma di armi dagli usi e poteri più disparati. Sebbene gli scontri lascino poco spazio a “strategie” ragionate, vista la velocità e il dinamismo degli stessi, è sempre opportuno valutare con che arma attaccare i diversi nemici ma, soprattutto, chi distruggere per primi – come ad esempio i fastidiosissimi Arch-Vile che sono in grado di lanciare magie evoca-demoni.

Il level design più ad “ampio respiro” operato dai ragazzi di id Software, ha permesso di spaziare maggiormente sulla componente esplorativa. Sia chiaro, la linearità dei livelli sarà ancora un marchio di fabbrica della produzione, ma in Doom Eternal sono state introdotte delle vere e proprie sequenze di platforming che, in più di un’occasione, ci consentiranno di rifiatare tra un’arena ed un’altra. Pareti a cui appendersi, sezioni subacquee e porzioni di mappa nascoste pongono l’accento su una componente esplorativa ancor più marcante, dando spazio ai giocatori completisti di cimentarsi nella ricerca di collezionabili e/o potenziamenti (di cui vi parleremo in maniera più approfondita successivamente), in grado di rendere l’arsenale del nostro Doom Slayer ancor più inarrestabile. La lista dei “contenuti extra” si estende anche alla Fortezza del Destino, una sorta di hub centrale nel quale avremo modo di sbloccare alcune interessanti feature aggiuntive – oltre ai diversi punti potenziamento per armi e armature, avremo anche modo di trovare skin aggiuntive per il protagonista e, come ciliegina sulla torta, una versione interamente giocabile dei primi due capitoli di Doom (una vera chicca per gli appassionati della saga).

L’abito non fa lo Slayer

Con l’avanzare dei livelli, avremo anche modo di potenziare il nostro Slayer attraverso specifici perk che verranno acquisiti durante lo svolgimento della campagna.

Sostanzialmente i potenziamenti si dividono in tre macro-categorie: arsenale, armatura e rune. La schermata di potenziamento dell’arsenale ci permetterà di visualizzare tutto il nostro armamentario, insieme alle bocche da fuoco secondarie che acquisiremo in battaglia. Ogni punto arma aggiuntivo potrà essere di fatti utilizzato per aumentare le statistiche delle stesse, aumentando ad esempio il danno o la stabilità. Al termine dei moduli e potenziamenti dell’arma vi è la maestria, una sorta di “potenziamento finale” che può essere acquisito completando specifici obiettivi che ci vengono richiesti (ad es. uccidi demoni specifici con quest’arma o esegui un numero limitato di colpi alla testa, ecc.).
Oltre ai potenziamenti per le armi, avremo modo di acquistare upgrade per l’armatura dello Slayer in due modalità diversi: sia con i cristalli delle sentinelle, sparsi per il mondo di gioco, sia con l’apposita schermata nel menu, utilizzando i punti armatura conquistati.
Infine, avremo modo di sbloccare le rune – veri e propri perk da assegnare allo Slayer (solo tre alla volta) che ci faranno guadagnare abilità e/o bonus da sfruttare negli scontri, come ad esempio tempo di stordimento dei nemici più lungo o “bullet time” in volo.

Attraverso specifici perk potremo potenziare l’arsenale dello Slayer.

Parte della componente contenutistica di Doom Eternal risiede appunto nel potenziamento del protagonista: i videogiocatori completisti avranno infatti l’arduo compito di trovare qualsiasi punto abilità sparso per il mondo di gioco per poter ottenere lo Slayer definitivo.

Degna di nota anche la modalità multigiocatore, chiamata Battlemode. Incuriositi dall’assenza di modalità classiche – come Deathmatch o Capture the Flag – ci siamo cimentati in un buon numero di partite in questa, per ora, unica modalità multiplayer presente in Doom Eternal. Dopo aver preso parte all’esplicativo tutorial abbiamo affrontato qualche partita rimanendo in parte soddisfatti dalla game mode stessa anche se un po’ affranti dalla mancanza di varietà offerta dal team.
La modalità, che si svolge in sei differenti mappe, presenta scontri 2vs1 – due giocatori, che controlleranno i demoni, dovranno fronteggiare il giocatore, Slayer, intento a sopravvivere alle orde infernali che la squadra avversaria gli lancerà addosso. Lo Slayer avrà l’arduo compito di eliminare i due giocatori demoni ad un intervallo piuttosto ristretto uno dall’altro, per evitare un respawn degli avversari, così come gli adepti infernali, viceversa, dovranno terminare anzitempo la vita del giocatore “umano”. Alla prima squadra in grado di aggiudicarsi tre round andrà quindi la vittoria.

Le meraviglie dell’id Tech 7

Doom Eternal si appoggia al nuovissimo id Tech 7, annunciato in concomitanza con il gioco. Il motore, caratterizzato da un dettaglio geometrico dieci volte superiore e da una maggiore fedeltà della texture rispetto alla versione precedente, presenta un interessante nuovo sistema chiamato “Destructible Demons”, nel quale i corpi degli avversari si deteriorano progressivamente quando subiscono danni.

Alcuni scorci del mondo di gioco ci hanno lasciati davvero a bocca aperta.

Nella versione PC da noi testata abbiamo avuto modo di mettere alla prova Doom Eternal, grazie a questa configurazione:

Scheda video: GeForce GTX 1080 Ti
Driver video: 445.75
Processore: Intel Core i7-8700k
RAM: 16 GB DDR4

Con un livello di dettagli “Ultra-nightmare”, ed una risoluzione FullHD, il gioco non ha mostrato alcun affanno, garantendo un frame rate medio di circa 120 fps.
Il dettaglio delle ambientazioni di Doom Eternal è qualcosa di unico che, in più di un’occasione, ci ha lasciati a bocca aperta, intenti ad osservare alcuni e macabri dettagli del mondo di gioco.

Di ottima fattura anche la colonna sonora che, oltre a poggiarsi su brani pienamente riusciti e d’atmosfera, regala effetti sonori d’impatto.

Concludendo…

Doom Eternal è il sequel perfetto. Oltre ad ampliare le possibilità offerte dalla precedente iterazione, il titolo id Software regala una campagna longeva, appagante e dannatamente divertente che, soprattutto alle difficoltà più alte, può risultare estremamente punitiva (forse anche troppo). Dopo le circa venti ore necessarie al completamento della campagna a giocatore singolo, i giocatori più esigenti continueranno a trovare pane per i loro denti, magari ri-affrontando le labirintiche aree di gioco per scovare ogni singolo segreto che Eternal ha da offrire.

Un classico degli sparatutto in prima persona, oltre che acquisto imprescindibile per ogni appassionato del genere!

CI PIACE
  • Gunplay estremamente solido
  • Più ampio, più cazzuto e ancor più variegato rispetto al predecessore
  • Livello di sfida elevato
  • Fasi platform/esplorative convincenti
NON CI PIACE
  • Alle difficoltà più elevate risulta “eccessivamente” punitivo
  • Svariati bug ci hanno costretto ad un reload dei salvataggi
Conclusioni

Doom Eternal è tutto ciò che un sequel dovrebbe essere: più longevo, più vario e – indubbiamente – più “cazzuto”. Macellare orde di demoni in compagnia del Doom Slayer, nelle circa venti ore che ci son servite per portare a termine la campagna, è stata senza dubbio l’esperienza di gioco più appagante di questo 2020 videoludico. Doom Eternal ci ha convinti, nonostante qualche acciacco tecnico e diversi bug che, più di una volta, ci hanno obbligati ad un ripristino della partita – id Software è riuscita a far breccia nei videogiocatori PC che, dopo il capitolo del 2016, troveranno in Eternal il nuovo punto di riferimento per gli shooter “classici” in prima persona.

9Cyberludus.com

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Nerd purosangue classe 1992, si avvicina al mondo dei videogiochi grazie al SEGA Master System di sua madre. Destreggiandosi tra Alex Kidd e Sonic the Hedgehog, comincia a farsi una importante cultura videoludica a base di platform e beat ‘em up. Fedele seguace della “master race”, consuma giochi di ruolo dalla mattina alla sera, anche se la sua saga preferita rimane Grand Theft Auto degli inarrivabili Rockstar Games, che fin dal primo capitolo lo ha aiutato a diventare la brutta persona che imparerete a conoscere.

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