La saga dei Divinity iniziò nel 2002 con l’eccezionale RPG bidimensionale Divine Divinity, un successo inaspettato che catapultò gli allora sconosciuti sviluppatori belgi Larian Studios in auge. Il titolo riuscì a combinare il gameplay hack’n’slash di Diablo con la profondità dei classici Ultima, oltre a sfoggiare una grafica di prim’ordine ed una colonna sonora degna di un film, opera del compianto Kirill Pokrovsky (morto tragicamente ad appena 53 anni dopo aver composto le tracce di Divinity: Original Sin).

Tra alti e bassi (vedi Ego Draconis), la serie ha continuato fino all’arrivo di Divinity: Original Sin 2 nel 2017, che viene ancora riconoscito da molti come il miglior RPG con combattimenti a turni in assoluto. Quest’ultimo titolo è riuscito ad elevare ad un nuovo livello di eccellenza il genere offrendo contemporaneamente un ispiratissimo comparto tecnico, una storia mozzafiato, scelte morali rilevanti, finali multipli ed un mondo di gioco realmente interattivo. Dopo il rilascio iniziale per PC, negli ultimi 2 anni ha quindi raggiunto una dopo l’altra le grandi console e, finalmente, questo mostro sacro approda in sordina anche sulla Switch. Molti hanno pensato più volte che il piccolo schermo da 7 pollici di mamma Nintendo non avesse abbastanza “birra” per poter reggere un gioco simile, ma i Larian hanno saputo ancora una volta stupire…

La storia

La trama di Divinity: Original Sin 2 è profonda, lunga ed intricata: meriterebbe probabilmente un articolo a sè stante. Rispetto agli avvenimenti accaduti in Original Sin sono passati letteralmente secoli, è evidente quindi che non v’è alcuna necessità di conoscere tutte le sfumature dei precedenti capitoli. Il giocatore viene immerso nuovamente nella fantastica terra di Rivellion e prende le parti di un Origomante (Sourceror in inglese), un nome che indica una persona in grado di ottenere poteri arcani da una sostanza chiamata Sorgente (Source). Quest’ultima è considerata però come un’essenza piuttosto controversa, perché il suo semplice utilizzo richiama, da un’altra dimensione, alcune atroci creature chiamate Risvegliati del Vuoto (Voidwoken), pronte ad uccidere tutti i viventi. Non è difficile quindi comprendere perché tutti gli Origomanti vengano considerati come un serio pericolo per la società e sia in atto una sorta di Inquisizione contro di essi. Ad attuarla sono i Magistri, un ordine di guerrieri sacri che servono l’Ordine Divino e proteggono la società offrendo, a quanto pare, anche una “cura” per i possessori dei suddetti poteri derivati dalla pericolosa sostanza.
La storia inizia nel momento in cui il protagonista viene catturato insieme ad altri sventurati compagni, adornato di un nefasto collare inibitore di Sorgente e conseguentemente spedito verso un’isola prigione chiamata Forte Gioia. Ovviamente si scopre presto che il nostro party di eroi (il personaggio scelto dal giocatore più altri tre compagni di viaggio) abbia un destino più solenne da colmare, che viene dipanato nel corso della lunghissima avventura.

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Un’immagine presa dalla sequenza iniziale, dove un Origomante misterioso richiama a sè i terribili Voidwoken …

Scelte morali

Quel che rende questo titolo, già di per sé interessante, anche profondamente intenso, è il frequente contrasto morale che ha luogo durante lo svolgimento della trama: in Original Sin 2 non sempre i buoni sono dalla parte del giusto. Per fare un esempio mentre molti Magistri possano essere paragonati ai nazisti per il loro accanimento verso gli Origomanti, altri invece provano dei sinceri rimorsi per le azioni perpetrate del loro ordine. Allo stesso modo molti Origomanti sono davvero criminali, mentre altri sono solo vittime delle circostanze. Ogni incontro, ogni dialogo, ogni scelta spesso richiede una enigmatica scelta morale. Meglio uccidere questa guardia oppure persuaderla a parole? Quale che sia la scelta, capita spesso che la prima decisione presa di fronte ad una di queste alternative porti inesorabilmente a scoprire molteplicità inaspettate di una vicenda e, grazie ad una narrativa eccelsa, non è raro che il gioco riesca ad indurre un sincero rimorso nella mente del giocatore.
Questo genere di spessore, che mostra la sfumatura grigia di ogni cosa, non è facile da trovare nel mondo di cloni dozzinali in cui viviamo: in questo senso Divinity: Original Sin 2 è un vero capolavoro che merita di essere annoverato tra i migliori RPG degli ultimi anni.

Una concitato combattimento – attenzione al fuoco!

Gameplay

Volendo minimizzare Divinity: Original Sin 2 Definitive Edition è fondamentalmente un RPG strategico a turni con visuale isometrica tridimensionale. Il gioco consente di pilotare il piccolo party di eroi (uno all’inizio, quattro dopo poche ore) nelle loro vicende fornendo al giocatore un mondo di regole chiaramente ispirato ai più blasonati Dungeons And Dragons, anche se radicalmente differente.
Si inizia con la creazione del personaggio, operazione all’apparenza semplice ma che può anche richiedere decine di minuti se operata con cognizione di causa. Sono presenti infatti sei personaggi base tra cui scegliere (gli stessi visibili nell’immagine di copertina del gioco), dotati di una storia pregressa, ma volendo si può anche creare un personaggio ex-novo. Ogni personaggio, sia che si scelga uno dei principali che uno sconosciuto, possiede una classe di partenza a sceltra tra le quattordici disponibili ed una miriade di abilità e tratti assegnabili: durante la prima partita non è difficile sentirsi leggermente spaesati, ma per fortuna il tutorial aiuta molto.

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La versatile schermata di creazione del personaggio.

I combattimenti si svolgono a turni e si basano sull’assunto che ogni pedina possieda un certo numero di “punti azione” a disposizione in ogni turno. Durante ogni avvicendamento è possibile spendere questi punti a piacimento: non esistono vincoli, come per esempio avviene in Druidstone, ed è possibile attaccare più volte, muoversi oppure utilizzare oggetti e/o abilità.
Gli scontri occupano una porzione considerevole dell’esperienza di gioco e necessitano sempre di un severo ragionamento tattico. Per trionfare infatti è necessario ponderare con cura le mosse da fare cercando di prevenire gli avversari e, tra le variabili da tenere sotto controllo, c’è anche l’interazione tra i vari elementi quali fuoco, acqua, veleno ed elettricità! Tutti i personaggi infatti hanno particolari debolezze o resistenze verso questi fattori: la razza degli Eterni per esempio viene curata dal veleno.

Comparto Tecnico

In questo porting, Divinity: Original Sin 2 sfoggia un comparto grafico decisamente riadattato rispetto all’originale, come è accaduto anche per altri titoli come Spyro Reignited Trilogy. Il downgrade include una risoluzione inferiore, texture meno definite, effetti grafici meno accesi, però, siamo lieti di poterlo affermare, la grafica tridimensionale riesce comunque ad essere attraente: tutto quello che conta è rimasto intatto ed è più che sufficiente per stupire. Ci ha sinceramente sorpreso poter ammirare quanto i nostri artisti belgi abbiano saputo tirare fuori dal piccolo cuore Nvidia che batte dentro al tablet giapponese, senza poi alcun barlume di rallentamento (anche se, in questo senso, i combattimenti a turni aiutano).

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Il sacro vescovo Alexander, figlio del divino Lucian in persona.

Il comparto audio non è cambiato rispetto alle altre incarnazioni: il compositore Borislav Slavov era evidentemente in uno stato di grazia durante la composizione delle varie tracce e quello che ne è scaturito è una colonna sonora semplicemente perfetta che sa emozionare! I temi musicali dei vari personaggi e luoghi sono epici, distintivi, appassionanti! Fino al punto che a noi è successo più di una volta di canticchiarli in seguito ad alcune lunghe sessioni di gioco e conserviamo gelosamente una copia della soundtrack nella memoria del cellulare… non si sa mai! Gran parte del testo è anche parlato in inglese con doppiatori molto convincenti e generalmente di buon livello, mentre gli effetti sonori, che ricadono in secondo piano, riescono comunque a colmare egregiamente i vuoti e sono stati selezionati con cura.
Lo schema di controllo è analogo alle controparti PS4 / Xbox One e tutto sommato risulta abbastanza agevole una volta che ci si fa l’abitudine (anche se molto distante rispetto alla comodità di una tastiera ed un mouse). In modalità handheld inaspettatamente si lascia giocare bene e, nonostante lo schermo sia relativamente piccolo, si ha sempre tutto sotto controllo senza troppa difficoltà. Unico potenziale problema è che, per via del testo chilometrico che è costantemente necessario scorrere, dopo alcune ore sia facile accusare una certa stanchezza agli occhi; effetto che si può facilmente evitare giocando in docked sullo schermo televisivo oppure intervallando le sessioni.

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Un’esempio di scelta dei dialoghi. Voci aggiuntive compaiono sulla base delle abilità e tratti del personaggio in uso.

E non è tutto …

Completano l’offerta alcune efficaci funzioni di gioco online, come il cross-save con Steam, che consente di portare un salvataggio da Switch a PC (serve la versione Definitive Edition però) e viceversa. Il gioco online consente, come nella versione PC, di ospitare il proprio mondo lasciando che altri possano partecipare, oppure di unirsi a quello di altri giocatori nella rete, e condividere così l’esperienza di gioco. Invero non ci sono miriadi di giocatori online in questo momento, ma, quelle volte che abbiamo provato, c’erano sempre una manciata di partite disponibili. Infine è presente la modalità Arena, dove si possono organizzare classici scontri Deathmatch, anche a squadre, oppure “Uccidi Il Re”, nella quale una squadra deve proteggere un particolare giocatore.

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La scelta delle mod “ufficiali” presenti nella Definitive Edition.

Tutte le funzioni online sopra descritte sono utilizzabili sia in rete wireless locale (con più Switch collegate allo stesso router) oppure online tramite i server Nintendo (è necessario un abbonamento al Nintendo Switch Online per quest’ultima funzione). L’edizione Definitive porta con sé anche alcune mod che consentono di personalizzare ulteriormente l’avventura, per esempio abilitando l’Empatia Animale a tutti senza bisogno di sbloccarla, ma non solo: tra le varie aggiunte ci sono anche nuove ricette di crafting, suoni, skins e così via. Se intendete acquistare l’edizione digitale infine sappiate che pesa circa 10 Gbyte nella memoria della console.

Concludendo…

Divinity: Original Sin 2 Definitive Edition era e rimane tuttoggi un titolo eccelso, il migliore del suo genere. Sulla piccola Switch, nonostante il deciso ridimensionamento grafico, riesce comunque a stupire per la qualità dei dettagli e la fluidità di gioco. In modalità handheld, vera peculiarità della console Nintendo, risulta inaspettatamente fruibile e mai confuso, consentendo quindi di portarsi sempre dietro il vasto e profondo mondo di Rivellion. C’è un solo grosso problema che potrete incontrare giocandoci: la durata delle batterie … decisamente troppo poco capienti per soddisfare le oltre 100 ore di gioco necessarie a portare a termine questa fantastica epopea!

CI PIACE
  • Grafica sempre eccelsa, nonostante il dovuto downgrade.
  • Comparto audio sopraffino.
  • Un mondo di gioco vasto, profondo ed interattivo come pochi altri.
  • Tante quest secondarie complesse ed articolate.
  • Scelte morali che alla fine contano davvero.
NON CI PIACE
  • In modalità handheld alla lunga può stancare la vista.
Conclusioni

Divinity Original Sin 2 è una vera killer-app per la Switch che consigliamo di acquistare a tutti i fan del genere RPG / strategico. Il suo vasto mondo interattivo, i finali multipli, la quantità di personaggi e le subquest fondano un contenuto senza precedenti che, per poter essere davvero apprezzato, richiede molto più delle 100 ore necessarie a finirlo una sola volta. Non troviamo davvero scuse per non acquistare questo titolo, che verrà sicuramente ricordato per molti anni come uno dei migliori nel suo genere.

9.5Cyberludus.com

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Gabriele o “Gabe” per gli amici, è un informatico di professione ed inguaribile videogiocatore. Cresciuto a colpi di Commodore 64 ed Amiga è papà di due bellissimi bimbi che ormai gli rubano quasi tutto il tempo. La sua passione sono l’informatica, il cinema, la musica ed un giorno spera di finire e vedere pubblicato il suo primo videogame … quando trova il tempo!

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